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Cronaca

Bimba di 18 mesi ingerisce batteria, ora in Rianimazione: a Catania nuovo caso, dopo Modica

Dopo l’episodio del bimbo ustionato a Modica, un altro dramma legato ad incidenti in casa: la piccola lotta tra la vita e la morte a Catania

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Un altro drammatico incidente domestico a Catania vede protagonista una bambina di appena 18 mesi, ricoverata in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Garibaldi Nesima.

La piccola ha ingerito quella che sembrava una monetina, ma che si è rivelata essere una batteria a bottone, i cui acidi hanno provocato gravi danni al tratto gastrointestinale.

L’episodio richiama alla memoria il recente caso di Modica (LEGGI), dove un bimbo di due anni ha subito ustioni alla bocca dopo aver messo in bocca un oggetto elettrificato.

LEGGI ANCHE: Shock a Modica, ricoverato bimbo di due anni con gravi ustioni: “Scarica elettrica da giocattolo”

Dopo essere stata trasportata al Pronto Soccorso pediatrico del Cannizzaro, la bambina è stata trasferita al reparto di gastroenterologia del Garibaldi Nesima, dove è stata sottoposta a un delicato intervento in endoscopia per rimuovere la batteria. L’operazione, durata tre ore, ha permesso di estrarre il corpo estraneo, ma gli acidi rilasciati dalla pila hanno già gravemente compromesso gli organi interni.

A causa delle lesioni estese, i medici hanno deciso per il ricovero immediato in Rianimazione, dove la bambina lotta ora per sopravvivere. La notizia è stata diffusa da Rei Tv.

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Cronaca

Violenza sessuale su ragazzina durante psicoterapia: ex assessore siciliano condannato a 5 anni

Anche l’interdizione dai pubblici uffici e dalle professioni che coinvolgono minori e il divieto di frequentare luoghi dove ci sono minori

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L‘ex assessore regionale alla Famiglia, Paolo Colianni è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere per violenza sessuale su minore dal tribunale di Enna. Si tratta della sentenza arrivata oggi al termine della camera di consiglio a seguito di rito abbreviato.

Colianni, medico e psicoterapeuta, agli arresti domiciliari dal 27 gennaio dello scorso anno, era accusato da una giovanissima, di avere abusato di lei durante le sedute di psicoterapia.

Vari episodi che sarebbero stati cristallizzati in una serie di prove acquisite dalla procura e che hanno portato alla sentenza di oggi. Il giudice del Tribunale di Enna, Michele Ravelli, aveva ammesso, come riporta ansa.it, le costituzioni di parti civili dei genitori della piccola e del nonno rappresentati dall’avvocato Fabio Repici del foro di Messina.

L’imputato – che rimane ai domiciliari – nel corso della scorsa udienza aveva voluto rendere dichiarazioni spontanee ammettendo i fatti ed ha versato 50 mila euro a titolo di acconto sul risarcimento danni.

La difesa aveva chiesto la derubricazione del reato in “atti sessuali con minore” che però non aveva trovato accoglimento. Insieme alla condanna a Colianni, sono state inflitte una serie di pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici e dalle professioni che coinvolgono minori e il divieto di frequentare luoghi dove ci sono minori. La ragazzina, che frequentava lo studio del Colianni per sottoporsi alla psicoterapia, avrebbe manifestato una serie di disagi a scuola, e grazie alle insegnanti sarebbe partire l’inchiesta.

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Cronaca

Esplosione a Catania, sequestrata l’area interessata dalla fuga di gas

I carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa, in collaborazione con i Vigili del Fuoco, su disposizione della Procura etnea, hanno posto sotto sequestro, con l’apposizione di sigilli, l’area interessata dall’esplosione provocata da una fuga di gas verificatasi la sera del 21 gennaio scorso nel quartiere di San Giovanni Galermo. Il provvedimento è stato adottato per […]

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I carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa, in collaborazione con i Vigili del Fuoco, su disposizione della Procura etnea, hanno posto sotto sequestro, con l’apposizione di sigilli, l’area interessata dall’esplosione provocata da una fuga di gas verificatasi la sera del 21 gennaio scorso nel quartiere di San Giovanni Galermo.

