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News e Focus

Aggressore straniero ucciso dagli agenti, Salvini: “Non ci mancherà: ringrazio i poliziotti”

“Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie agli agenti per aver fatto il loro dovere”

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“Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere”.

Si tratta di quanto scritto attraverso i social dal leader della Lega, Matteo Salvini: il vicepremier ha commentato con queste frasi la morte di un uomo straniero, che è stato ucciso davanti alla stazione a Verona da parte di un agente.

La vittima si era scagliata con un coltello contro alcuni poliziotti. Le dichiarazioni di Salvini hanno provocato una lunga serie di reazioni sui social.

Secondo quanto si è appreso, in un primo tempo l’uomo ha aggredito gli agenti della polizia locale intervenuti per i rilievi di un incidente automobilistico. In seguito si è diretto verso la stazione ferroviaria dove, in preda ad uno stato di alterazione (probabilmente dovuto all’assunzione di sostanza alcoliche o stupefacenti) ha preso a calci la biglietteria danneggiandola, in seguito alcune auto parcheggiate ed anche la vetrina di una tabacchiera.

Due ore più tardi, intorno alle 7 di questa mattina, l’uomo è tornato davanti alla stazione dove una pattuglia della polizia di Stato ha cercato di fermarlo per procedere alla sua identificazione. Ha reagito con violenza ed ha aggredito i poliziotti brandendo un coltello. Uno degli agenti ha sparato alcuni colpi a scopo intimidatorio e poi ha colpito l’aggressore, che è rimasto ucciso.

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Maltempo, due fratelli travolti da alluvione: ritrovato il corpo di 20enne nel Bolognese

Solo uno dei due giovani è riuscito a mettersi in salvo, il fratello è stato trovato senza vita

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A Pianoro, nel Bolognese, due fratelli sono stati travolti da un’ondata di piena mentre si trovavano a bordo della loro auto in via Caurinzano. Uno dei due è riuscito a salvarsi, ma non ha potuto fare nulla per soccorrere il fratello, un ventenne, disperso nel violento flusso d’acqua.

Il corpo del giovane è stato individuato qualche ora dopo dall’elicottero dei vigili del fuoco. Le operazioni di recupero sono attualmente in corso, mentre la cittadina è sconvolta dalla tragedia.

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Il fratello sopravvissuto ha assistito impotente alla scena, incapace di aiutare mentre l’acqua si portava via l’auto.

La piena improvvisa ha colto i due giovani di sorpresa, trasformando un normale spostamento in una drammatica lotta per la vita. Le autorità stanno proseguendo le indagini per capire l’esatta dinamica dell’incidente, mentre continuano i lavori per mettere in sicurezza l’area colpita dall’alluvione.

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“Turni massacranti e stress”: Napoli, Asl condannata a risarcimento da 100mila euro

Condizioni di lavoro estenuanti e mancato rispetto dei riposi: aperta la strada a nuovi ricorsi

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La Corte d’Appello di Napoli ha condannato una ASL campana a risarcire un medico ospedaliero con 100mila euro per i danni causati da turni di lavoro prolungati e l’assenza dei riposi minimi previsti dalle normative europee.

Il medico, in servizio dal 2008 nel reparto di ortopedia e traumatologia dell’ASL Napoli 3 Sud, ha dovuto sopportare carichi di lavoro insostenibili a causa di una cronica carenza di personale.

Gli avvocati del medico, Egidio Lizza e Giovanni Romano, hanno sottolineato che la pressione esercitata dalla dirigenza lo costringeva a turni superiori a quelli consentiti, sia diurni che notturni, senza possibilità di sottrarsi senza lasciare scoperto il reparto.

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Per quindici anni, infatti, il professionista non ha potuto beneficiare delle 11 ore consecutive di riposo giornaliero né ha visto rispettato il limite di otto ore per i turni notturni.

La situazione, nonostante il pagamento degli straordinari, ha avuto pesanti conseguenze sulla sua salute fisica e mentale, portando la Corte a riconoscere un risarcimento per stress e usura psicofisica. I legali hanno ricordato che l’articolo 36 della Costituzione tutela il diritto al rispetto dell’orario di lavoro, e che la mancanza di riposo non può essere giustificata dalla carenza di personale.

