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Cronaca

“Cane impiccato a Rosolini”, altro macabro ritrovamento: denuncia degli animalisti

L’Associazione italiana difesa animali domani invierà una denuncia alla procura della repubblica di Siracusa

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A Rosolini, in provincia di Siracusa, un cane è stato trovato morto, con una corda stretta al collo. La macabra scoperta è stata fatta da alcune volontarie del Partito Animalista Italiano. Una denuncia è stata presentata in Procura.

Gli animalisti presumono che l’animale sia morto per strangolamento. “Siamo davvero sgomenti per questo ennesimo crimine perpetuato contro un povero animale indifeso – spiegato Patrick Battipaglia, Coordinatore per la Sicilia del Partito Animalista Italiano -. Il nostro ufficio legale ha già presentato denuncia in Procura”.

LEGGI ANCHE: Palermo, indagato l’uomo che ha ucciso il cane Aron: protesta degli animalisti

“E mentre piangiamo la morte di Aron il cane bruciato vivo nei giorni scorsi a Palermo, un’altra uccisione di cane scuote la Sicilia, difatti a Rosolini paese della provincia di Siracusa alcune volontarie del posto hanno trovato un cane morto presumibilmente impiccato. Il ritrovamento è stato effettuato in piazza Virgilio”: sull’ennesimo omicidio di cane interviene l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente che domani invierà una denuncia alla procura della repubblica di Siracusa.

“Riteniamo doveroso denunciare questo fatto e invitare chiunque abbia notizie a denunciare alle forze dell’ordine le uniche preposte ad indagare, mettiamo anche a disposizione una taglia di 2.000 euro che pagheremo a chi con la sua denuncia formale scritta rilasciata nelle forme di legge permetterà di individuare e far condannare il responsabile di tale crimine.

“Stiamo assistendo, da qualche tempo, ad una vera e propria escalation di violenza contro poveri animali indifesi. Un clima di violenza che condanniamo fermamente. E’ necessario che il Parlamento approvi al più presto la nostra Legge Angelo, con cui chiediamo l’inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali – prosegue Patrick Battipaglia -. Chiediamo aiuto alle autorità affinché si riesca a trovare il responsabile di un gesto così meschino e atroce, anche attraverso le videocamere di sorveglianza della zona. Facciamo un appello agli abitanti della zona – conclude il dirigente del Partito Animalista Italiano – a darci qualsiasi informazione utile, anche in forma anonima, per potere individuare il responsabile di questa orribile uccisione”.

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Riteniamo poi – scrivono gli animalisti di AIDAA – che questa escalation di reati e queste uccisioni di animali, in particolare di cani e gatti sia intollerabile e chiediamo che chi siede in parlamento e nel governo si metta al lavoro per redigere una nuova legge a partire dai testi esistenti, compreso quello molto interessante che gli amici del Partito Animalista Italiano hanno redatto chiamandola legge Angelo”.

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Cronaca

Mafia e gelaterie: sequestrate due imprese a Palermo legate ai boss

Indagine della Guardia di Finanza porta al sequestro di attività e marchi per oltre 2 milioni di euro: scattano gli arresti

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La Guardia di Finanza di Palermo ha eseguito un’ordinanza del gip che ha disposto il sequestro di due imprese nel settore delle gelaterie-pasticcerie, entrambe a marchio Sharbàt, situate in via Terrasanta e a Mondello.

Il provvedimento rientra nell’ambito di un’indagine più ampia condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria, che ad agosto aveva portato all’arresto di Michele Micalizzi e Mario Mancuso, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di valori.

Micalizzi, 75 anni, genero del noto capomafia Rosario Riccobono, era tornato in libertà nel 2015 dopo 20 anni di carcere, ma gli inquirenti lo ritengono attualmente il capo della famiglia mafiosa di Tommaso Natale.

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L’indagine ha portato anche al sequestro di beni per un milione e mezzo di euro, legati ai profitti generati dalle gelaterie e altre attività commerciali riconducibili a Micalizzi e Mancuso. Quest’ultimo è l’ex proprietario della Magi srl, azienda dichiarata fallita nel 2021.

