Scatta un’ordinanza di custodia cautelare da parte dei carabinieri di Cefalù, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura, nei confronti di cinque persone accusate, a vario titolo, di estorsione e sfruttamento del lavoro.
Il provvedimento dispone una misura agli arresti domiciliari e quattro interdittive col divieto temporaneo di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell’insegnamento per 12 mesi.
Gli indagati sono amministratori e gestori di una cooperativa che si occupa di istruzione secondaria di secondo grado in due istituti paritari di Cefalù e Termini Imerese.
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Al centro delle indagini le modalità di assunzione e impiego di docenti e personale Amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata). Secondo l’accusa le vittime avrebbero lavorato in difformità e in misura sproporzionata al contratto nazionale di lavoro, e anche a titolo gratuito restituendo la retribuzione perché obbligate con minacce oppure perché costrette dalla necessità di ottenere i punteggi per le graduatorie pubbliche o per bisogno connesso alla crisi economica e occupazionale.
Secondo la Procura sarebbero stati 118 i dipendenti coinvolti in questa dinamica che avrebbe permesso alla cooperativa di mantenere bassi costi di gestione e di massimizzare i profitti.
Durante l’operazione i Carabinieri hanno sottoposto a sequestro preventivo 65.300 euro in contanti rinvenuti nelle abitazioni degli indagati e in istituti paritari riconducibili alla cooperativa e custoditi in alcune circostanze dentro buste con elenchi nominativi del personale dipendente.
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