Il caso si inserisce in un contesto di lunga durata, legato anche alla tardiva applicazione in Italia delle direttive europee, che solo dal 2015 hanno incluso anche i medici tra i lavoratori tutelati dalle norme sui riposi.

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Cronaca

Covid, 35enne agrigentino morì dopo vaccino: “Decesso collegato”, la famiglia sarà risarcita

La Commissione medica militare di Messina conferma il collegamento, apre la strada a risarcimenti

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La Commissione medica militare di Messina (Cmo) ha riconosciuto il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino anti-Covid Astrazeneca e la morte di un 35enne agrigentino.

Il giovane, in ottima salute, aveva ricevuto la prima dose del vaccino nell’aprile 2021 e, dieci giorni dopo, è deceduto a causa di una miocardite, come emerso dall’autopsia. La tragedia ha lasciato la moglie e tre figli, gettando nello sconforto la famiglia.

Il verbale della Cmo è stato inviato al Ministero della Salute, che potrà confermare o modificare il giudizio espresso. Intanto, la moglie della vittima, assistita dall’avvocato Angelo Farruggia, ha ottenuto il riconoscimento del nesso di causalità, che le darà diritto a un indennizzo statale.

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L’avvocato Farruggia ha sottolineato l’importanza di questo risultato, che potrebbe costituire un precedente per altri danneggiati dalla vaccinazione anti-Covid.

Molti, infatti, faticano a ottenere diagnosi certe e devono affrontare numerose visite specialistiche a proprie spese. La difficoltà nel dimostrare il collegamento tra il vaccino e i danni subiti rende complicato l’accesso ai ristori economici.

Il riconoscimento del nesso di causalità, inoltre, apre la possibilità di intraprendere azioni risarcitorie contro le case produttrici dei vaccini e, potenzialmente, anche contro il Ministero della Salute.

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News e Focus

Il 20 dicembre la sentenza Open arms, Salvini: “Siamo in mano a giudici di sinistra”

Open Arms, Bongiorno difende Salvini: “Ha fatto il suo dovere, chiedo l’assoluzione”

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Nella giornata conclusiva del processo Open Arms, l’avvocata Giulia Bongiorno ha chiesto l’assoluzione per Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti. Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti dalla nave della ong spagnola Open Arms nell’agosto del 2019.

“Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste”, ha dichiarato Bongiorno, dopo oltre quattro ore di arringa difensiva, affermando che l’Italia non si è mai rifiutata di assistere i migranti e che fu la ong ad essere “irremovibile”.

Seduto accanto alla legale, Salvini ha seguito con attenzione il dibattimento. Nello stesso momento, a pochi chilometri di distanza, si teneva un sit-in di solidarietà in suo sostegno, organizzato da simpatizzanti e ministri della Lega nella centralissima piazza Politeama di Palermo.

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Salvini, in un video registrato a Palermo, ha commentato: “Il 20 dicembre, il venerdì prima di Natale, scoprirò se per i giudici sono colpevole di sequestro di persona, o se sono una persona che ha fatto il suo lavoro e ha difeso il suo paese”. “Conto che venga presa in considerazione la realtà e non la fantasia, ma certo se devo giudicare dalla cronaca di questa ora siamo in mano a giudici che fanno politica di sinistra, pro-migranti, pro-Ong che vogliono smontare le leggi dello Stato…”, dice con riferimento allo stop per i migranti in Albania.

LEGGI ANCHE: “Sei anni di carcere per Salvini”: riparte processo Open arms, a Palermo la Lega scende in piazza

Candidatevi alle elezioni se non va bene nulla di quello che fa il governo e se pensate che i confini dello Stato siano una cosa superata e superabile, ma non mi fate paura, da nessun punto di vista”, aggiunge. “Per quel che mi riguarda – conclude – difendere i confini non è mai reato”.

Bongiorno ha insistito sul fatto che Salvini stava difendendo il Paese da chi confonde pretese con diritti: “Usare a sproposito il termine ‘diritto’ è pericoloso, innanzitutto per i diritti stessi”. (foto italpress)

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