Cronaca
Agrigento, bimbo di pochi mesi in “trappola” dentro l’auto: arrivano i soccorsi
Il piccolo ha inavvertitamente chiuso con il telecomando la vettura, lasciando i genitori all’esterno: l’arrivo dei soccorsi
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Sono stati momenti di grande paura, ad Agrigento, ma fortunatamente tutto è andato per il meglio in breve tempo. Un bambino di pochi mesi, in centro città, ha inavvertitamente chiuso con il telecomando l’auto dei genitori, dall’interno, mentre i due si trovavano all’esterno della vettura.
Dopo alcuni tentativi dei genitori, che non sono riusciti a far capire al piccolo come riaprire l’auto, sul posto sono stati chiamati i soccorsi. In breve tempo, l’arrivo dei vigili del fuoco, che hanno aperto la vettura dopo avere rotto uno dei vetri e restituito il bimbo alla mamma ed al papà.
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Cronaca
“Tosse persistente”: polmonite atipica in crescita tra i bambini: cause, sintomi e come proteggersi
L’aumento dei casi di infezioni respiratorie da Mycoplasma pneumoniae porta i pediatri a segnalare nuova ondata di tosse tra i più piccoli
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L’infezione polmonare causata dal Mycoplasma pneumoniae, batterio che può indurre la cosiddetta “polmonite atipica,” è aumentata di 10 volte rispetto allo scorso anno, colpendo in modo particolare bambini e adolescenti sotto i 17 anni.
L’infezione provoca tosse persistente e sintomi lievi, come febbre e mal di gola, che portano molti a confonderla con il Covid-19 o il virus sinciziale.
Chris Edens del CDC ha osservato che i casi hanno raggiunto un picco ad agosto e, sebbene siano in leggero calo, restano elevati.
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La polmonite atipica si distingue dalla forma classica in quanto i pazienti si sentono spesso abbastanza bene per continuare la loro routine quotidiana. Nonostante la malattia si diffonda tramite goccioline di saliva, il rischio di contagio è inferiore rispetto a virus come Covid-19 o morbillo.
Per riconoscere questa infezione, spesso è necessaria una radiografia. La maggior parte dei casi rimane lieve o asintomatica, ma i sintomi possono durare fino a due settimane. In rari casi, la polmonite atipica può evolvere in una forma più grave, richiedendo cure ospedaliere. Gli antibiotici come l’azitromicina si sono rivelati efficaci nel trattamento.
I medici consigliano precauzioni come il lavaggio frequente delle mani, l’uso di mascherine e l’isolamento in caso di sintomi. Bambini immunodepressi o con patologie preesistenti sono più a rischio e necessitano di maggiore attenzione.
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Cronaca
La diga Ancipa non “esiste” più: l’emergenza a Caltanissetta, San Cataldo ed Enna
Il bacino siciliano si svuota e i Comuni si preparano a misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza
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La Diga Ancipa, un tempo tra i più floridi bacini idrici della Sicilia, è ormai ridotta a un canyon con appena mezzo milione di metri cubi d’acqua, a fronte di una capacità di 50 milioni.
La siccità e l’eccessivo prelievo idrico dai Comuni hanno portato al quasi totale svuotamento dell’invaso, e dal 15 novembre le città di Caltanissetta, San Cataldo ed Enna dovranno cercare soluzioni alternative.
Per far fronte all’emergenza, Siciliacque ha iniziato le prove di distacco, interrompendo l’erogazione per due giorni e riposizionando la presa galleggiante in una zona a maggior pescaggio. Le forniture idriche per Caltanissetta ed Enna sono state ripristinate temporaneamente, ma si tratta delle ultime. Per proseguire, si prevede l’impiego di autobotti da parte della Protezione Civile, in collaborazione con Comuni e Vigili del fuoco.
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Nel frattempo, i pesci del bacino sono stati trasferiti nella diga Sciaguana, un altro lago della zona Ennese, purtroppo anch’esso afflitto da un calo delle acque e non collegato in rete. Tuttavia, c’è speranza grazie alla diga Olivo a Piazza Armerina: qui sono previsti interventi di manutenzione per aumentare la capacità di accumulo, offrendo un possibile sollievo a una zona in crisi.
L’Ancipa, che era stata costruita negli anni ’50 per l’energia elettrica, per poi divenire un’importante riserva idrica, ha dovuto dismettere progressivamente il servizio idrico, e presto diventerà solo un’area naturale aperta agli escursionisti.
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Cronaca
Mega rissa durante il festival del Gelato a Palermo: paura per i passanti, un ragazzo ferito
Violenza e disordine al festival dello Sherbeth in Piazza Verdi, con decine di giovani coinvolti
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Poco prima di mezzanotte, una rissa tra due gruppi di giovani ha letteralmente turbato la tranquillità del festival dello Sherbeth a Palermo, creando panico tra passanti e turisti.
In Piazza Verdi, davanti al chiosco liberty e l’ingresso dell’Olivuzza, una decina di ragazzi ha iniziato a scambiarsi pugni, calci e schiaffi, generando scompiglio in mezzo alla folla che stava godendosi la manifestazione.
