Il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il vicario giudiziale della diocesi, monsignor Vincenzo Murgano, hanno 30 giorni per farsi interrogare o presentare memorie difensive nell’ambito di un’indagine da parte della Procura di Enna.
I due prelati sono accusati di falsa testimonianza per dichiarazioni rese durante l’inchiesta e il processo contro don Giuseppe Rugolo, condannato per tentata violenza sessuale su un minorenne.
Secondo il quotidiano La Repubblica, agli atti dell’indagine vi sarebbe un’intercettazione in cui il vescovo Gisana ammette: “Il problema è anche mio, perché io ho insabbiato questa storia. Pazienza, vedremo come poterne uscire”.
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Le dichiarazioni accendono un faro su presunte omissioni, già evidenziate nella sentenza di condanna per Rugolo, in cui i giudici scrivono che Gisana avrebbe “facilitato l’attività predatoria” del prete.
Il tribunale ha riconosciuto la responsabilità civile della Curia di Piazza Armerina, obbligando la Chiesa a risarcire il giovane che aveva denunciato le molestie nel 2020, per fatti accaduti 12 anni prima.
Nonostante un’indagine interna avviata dallo stesso Gisana, il procedimento ecclesiastico si era concluso senza esiti. Ora, le ombre sul silenzio della diocesi si allungano ulteriormente.
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