Il provvedimento è stato adottato per garantire che lo stato dei luoghi rimanga invariato e consentire lo svolgimento delle attività necessarie a chiarire le cause dell’accaduto.

Le operazioni, svolte in sinergia tra Carabinieri e Vigili del Fuoco, si sono articolate mettendo in sicurezza l’intera area colpita, in modo da garantire la tutela dell’incolumità pubblica, eliminare ogni rischio residuo e potere così procedere a svolgere gli accertamenti richiesti per potere ricostruire le dinamiche dell’accaduto, al contempo, garantendo ai residenti sfollati, sotto il controllo dei militari dell’Arma della Stazione di Catania Nesima, l’accesso alle loro abitazioni, incluse nella zona vincolata, per il recupero degli effetti personali.

A questa fase delle indagini, ne seguirà una ulteriore basata, oltre che sull’apporto dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, anche sul contributo di consulenti tecnici, al fine di ricostruire le cause e le eventuali responsabilità del disastro.

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Cronaca

Blitz antimafia a Palermo: scattano 19 arresti tra boss ed estorsori

Colpita soprattutto l’ala corleonese di Cosa Nostra, obiettivo il controllo dell’edilizia: i dettagli dell’operazione

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Maxi operazione antimafia a Palermo: gli agenti della squadra mobile e del Sisco hanno eseguito un’ordinanza cautelare della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 19 indagati.

Diciassette sono finiti in carcere, mentre due sono stati posti agli arresti domiciliari. Le accuse spaziano dall’associazione di stampo mafioso all’estorsione aggravata, fino all’intestazione fittizia di beni e altri reati connessi.

L’operazione, diretta dal procuratore Maurizio de Lucia, si inserisce in un’indagine più ampia sul mandamento mafioso Uditore-Passo di Rigano. Tra i destinatari dei provvedimenti figurano boss legati all’ala corleonese di Cosa Nostra, alcuni dei quali erano stati recentemente scarcerati.

Secondo gli investigatori, l’obiettivo di alcuni degli arrestati, una volta tornati in libertà, era quello di rafforzare il proprio potere nel mandamento. In particolare, puntavano al controllo delle attività produttive, con un forte interesse nel settore edilizio.

L’inchiesta conferma come Cosa Nostra continui a infiltrarsi nell’economia locale, imponendo il proprio dominio attraverso racket ed estorsioni.

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Cronaca

Palermo, succede ancora: vandali in azione nella piazzetta dedicata a Padre Pino Puglisi

Distrutti due lampioni nel luogo simbolo della lotta alla mafia: le telecamere potrebbero incastrare i responsabili

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Succede ancora una volta: altro atto vandalico nella piazzetta Beato Padre Pino Puglisi, a Palermo. Nonostante la presenza di cinque telecamere di sorveglianza, ignoti hanno danneggiato due lampioni che illuminano il giardino attorno alla statua del sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993.

“Ogni giorno gruppi di adolescenti scorrazzano con bici elettriche e motorini, impennando e inseguendosi, ignorando la presenza degli adulti. Ho più volte segnalato la situazione alle forze dell’ordine, ma nulla è cambiato”, denuncia Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro, fondato proprio da don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio.

Da oltre un anno il Comune ha installato cartelli che vietano la circolazione di mezzi a due ruote nell’area, ma le violazioni purtroppo proseguono, “indisturbate”.

Artale assicura che a breve i lampioni verranno ripristinati e spera che le telecamere permettano di identificare i responsabili. Nel frattempo, ad aprile prenderanno il via i lavori di riqualificazione della piazzetta grazie a un progetto finanziato dalla Struttura di Missione.

“Continueremo a lavorare per rendere questo luogo sempre più bello e accogliente, affinché possa onorare la memoria di Padre Puglisi. Ma ognuno deve fare la propria parte per proteggerlo”, conclude Artale.

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