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Sicilia

Comuni “ricchi e poveri” d’Italia: Sant’Agata Li Battiati “brilla”, Palermo è 2400esimo

La classifica dei Comuni più ricchi e più poveri d’Italia: in Sicilia brilla Sant’Agata li Battiati, nel Catanese, Palermo in posizione 2405

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Il comune più ricco d’Italia è Lajatico, in provincia di Pisa, mentre quello più povero, è Cavargna, in provincia di Como. I 985 contribuenti residenti a Lajatico nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo Irpef medio pari a 54.708 euro, i 94 presenti nel borgo di Cavargna, invece, solo 6.314 euro. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che ha analizzato i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze riferiti alle dichiarazioni dei redditi ai fini Irpef del 2021.

Un Paese, il nostro, che essendo lungo e stretto presenta, anche dalla lettura delle dichiarazioni dei redditi dei propri contribuenti, differenze molto marcate con segnali di “impoverimento” che purtroppo interessano anche il Nord: tra i 50 comuni più “poveri” del Paese, ad esempio, ben 11 sono del settentrione. Nella stragrande maggioranza dei casi stiamo parlando di piccolissime realtà di montagna che hanno vissuto negli ultimi 30-40 anni lo spopolamento e un progressivo invecchiamento della popolazione rimasta.

Milano comunque rimane il comune capoluogo di provincia più ricco d’Italia con 37.189 euro; praticamente il doppio dei 18.706 euro dichiarati a Ragusa. Visti i limiti del centralismo che hanno sicuramente contribuito a “dividere” il Paese, non è da escludere che con una decisa accelerazione verso l’autonomia differenziata, in tempi ragionevolmente brevi si potranno accorciare le distanze economiche/sociali tra il Nord e il Sud, ma anche tra i territori ricchi e quelli poveri presenti in una stessa regione.
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Dalla Cgia ricordano che va comunque sottolineato che questi dati non includono i redditi dei soggetti a imposta sostitutiva o esenti da tassazione diretta (come gli interessi sui redditi di capitale e i redditi realizzati applicando il regime fiscale forfettario) e da eventuali integrazioni. Ovviamente, in questa statistica non sono compresi nemmeno gli effetti del lavoro sommerso e dell’evasione fiscale che nelle aree più disagiate del Paese spesso costituiscono un vero e proprio “espediente” per sostenere economicamente in particolar modo le fasce sociali più deboli.

Dopo Lajatico, che tra i suoi abitanti annovera il tenore Andrea Bocelli, al secondo posto tra i comuni più ricchi troviamo Basiglio (MI) con un reddito complessivo Irpef di 49.325 euro, Portofino (GE) con 45.617 euro, Bogogno (NO) con 42.366 euro e Varenna (LC) con 42.254 euro. Il primo comune capoluogo di provincia che scorgiamo nella classifica nazionale è Milano che si colloca al 12° posto con 37.189 euro.

Seguono Monza al 33° con 32.237 euro, Bergamo al 39° con 31.883 euro e Pavia al 57° con 30.606 euro. Tra i comuni capoluogo di regione del Centronord, infine, scorgiamo Bologna al 92° posto con 29.480 euro, Roma al 120° con 28.646 euro, Bolzano al 133° con 28.473 euro, Firenze al 186° con 27.636 euro, Trento al 255° con 27.059 euro, Torino al 290° con 26.840 euro, Genova al 665° con 25.011 euro, Trieste al 680° con 24.962 euro, Aosta al 771° con 24.683 euro e Venezia con 24.058 euro.

In linea generale, comunque, possiamo affermare con una elevata dose di certezza che i contribuenti più abbienti abitano nelle medie/grandi città o nei comuni dell’hinterland sempre di questi ultimi. Il comune più ricco del Mezzogiorno è Sant’Agata li Battiati (CT) che, grazie a un reddito Irpef complessivo medio del 2021 pari a 28.055 euro, gli ha consentito di classificarsi al 152° posto a livello nazionale. Sempre tra le amministrazioni comunali del Sud, subito dopo scorgiamo San Gregorio di Catania (CT) che con un reddito di 28.019 euro si colloca al 155° e Cagliari che con 26.985 euro si piazza al 266° della graduatoria nazionale. Tra i comuni capoluogo di regione, infine, L’Aquila occupa il 1.202° posto con un reddito di 23.727 euro, Bari al 1.363° con 23.427 euro, Potenza al 1.674° con 22.925 euro, Napoli al 1.876° con 22.603 euro, Campobasso al 2.133° con 22.239 euro, Palermo al 2.405° con 21.850 euro e Catanzaro al 2.519° con 21.685 euro. 🖋 CONTINUA A LEGGERE su teleone.it

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Cronaca

Palermo dà l’ultimo saluto a Totò Schillaci: funerali in Cattedrale per il campione di Italia ’90

Una cerimonia sobria e riservata per ricordare il campione che ha fatto sognare milioni di italiani

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Si terranno oggi alle 11.30, nella Cattedrale di Palermo, i funerali di Totò Schillaci, il campione che ha segnato la storia del calcio italiano e fatto emozionare milioni di tifosi durante i Mondiali di Italia ’90.