Secondo gli investigatori, Micalizzi avrebbe avuto un ruolo centrale nelle iniziative imprenditoriali di Mancuso, fra cui cui l’apertura di nuove gelaterie a marchio Brioscià. Il sequestro disposto dal gip, basato sui fatturati stimati, supererebbe i 2 milioni di euro e ha portato alla nomina di un amministratore giudiziario per la gestione delle imprese coinvolte. (foto archivio)

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Cronaca

Emergenza idrica a Enna: la Procura apre un’indagine sulle criticità del servizio

Turnazioni drastiche, tariffe elevate e autobotti in mano ai privati al centro delle proteste dei cittadini

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La Procura di Enna ha avviato un’indagine esplorativa per fare luce sull’emergenza idrica che affligge il territorio ennese. La situazione, aggravata dalle drastiche turnazioni nella fornitura d’acqua, ha scatenato proteste diffuse da parte dei residenti di diversi Comuni della provincia.

L’inchiesta nasce anche a seguito dell’allarme sociale generato da manifestazioni organizzate dagli utenti stanchi dei continui disservizi.

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Tra i principali problemi segnalati, vi è la turnazione dell’acqua che può arrivare fino a sette giorni, creando gravi disagi. Inoltre, si è acceso il dibattito sulle tariffe idriche, considerate troppo elevate. Secondo Giampiero Alfarini, avvocato del Comitato Senz’Acqua Enna, esisterebbero le condizioni per contestare le bollette, soprattutto per la presenza delle cosiddette “partite pregresse”, elemento di forte dissenso tra gli utenti.

In alcuni Comuni, come Enna, anche nel giorno previsto per l’erogazione settimanale, l’acqua arriva con pressione insufficiente o non arriva affatto in alcune abitazioni, rendendo difficile persino il riempimento dei serbatoi.

Un altro aspetto critico riguarda il rifornimento delle autobotti, spesso gestite da privati, con conseguenti costi per i cittadini. Solo in alcune località, come Calascibetta, l’amministrazione comunale ha messo a disposizione un mezzo da 15 mila litri di acqua potabile, mentre la Protezione civile si occupa della distribuzione di acqua per uso domestico, ma non in tutto il territorio ennese. (foto archivio)

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Cronaca

“C’è puzza di bruciato”: il volo Napoli-Palermo non decolla

Oltre 160 passeggeri bloccati a Napoli dopo la cancellazione del volo, nessuna riprotezione in serata

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Momenti di tensione per circa 160 passeggeri di un volo EasyJet diretto a Palermo, partito ieri sera dall’aeroporto di Napoli. L’Airbus A320, che avrebbe dovuto atterrare al Falcone Borsellino alle 20.45, è stato costretto a rimanere in pista a causa di un forte odore di bruciato avvertito dai passeggeri già a bordo, come riportato da PalermoToday.

Secondo le prime ipotesi, il problema potrebbe essere stato causato da un guasto all’impianto di raffreddamento dell’aeromobile. Per precauzione, la compagnia ha deciso di cancellare il volo, lasciando i passeggeri a terra.

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Nonostante il disagio, molti viaggiatori hanno lamentato di non essere stati riprotetti su altri voli diretti a Palermo nella stessa serata.

La situazione ha generato malcontento tra i passeggeri, costretti a cercare soluzioni alternative.

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Cronaca

La Juve next gen passa la notte in aeroporto a Trapani: Schifani convoca Airgest

Disavventura per i giocatori e la dirigenza della squadra bianconera militante in Serie C

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Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha convocato d’urgenza a Palazzo d’Orleans Salvatore Ombra, presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto di Trapani Birgi.

La decisione dopo aver appreso della disavventura della squadra di calcio Juventus Next Gen, costretta a dormire in aeroporto ieri sera a causa di un guasto all’aereo che avrebbe dovuto riportare a casa giocatori e dirigenti dopo la partita giocata a Trapani.

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