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Cade in piscina, muore a tre anni durante festa: “I genitori avevano bevuto molto”

Annega in piscina durante la festa, morto a 3 anni. Il proprietario della struttura: “I genitori avevano bevuto molto”

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Aveva appena tre anni. Ha visto la piscina ed ha deciso di avvicinarsi. Lì, tuttavia, ha perso la vita, annegando mentre nessuno lo stava controllando. I fatti sono avvenuti nella serata di domenica, ma è ancora forte l’eco della tragedia di Roma. È accaduto tutto nel quartiere Centocelle, intorno alle otto di sera. C’era una festa all’interno di un circolo sportivo, in viale della Primavera.

Inutili sono stati i tentativi di rianimare il piccolo, da parte del 118, che è arrivato dopo l’allarme. Quando i medici si sono presentati, non hanno potuto che constatare la morte del bambino.

Così come accertato e ricostruito anche grazie ai filmati della videosorveglianza, il bambino, che si trovava con i genitori ad una festa per un battesimo di un neonato della comunità ivoriana di Roma, si sarebbe allontanato da solo e, prima di raggiungere la piscina, avrebbe anche scavalcato una recinzione. Poi, sarebbe scivolato dentro la vasca. Secondo le ricostruzioni, il piccolo sarebbe stato ritrovato soltanto dopo quaranta minuti.

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Ed anche per questo si indaga anche per capire se gli stessi soccorsi siano stati allertati troppo in ritardo. Sulla vicenda le indagini dei carabinieri della stazione di Roma Centocelle e i colleghi del Nucleo operativo della compagnia di Roma Casilina, che hanno sentito i genitori, alcuni degli invitati alla festa e anche i responsabili del centro sportivo.

Il piccolo, così come raccontato dalle persone presenti alla festa, si sarebbe allontanato dal luogo della festa per due volte. Nella prima occasione avrebbe raggiunto i campi da tennis, dove sarebbe stato notato da qualcuno e riportato alla madre. Poi, avrebbe scavalcato un recinto per raggiungere la piscina.

I genitori avevano bevuto molto, hanno lasciato trenta, quaranta bambini da soli. Sono stati richiamati più volte dalla nostra sicurezza, abbiamo chiamato più volte i genitori ma se ne sono fregati”, è il racconto di uno dei due soci della struttura. “Sono entrati nei campi da tennis, in quelli da calcio. Noi stavamo impazzendo, abbiamo provato a recuperarli uno a uno e a riportarli ai genitori, ma niente”.

La distanza fra il salone delle feste e la piscina è di circa quattrocento metri di distanza. Le telecamere del circolo sono state sequestrate e visionate dai carabinieri della stazione di Roma Centocelle insieme al nucleo operativo della compagnia di Roma Casilina. Anche il proprietario ha guardato le immagini ma non è possibile vedere il punto in cui il bambino è riuscito ad entrare nell’area della piscina. Adesso questa è sotto sequestro.

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Cronaca

Tragico schianto a Palermo: muore un uomo di 32 anni

Incidente nella notte in viale Regione Siciliana, da chiarire la dinamica

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Un incidente mortale è avvenuto poco prima di mezzanotte in viale Regione Siciliana, all’altezza del sottopasso di corso Calatafimi, in direzione Trapani.

Un uomo di 32 anni ha perso la vita mentre viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo 159.

Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per estrarre la vittima dalle lamiere, il personale sanitario del 118 e la polizia, che ha gestito i rilievi. Per consentire i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area, il tratto di strada è stato temporaneamente chiuso al traffico, causando rallentamenti nella circolazione.

La dinamica del sinistro è ancora da ricostruire, ma secondo le prime informazioni non sembrano essere coinvolti altri veicoli. L’Alfa Romeo 159, completamente distrutta.

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Cronaca

“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma

La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”

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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.

Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.

LEGGI ANCHE: Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.

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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.

La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.

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Cronaca

Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Gli indizi, le ipotesi e il dolore di una famiglia in cerca di verità, con le circostanze del decesso che lasciano perplessi gli inquirenti

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Nel giardino di casa il corpo di Larimar, la quindicenne morta a Piazza Armerina, è stato trovato impiccato a un albero. Ma le circostanze della sua morte lasciano perplessi, anche gli inquirenti: la ragazza aveva infatti la vertebra cervicale intatta, le mani libere e segni di corda attorno a collo, addome e piedi.

Dettagli, gli ultimi, che sollevano ancora una volta nuovi dubbi sull’ipotesi di suicidio.

La madre, che ha scoperto il corpo, racconta di averla trovata in ginocchio, con un doppio cappio al collo. “Sembrava dormisse”, ha dichiarato. L’autopsia ha confermato i segni delle corde, ma altri elementi alimentano il mistero: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante avesse attraversato il giardino per raggiungere l’albero. (continua sotto la foto)

Il giorno della tragedia, la giovane era molto scossa dopo un litigio a scuola. Una compagna l’aveva accusata di avere una relazione con il suo ex, accusa confermata dal ragazzo davanti ad altri studenti.

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“È successa una cosa brutta”, aveva confidato Larimar alla madre prima di tornare a casa. Poco dopo, la tragedia. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio e ha sequestrato i cellulari di otto amici della ragazza, cercando di capire se la diffusione di foto intime possa aver giocato un ruolo.

Intanto, il padre esclude l’ipotesi del suicidio: “Era solare, piena di vita. La sera prima parlava di un viaggio in famiglia”. La famiglia, tramite la loro avvocata Milena Ruffini, sta conducendo indagini difensive. La preside della scuola non ha ancora risposto alle richieste di chiarimenti.

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Cronaca

Drammatico incidente a Messina: muore maestro di arti marziali

Perde la vita Eliseo Scarcella, 56 anni: diversi incidenti mortali in tre mesi nella città dello Stretto

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Ancora una tragedia sulle strade siciliane: nella serata di ieri, grave incidente quello avvenuto nella zona sud di Messina, sulla statale 114 al bivio di Santa Lucia sopra Contesse.

Lo scontro, violentissimo, ha coinvolto una moto e un’auto in via Giorgio La Pira, provocando la morte di Eliseo Scarcella, 56 anni, figura molto conosciuta nello sport messinese.

Scarcella, maestro di arti marziali e professore alla scuola “Pascoli Crispi”, è stato trasportato in ambulanza al Policlinico “Gaetano Martino”, dove è deceduto poco dopo l’arrivo.

Il conducente dell’auto è rimasto ferito in modo non grave ed è stato portato al Piemonte per le cure. La sezione infortunistica della polizia municipale sta indagando per chiarire le cause dello scontro.

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Questo dramma si inserisce in un tragico elenco di incidenti mortali a Messina, tre negli ultimi tre mesi.

Solo pochi giorni fa, il 18 novembre, Giuseppe Ingemi, 55 anni, è deceduto mentre guidava la sua Harley Davidson in via Garibaldi, nei pressi della fontana del Nettuno. La famiglia di Ingemi cerca ancora testimoni per fare luce sulla dinamica dell’incidente.

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