Cronaca
Canicattì, rase al suolo migliaia di piante di uva Italia: danno da 100mila euro
Casi simili erano stati quelli di Campobello di Licata e Naro: non si tratta del primo episodio avvenuto di recente
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Sono stati tranciati i tiranti, poi sono state rase al suolo circa duemila piante di uva Italia. E’ accaduto a Canicattì, dove un coltivatore ha denunciato tutto alla polizia.
Il danno sarebbe da circa 100 mila euro. Le forze dell’ordine hanno subito avviato le indagini, dopo la denuncia. Un giovane di 29 anni aveva in comodato d’uso gratuito un appezzamento di terreno di tre ettari in contrada Ponte Bonavia.
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E non si tratta della prima volta che i vigneti vengono danneggiati, quest’anno, nella cittadina in provincia di Agrigento. Casi simili erano stati quelli di Campobello di Licata e Naro. Gli episodi di danneggiamento si erano verificati lo scorso anno e due anni fa.
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Cronaca
Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne
Gli indizi, le ipotesi e il dolore di una famiglia in cerca di verità, con le circostanze del decesso che lasciano perplessi gli inquirenti
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Nel giardino di casa il corpo di Larimar, la quindicenne morta a Piazza Armerina, è stato trovato impiccato a un albero. Ma le circostanze della sua morte lasciano perplessi, anche gli inquirenti: la ragazza aveva infatti la vertebra cervicale intatta, le mani libere e segni di corda attorno a collo, addome e piedi.
Dettagli, gli ultimi, che sollevano ancora una volta nuovi dubbi sull’ipotesi di suicidio.
La madre, che ha scoperto il corpo, racconta di averla trovata in ginocchio, con un doppio cappio al collo. “Sembrava dormisse”, ha dichiarato. L’autopsia ha confermato i segni delle corde, ma altri elementi alimentano il mistero: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante avesse attraversato il giardino per raggiungere l’albero. (continua sotto la foto)
Il giorno della tragedia, la giovane era molto scossa dopo un litigio a scuola. Una compagna l’aveva accusata di avere una relazione con il suo ex, accusa confermata dal ragazzo davanti ad altri studenti.
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“È successa una cosa brutta”, aveva confidato Larimar alla madre prima di tornare a casa. Poco dopo, la tragedia. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio e ha sequestrato i cellulari di otto amici della ragazza, cercando di capire se la diffusione di foto intime possa aver giocato un ruolo.
Intanto, il padre esclude l’ipotesi del suicidio: “Era solare, piena di vita. La sera prima parlava di un viaggio in famiglia”. La famiglia, tramite la loro avvocata Milena Ruffini, sta conducendo indagini difensive. La preside della scuola non ha ancora risposto alle richieste di chiarimenti.
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Cronaca
Drammatico incidente a Messina: muore maestro di arti marziali
Perde la vita Eliseo Scarcella, 56 anni: diversi incidenti mortali in tre mesi nella città dello Stretto
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Ancora una tragedia sulle strade siciliane: nella serata di ieri, grave incidente quello avvenuto nella zona sud di Messina, sulla statale 114 al bivio di Santa Lucia sopra Contesse.
Lo scontro, violentissimo, ha coinvolto una moto e un’auto in via Giorgio La Pira, provocando la morte di Eliseo Scarcella, 56 anni, figura molto conosciuta nello sport messinese.
Scarcella, maestro di arti marziali e professore alla scuola “Pascoli Crispi”, è stato trasportato in ambulanza al Policlinico “Gaetano Martino”, dove è deceduto poco dopo l’arrivo.
Il conducente dell’auto è rimasto ferito in modo non grave ed è stato portato al Piemonte per le cure. La sezione infortunistica della polizia municipale sta indagando per chiarire le cause dello scontro.
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Questo dramma si inserisce in un tragico elenco di incidenti mortali a Messina, tre negli ultimi tre mesi.
Solo pochi giorni fa, il 18 novembre, Giuseppe Ingemi, 55 anni, è deceduto mentre guidava la sua Harley Davidson in via Garibaldi, nei pressi della fontana del Nettuno. La famiglia di Ingemi cerca ancora testimoni per fare luce sulla dinamica dell’incidente.
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Cronaca
“Interventi chirurgici e pagamenti in contanti”: Margaret, le indagini e le “voci” sui social
Accordi via chat, pagamenti in contanti e nessun consenso informato: la vicenda della 22enne sul centro mai autorizzato
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La scelta di Margaret Spada, 22enne di Lentini scomparsa a Roma, era stata lo studio dei Procopio (padre e figlio) per l’intervento al naso, basandosi sulle testimonianze di altre ragazze sui social.
Oggi, molte di queste pazienti raccontano esperienze simili: accordi presi via chat, basati su foto, e interventi pagati in contanti senza alcun consenso informato. L’attività del centro è sotto inchiesta, con il Nas dei Carabinieri che ha sequestrato i fascicoli negli uffici della Regione Lazio.
Il centro, mai autorizzato a praticare interventi chirurgici, è oggetto di una nuova ispezione per approfondire la prima perquisizione. Come riporta Il Corriere della Sera, all’interno della struttura sarebbero stati trovati un bisturi, anestetico locale e altri farmaci: le prove che lì dentro si facessero operazioni chirurgiche e non solo filler.
La perquisizione è durata alcune ore e fa seguito alla prima verifica del 7 novembre quando, su delega del pm Erminio Amelio, i militari avevano sequestrato la struttura. La ricerca di prove sul tipo di intervento si è concentrata anche sulla documentazione medica, quella contabile, e sulla dotazione di strumenti per fronteggiare eventuali emergenze.
Nello studio è stato trovato un defibrillatore funzionate ma gli inquirenti vogliono capire se e come sia stato utilizzato, dato che la cartella clinica parla di “tardivi e incorretti tentativi di rianimazione”.
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Gli investigatori sospettano che i Procopio abbiano utilizzato i giorni successivi all’intervento per eliminare altre prove compromettenti. Anche pazienti e testimoni riferiscono che nel centro venivano effettuati interventi chirurgici veri e propri, ben oltre le semplici procedure estetiche.
Gli inquirenti sono anche in cerca dei registri contabili: Margaret, secondo il fidanzato, avrebbe pagato 2.800 euro in contanti, una prassi comune tra le pazienti del centro.
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Cronaca
Urla, insulti e rissa fra donne a Misilmeri: in due in ospedale
Lite per motivi economici tra tre donne e un giovane: due finiscono al pronto soccorso
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Urla, insulti e poi una violenta rissa in via Civiletti, a Misilmeri. A scatenare il caos, presumibilmente motivi economici, che hanno portato tre donne di 55, 35 e 25 anni e un ventenne a passare dalle parole alle mani.
Le tensioni sono culminate in una vera e propria colluttazione che ha coinvolto tutti i presenti. Nella confusione generale, due delle donne coinvolte hanno avuto la peggio e sono state trasportate d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo.
Sul luogo dell’accaduto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini per chiarire la dinamica dell’episodio. Al momento, le forze dell’ordine raccolgono testimonianze sul caso.
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