Cronaca
Aveva un “arsenale” in casa: armi da guerra per la mafia, un arresto a Catania
Armi da guerra, Kalashnikov per la mafia: a Catania scatta l’arresto di un 26enne, componente del clan Cappello
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I Carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno arrestato per detenzione illegale di arma da guerra e clandestina, detenzione abusiva di munizioni e ricettazione, un pregiudicato catanese 26enne, indicato come esponente del clan “Cappello”.
I militari hanno bloccato l’uomo mentre era a bordo della sua auto e si stava recando presso la sua abitazione nel quartiere “San Cristoforo” di Catania.
Gli investigatori si sono trovati di fronte ad un vero e proprio “arsenale”, costituito sia da armi da guerra, che clandestine, ovvero un fucile a pompa, un Kalashnikov e 4 pistole, munite di centinaia di proiettili, nonché passamontagna e maschere facciali.
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L’attività odierna è l’ultima di una serie di azioni di contrasto poste in essere dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania alle “capacità militari” delle consorterie mafiose, che dal 2021, hanno permesso di assicurare alla giustizia complessivamente 63 soggetti, di cui 43 in stato di arresto e 20 denunciati in stato di libertà, nonché sequestrare 73 pistole, 70 fucili, 5000 munizioni e 37 ordigni esplosivi – alcuni da guerra ad altissimo potenziale -, tra cui figurano numerose armi da guerra clandestine, come i Kalashnikov. (foto archivio)
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Cronaca
La diga Ancipa non “esiste” più: l’emergenza a Caltanissetta, San Cataldo ed Enna
Il bacino siciliano si svuota e i Comuni si preparano a misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza
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La Diga Ancipa, un tempo tra i più floridi bacini idrici della Sicilia, è ormai ridotta a un canyon con appena mezzo milione di metri cubi d’acqua, a fronte di una capacità di 50 milioni.
La siccità e l’eccessivo prelievo idrico dai Comuni hanno portato al quasi totale svuotamento dell’invaso, e dal 15 novembre le città di Caltanissetta, San Cataldo ed Enna dovranno cercare soluzioni alternative.
Per far fronte all’emergenza, Siciliacque ha iniziato le prove di distacco, interrompendo l’erogazione per due giorni e riposizionando la presa galleggiante in una zona a maggior pescaggio. Le forniture idriche per Caltanissetta ed Enna sono state ripristinate temporaneamente, ma si tratta delle ultime. Per proseguire, si prevede l’impiego di autobotti da parte della Protezione Civile, in collaborazione con Comuni e Vigili del fuoco.
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Nel frattempo, i pesci del bacino sono stati trasferiti nella diga Sciaguana, un altro lago della zona Ennese, purtroppo anch’esso afflitto da un calo delle acque e non collegato in rete. Tuttavia, c’è speranza grazie alla diga Olivo a Piazza Armerina: qui sono previsti interventi di manutenzione per aumentare la capacità di accumulo, offrendo un possibile sollievo a una zona in crisi.
L’Ancipa, che era stata costruita negli anni ’50 per l’energia elettrica, per poi divenire un’importante riserva idrica, ha dovuto dismettere progressivamente il servizio idrico, e presto diventerà solo un’area naturale aperta agli escursionisti.
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Cronaca
Mega rissa durante il festival del Gelato a Palermo: paura per i passanti, un ragazzo ferito
Violenza e disordine al festival dello Sherbeth in Piazza Verdi, con decine di giovani coinvolti
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Poco prima di mezzanotte, una rissa tra due gruppi di giovani ha letteralmente turbato la tranquillità del festival dello Sherbeth a Palermo, creando panico tra passanti e turisti.
In Piazza Verdi, davanti al chiosco liberty e l’ingresso dell’Olivuzza, una decina di ragazzi ha iniziato a scambiarsi pugni, calci e schiaffi, generando scompiglio in mezzo alla folla che stava godendosi la manifestazione.
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La violenza è poi degenerata all’interno della Champagneria, dove uno dei giovani, ferito alla testa e inseguito dalla fidanzata, ha cercato rifugio. Il giovane, visibilmente sanguinante, ha riportato profonde ferite alla tempia.
Il resto del gruppo si è disperso per le strade dell’Olivuzza, mentre un terzo gruppo, che comprendeva anche degli adulti, è arrivato in Piazza Verdi per cercare i giovani coinvolti. Allertati dagli spettatori, quattro pattuglie dei carabinieri e un’ambulanza sono giunte sul posto, ma il ferito non è stato ritrovato.
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Cronaca
Il giallo di Larimar e quel bigliettino d’addio: mercoledì autopsia, l’appello del Procuratore
L’appello: “Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque”
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“Se c’è qualcuno che sa qualche particolare che, a suo modo di vedere, può essere insignificante, o se ha paura, ce lo venga a dire: mi rivolgo ai più giovani, agli amici, ai compagni di Larimar. Chi sa qualcosa parli. Abbiamo già sentito molti ragazzi, tra i suoi amici. Noi tuteleremo chiunque. Consideriamo la tutela del minore come faro che indirizza il nostro operato. Non abbia timore di presentarsi, per renderci edotti di particolari che conosce sulla vicenda che per noi potrebbero essere importanti, anzi direi fondamentali. Noi siamo un ufficio che accoglie chiunque a braccia aperte, sempre e comunque”.