A officiare il rito funebre sarà monsignor Luigi Sarullo, parroco della Cattedrale. Solo mille persone potranno accedere alla cerimonia, che sarà semplice e discreta, rispecchiando l’umiltà che Schillaci ha sempre dimostrato sia nella sua carriera che nella vita personale. (continua sotto la foto)

Il dispositivo di sicurezza predisposto cercherà di prevenire il sovraffollamento all’interno della chiesa, mentre all’esterno migliaia di persone sono attese per rendere omaggio al feretro del calciatore, stroncato da un tumore al colon.

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Il feretro sfilerà tra la folla poco prima dell’orario fissato per l’inizio della cerimonia, dando modo a tutti i presenti di salutare per l’ultima volta il loro beniamino. (continua sotto)

Schillaci, che ha indossato le maglie di Messina, Juventus e Inter, rimarrà per sempre nei cuori degli italiani per le sue imprese in campo, ma anche per il suo carattere semplice e modesto. I funerali saranno un’occasione per ricordare non solo il grande sportivo, ma anche l’uomo che, pur avendo fatto sognare l’Italia, è sempre rimasto con i piedi per terra.

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Cronaca

Truffa e reati fiscali, confisca da 12 milioni di euro: professionista agiva fra Messina e Palermo

Il Tribunale di Messina emette due decreti di confisca contro un noto professionista e un pregiudicato detenuto

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Il Tribunale di Messina, Gruppo Misure di Prevenzione, ha emesso due decreti di confisca per un valore complessivo superiore a 12 milioni di euro, colpendo due individui coinvolti in diverse attività illecite.

Nel primo caso, la Dia, Direzione Investigativa Antimafia, ha confiscato beni appartenenti a un noto professionista dell’area Nebroidea, accusato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio.

Secondo le indagini, l’uomo avrebbe ottenuto ingenti contributi pubblici, tra cui incentivi per le attività produttive nelle aree depresse, realizzando un significativo arricchimento personale.

Tra i beni confiscati figurano 9 imprese operanti in settori come l’assistenza fiscale e immobiliare, 7 appartamenti, un fabbricato, 17 terreni tra Messina e Palermo, e vari conti bancari, per un valore totale di circa 12 milioni di euro.

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Il secondo decreto di confisca, eseguito dai Carabinieri, ha riguardato un pregiudicato messinese attualmente detenuto, soggetto anche alla misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. La confisca ha interessato sei abitazioni, un terreno agricolo e cinque veicoli, per un valore stimato di circa 350mila euro.

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Cronaca

Lite a Catania finisce in sparatoria: ferito un 53enne a Librino

L’uomo colpito alla gamba, non è in pericolo di vita. Indagini in corso per chiarire la dinamica

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Un uomo di 53 anni è stato ferito a una gamba da un colpo di arma da fuoco dopo ua lite scoppiata per motivi personali nel rione di Librino, a Catania.

La sparatoria si è verificata al culmine di un alterco. Dopo l’accaduto, il 53enne è stato trasportato all’ospedale Garibaldi centro, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Fortunatamente, le sue condizioni non destano preoccupazioni e l’uomo non è in pericolo di vita.

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La squadra mobile della Questura di Catania ha avviato un’indagine per chiarire i dettagli dell’episodio e individuare i responsabili della sparatoria. Si stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i moventi dietro la lite, cercando di fare luce su quanto accaduto nel popolare quartiere catanese. (foto archivio)

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Cronaca

“Violenza sessuale su due colleghi”: arrestato dipendente alberghiero a Taormina

Un 38enne di Giardini Naxos è finito ai domiciliari: l’indagine è partita dalla denuncia delle vittime

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I Carabinieri della compagnia di Taormina hanno arrestato un dipendente di 38 anni di una struttura alberghiera di Giardini Naxos, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di due suoi giovani colleghi.

L’uomo, attualmente residente in Calabria per motivi di lavoro, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Messina su richiesta della locale Procura.

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Le indagini erano state avviate circa un anno fa, a seguito della denuncia presentata dalle vittime, che avevano raccontato ai militari gli abusi subiti dal collega. Grazie alle testimonianze raccolte e agli elementi probatori, la Procura ha ritenuto necessario richiedere la misura cautelare per tutelare le vittime e prevenire ulteriori episodi.

L’arresto è stato eseguito in Calabria, dove il 38enne si era trasferito per un nuovo impiego. Le accuse mosse contro di lui comprendono reiterate condotte di violenza sessuale, che hanno aggravato la sua posizione legale.

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