Con 150 chili di cocaina recuperati in mare da un peschereccio con le reti a strascico, ancora confezionate in panetti, i pescatori si sono rivolti ad alcuni pregiudicati dell’isola di Lampedusa.
I carabinieri del comando provinciale di Agrigento, all’alba di oggi, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Agrigento, nei confronti di undici persone, con contestuale esecuzione di perquisizioni. I destinatari delle misure restrittive sono lampedusani e quattro cittadini senegalesi, alcuni dei quali già con precedenti penali.
Tra gli arrestati, una delle persone che nelle scorse settimane aveva aggredito verbalmente una troupe di giornalisti sull’isola, urlandogli contro “state rovinando l’immagine dell’isola”.
Gli 11 indagati, sottoposti a fermo di indiziato di delitto, verranno trasferiti, nelle prossime ore, nelle case circondariali di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, ad eccezione di G.B posto ai domiciliari per la sua avanzata età.
Inoltre, è stato individuato anche il canale di pagamento delle partite di cocaina, che avvenivano con ricariche di “conti gioco”, eseguite dagli acquirenti della cocaina e utilizzate per operazioni online.
L’operazione Zefiro e ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza sui soggetti che avevano avuto un ruolo attivo oltre che nel ritrovamento dei panetti, anche nell’occultamento e nello spaccio fra Lampedusa, Favara e Catania.
La Procura di Agrigento ha precisato che le indagini giudiziarie non sono ancora concluse e che le condotte di reato contestate agli indagati non sono definitivamente accertate.
I nomi degli arrestati: Antonino Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mhaye Ibrahima, Giovanni Blandina e Jacopo Blandina, rispettivamente padre e figlio di Ignazio Umberto Blandina (già in carcere dal 2022), Vincenzo Lo Verde, Gningue Lo Doudou, Vincenzo Barbera, Tony Sparma e Nicola Minio
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