Le parole sono qulle del Procuratore dei minori di Caltanissetta, Rocco Cosentino, che sta coordinando l’indagine sulla morte di Larimar Annaloro. La ragazza, appena 15 anni, che sognava di diventare neurochirurga, martedì si è tolta la vita a Piazza Armerina, nell’Ennese.
Per mercoledì prossimo è stata disposta l’autopsia sul corpo della ragazza, dopo che la Procura di Enna aveva restituito il corpo alla famiglia. Negli ultimi giorni al commissariato di Piazza Armerina sono stati sentiti diversi amici e compagni di scuola della 15enne che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere rimasta vittima di revenge porn e di bullismo.
LEGGI ANCHE: Piazza Armerina, cosa c’è dietro la morte della 15enne? E spunta un biglietto d’addio, famiglia non ci crede
LEGGI: Il “ragazzo rubato”, le foto in chat: indagini a Piazza Armerina, domani funerali di Larimar, 15 anni
Alcuni coetanei hanno riferito che circolava la notizia di foto e video intime della giovane diffuse nelle chat e che la ragazza era stata insultata da studenti del suo liceo durante una lite con una compagna.
“Questo è un dato investigativo su cui non posso dire nulla – ha spiegato il procuratore, attraverso Adnkronos – noi indaghiamo per istigazione al suicidio. Quindi, anche questo potrebbe essere un elemento utile per capire le ragioni del gesto. Il fatto di una ipotetica diffusione di materiale sarebbe una fattispecie autonoma di reato. E’ chiaro che nell’ambito delle indagini questo è un tema notevolmente rilevante, che naturalmente stiamo approfondendo”.
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L’inchiesta, intanto, va avanti. “Non andiamo – spiega Cosentino – in una unica direzione. Partiamo dal dato oggettivo che è il suicidio di questa minorenne. La prima attività, per non tralasciare nulla delle possibili cause che possano avere determinato il suicidio, è quella di partire dalla ristretta cerchia di amici e familiari. Poi ci allargheremo piano piano per cercare di acquisire quanti più elementi possibile”.
“In questa ottica – prosegue – abbiamo disposto l’esame autoptico che sarà eseguito mercoledì, ovviamente per avere informazioni utili, per possibili riscontri con elementi probatori che abbiamo adesso. Senza trascurare il fatto che un domani potremmo avere nuovi dati investigativi – dice –. Quindi, una attività come l’autopsia, ci potrebbe risultare ancora più utile un domani quando possibilmente acquisiremo nuovi elementi probatori. Naturalmente, non tralasciamo nessuna causa di questo insano gesto, episodi che possano avere indotto la ragazza a compiere questo suicidio. Ovviamente, a parte le dichiarazioni che rilasciano i genitori alla stampa, quello che conta è ciò che dichiarano a noi. Qualsiasi contributo che ci viene dato, noi lo raccogliamo e lo verifichiamo. Non ci muoviamo in una unica direzione ma in tutte per non lasciare nulla al caso e nulla di intentato”.
Fra gli elementi su cui si indaga, c’è anche un biglietto su cui si legge “Ti amerò anche nella prossima vita, Lari“, che la ragazza avrebbe consegnato a un amico del suo ragazzo, destinatario del biglietto. Ma Dioslary, una delle due sorelle di Larimar Annaloro, sostiene che quella non sia la scrittura della suicida. Insomma, sono tanti i pezzi da mettere insieme in questo puzzle difficilissimo.
Larimar nel giorno della morte avrebbe avuto una discussione con una compagna. “E’ tutta da verificare l’intensità di questa discussione, da qui a verificare che possa avere influito è tutto da vedere. Il reato su cui indaghiamo – precisa il Procuratore – è istigazione al suicidio, sarebbe un passaggio ulteriore verificare se e in che misura potrebbe avere scatenato nella ragazza l’insano gesto, fermo restando che nulla esclude che la ragazza avesse già un pregresso stato di turbamento psicologico, per cui quell’episodio potrebbe essere stata la classica goccia che fa traboccare il vaso”.
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Cronaca
Strage di Altavilla, Barreca lascia il carcere e va in struttura psichiatrica
Giovanni Barreca dichiarato incapace di intendere e di volere: il rito di “purificazione” che ha portato alla morte di sua moglie e dei figli
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Giovanni Barreca, il muratore accusato di aver ucciso la moglie e i due figli durante un rito di “purificazione” dal demonio, è stato trasferito in una struttura psichiatrica assistita (Rems) a Caltagirone.
Dopo l’analisi condotta dal perito del giudice per le indagini preliminari, è stato dichiarato incapace di intendere e di volere (LEGGI), risultando quindi non imputabile e non processabile per l’atroce strage.
Durante il rito Barreca ha ucciso sua moglie, Antonella Salamone, di 41 anni, e i loro figli Kevin, di 16 anni, ed Emmanuel, di 5. La figlia 17enne, accusata di aver preso parte al delitto insieme a una coppia di fanatici religiosi, è sotto indagine per accertare la sua capacità di intendere e di volere e per valutare il suo grado di pericolosità sociale.
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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale minorile ha incaricato un neuropsichiatra infantile di Roma per eseguire la perizia sulla ragazza, sospendendo nel frattempo i termini della misura cautelare carceraria a suo carico.
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