Caso Saguto a Palermo, Corte di Cassazione fa cadere alcune accuse

Altre imputazioni hanno retto, ed il processo torna in Appello: al momento la giudice non rischia il carcere

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Le accuse contro l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione, Silvana Saguto, reggono soltanto in parte, in Cassazione. La giudice è sotto processo per corruzione, falso e abuso d’ufficio.

Hanno retto soltanto alcuni fra i capi d’imputazione che erano contestati alla donna, mentre per altri la Corte ha disposto un annullamento senza rinvio. Altri ancora, invece, hanno visto annullamento con rinvio alla corte d’appello di Caltanissetta: la pena sarà lì da rideterminare.

Era stata di 8 anni e 10 mesi la pena, in secondo grado per la magistrata. Alla luce del verdetto, che comporta un giudizio d’appello bis, la giudice, dunque, non rischia per ora il carcere.

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Il processo nasce da una indagine sulla cattiva gestione, da parte della sezione del tribunale diretta da Saguto, dei beni confiscati e sequestrati alla mafia. Secondo l’accusa, la magistrata, in cambio di regali e favori, per sé e familiari, avrebbe assegnato ai soli professionisti del suo cerchio magico amministrazioni giudiziarie milionarie dei beni sottratti ai clan.

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