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La violenza è poi degenerata all’interno della Champagneria, dove uno dei giovani, ferito alla testa e inseguito dalla fidanzata, ha cercato rifugio. Il giovane, visibilmente sanguinante, ha riportato profonde ferite alla tempia.
Il resto del gruppo si è disperso per le strade dell’Olivuzza, mentre un terzo gruppo, che comprendeva anche degli adulti, è arrivato in Piazza Verdi per cercare i giovani coinvolti. Allertati dagli spettatori, quattro pattuglie dei carabinieri e un’ambulanza sono giunte sul posto, ma il ferito non è stato ritrovato.
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Cronaca
Il giallo di Larimar e quel bigliettino d’addio: mercoledì autopsia, l’appello del Procuratore
L’appello: “Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque”
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“Se c’è qualcuno che sa qualche particolare che, a suo modo di vedere, può essere insignificante, o se ha paura, ce lo venga a dire: mi rivolgo ai più giovani, agli amici, ai compagni di Larimar. Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque. Consideriamo la tutela del minore come faro che indirizza il nostro operato. Non abbia timore di presentarsi, per renderci edotti di particolari che conosce sulla vicenda che per noi potrebbero essere importanti, anzi direi fondamentali. Noi siamo un ufficio che accoglie chiunque a braccia aperte, sempre e comunque”.
Le parole sono qulle del Procuratore dei minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino, che sta coordinando l’indagine sulla morte di Larimar Annaloro. La ragazza, appena 15 anni, che sognava di diventare neurochirurga, martedì si è tolta la vita a Piazza Armerina, nell’Ennese.
Per mercoledì prossimo è stata disposta l’autopsia sul corpo della ragazza, dopo che la Procura di Enna aveva restituito il corpo alla famiglia. Negli ultimi giorni al commissariato di Piazza Armerina sono stati sentiti diversi amici e compagni di scuola della 15enne che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere rimasta vittima di revenge porn e di bullismo.
LEGGI ANCHE: Piazza Armerina, cosa c’è dietro la morte della 15enne? E spunta un biglietto d’addio, famiglia non ci crede
LEGGI: Il “ragazzo rubato”, le foto in chat: indagini a Piazza Armerina, domani funerali di Larimar, 15 anni
Alcuni coetanei hanno riferito che circolava la notizia di foto e video intime della giovane diffuse nelle chat e che la ragazza era stata insultata da studenti del suo liceo durante una lite con una compagna.
“Questo è un dato investigativo su cui non posso dire nulla – ha spiegato il procuratore, attraverso Adnkronos – noi indaghiamo per istigazione al suicidio. Quindi, anche questo potrebbe essere un elemento utile per capire le ragioni del gesto. Il fatto di una ipotetica diffusione di materiale sarebbe una fattispecie autonoma di reato. E’ chiaro che nell’ambito delle indagini questo è un tema notevolmente rilevante, che naturalmente stiamo approfondendo”.
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L’inchiesta, intanto, va avanti. “Non andiamo – spiega Cosentino – in una unica direzione. Partiamo dal dato oggettivo che è il suicidio di questa minorenne. La prima attività, per non tralasciare nulla delle possibili cause che possano avere determinato il suicidio, è quella di partire dalla ristretta cerchia di amici e familiari. Poi ci allargheremo piano piano per cercare di acquisire quanti più elementi possibile”.
“In questa ottica – prosegue – abbiamo disposto l’esame autoptico che sarà eseguito mercoledì, ovviamente per avere informazioni utili, per possibili riscontri con elementi probatori che abbiamo adesso. Senza trascurare il fatto che un domani potremmo avere nuovi dati investigativi – dice –. Quindi, una attività come l’autopsia, ci potrebbe risultare ancora più utile un domani quando possibilmente acquisiremo nuovi elementi probatori. Naturalmente, non tralasciamo nessuna causa di questo insano gesto, episodi che possano avere indotto la ragazza a compiere questo suicidio. Ovviamente, a parte le dichiarazioni che rilasciano i genitori alla stampa, quello che conta è ciò che dichiarano a noi. Qualsiasi contributo che ci viene dato, noi lo raccogliamo e lo verifichiamo. Non ci muoviamo in una unica direzione ma in tutte per non lasciare nulla al caso e nulla di intentato”.
Fra gli elementi su cui si indaga, c’è anche un biglietto su cui si legge “Ti amerò anche nella prossima vita, Lari“, che la ragazza avrebbe consegnato a un amico del suo ragazzo, destinatario del biglietto. Ma Dioslary, una delle due sorelle di Larimar Annaloro, sostiene che quella non sia la scrittura della suicida. Insomma, sono tanti i pezzi da mettere insieme in questo puzzle difficilissimo.
Larimar nel giorno della morte avrebbe avuto una discussione con una compagna. “E’ tutta da verificare l’intensità di questa discussione, da qui a verificare che possa avere influito è tutto da vedere. Il reato su cui indaghiamo – precisa il Procuratore – è istigazione al suicidio, sarebbe un passaggio ulteriore verificare se e in che misura potrebbe avere scatenato nella ragazza l’insano gesto, fermo restando che nulla esclude che la ragazza avesse già un pregresso stato di turbamento psicologico, per cui quell’episodio potrebbe essere stata la classica goccia che fa traboccare il vaso”.
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