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Cuoce male gli arrosticini, cliente gli spara tre colpi: il pugile-cuoco torna sul ring

Un cliente si lamenta per gli arrosticini, cotti male, poi gli spara 3 colpi. Il pugile-cuoco: “Non mi arrendo, torno sul ring”

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Era rimasto gravemente ferito perché nel ristobar in cui lavorava, a Pescara, era stato raggiunto da tre colpi di arma da fuoco. Erano stati sparati da un cliente, che si era lamentato con lui per la salatura degli arrosticini.

La storia di Yelfry Rosado Guzman, il pugile-cuoco 23enne, torna agli onori della cronaca, perché il giovane – che per le gravi lesioni riportate non ha ripreso a camminare – è ritornato sul ring. In carrozzina, per la 31esima edizione del Fight Clubbing World Championship, in corso a Pescara.

Guzman ha disputato il primo match in Italia di boxe autonoma in carrozzina, contro il più esperto Simone Dessi di Tortona (Alessandria), nell’ambito di quello che gli organizzatori definiscono “il più grande evento di Sport da Combattimento d’Italia”. “Io non mollo mai, voglio combattere a livello internazionale, la carrozzina non è un ostacolo”, ha assicurato.

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“Mi sono preparato – ha raccontato Guzman a IlPescara -in modo speciale per questo appuntamento, allenandomi come facevo prima, anche se ora è un po’ diverso perché, stando seduto, sarà tutto più difficile, ma bisogna continuare, bisogna andare avanti. La sedia non è un ostacolo e ce la farò ad arrivare dove Dio vuole. Chi ha voglia e volontà riesce ad andare avanti: io non mollo mai, mi sono messo l’animo in pace dopo quello che mi è successo. Il mio obiettivo è di arrivare a rimettermi in piedi ma, se non dovessi riuscirci, continuerò comunque a combattere a livello internazionale”.

La sparatoria era avvenuta all’ora di pranzo del 10 aprile dello scorso anno. L’uomo che gli sparò, originario di Montesilvano, provincia di Pescara – ma residente in Svizzera – è stato arrestato, ed è attualmente sotto processo.

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Cronaca

Si ribalta trattore, tragedia a Paceco: morto a 55 anni Maurizio Scuderi

La comunità in lutto per Maurizio Scuderi, 55 anni, vittima di un drammatico ribaltamento di un trattore

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Maurizio Scuderi, 55 anni, residente a Paceco, ha perso tragicamente la vita in un incidente sul lavoro.

L’uomo stava guidando il suo trattore su un terreno di sua proprietà quando il mezzo si è ribaltato, causandone il decesso.

Impiegato forestale e dirigente del sindacato Flai Cgil, Scuderi era una figura rispettata e amata nella comunità. La notizia della sua morte ha scosso profondamente il paese, lasciando sgomento tra amici, colleghi e conoscenti. Numerosi messaggi di cordoglio sono comparsi sui social, a testimonianza dell’affetto e della stima che lo circondavano.

Scuderi lascia una moglie e due figli. La sua figura era centrale anche per il sindacato, dove era conosciuto per il suo impegno a tutela dei lavoratori.

Le autorità competenti hanno avviato indagini per accertare le cause del ribaltamento del trattore e ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.

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Cronaca

Tragico schianto a Palermo: muore un uomo di 32 anni

Incidente nella notte in viale Regione Siciliana, da chiarire la dinamica

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Un incidente mortale è avvenuto poco prima di mezzanotte in viale Regione Siciliana, all’altezza del sottopasso di corso Calatafimi, in direzione Trapani.

Un uomo di 32 anni ha perso la vita mentre viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo 159.

Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per estrarre la vittima dalle lamiere, il personale sanitario del 118 e la polizia, che ha gestito i rilievi. Per consentire i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area, il tratto di strada è stato temporaneamente chiuso al traffico, causando rallentamenti nella circolazione.

La dinamica del sinistro è ancora da ricostruire, ma secondo le prime informazioni non sembrano essere coinvolti altri veicoli. L’Alfa Romeo 159, completamente distrutta.

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Cronaca

“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma

La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”

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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.

Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.

LEGGI ANCHE: Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.

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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.

La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.

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Cronaca

Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Gli indizi, le ipotesi e il dolore di una famiglia in cerca di verità, con le circostanze del decesso che lasciano perplessi gli inquirenti

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Nel giardino di casa il corpo di Larimar, la quindicenne morta a Piazza Armerina, è stato trovato impiccato a un albero. Ma le circostanze della sua morte lasciano perplessi, anche gli inquirenti: la ragazza aveva infatti la vertebra cervicale intatta, le mani libere e segni di corda attorno a collo, addome e piedi.

Dettagli, gli ultimi, che sollevano ancora una volta nuovi dubbi sull’ipotesi di suicidio.

La madre, che ha scoperto il corpo, racconta di averla trovata in ginocchio, con un doppio cappio al collo. “Sembrava dormisse”, ha dichiarato. L’autopsia ha confermato i segni delle corde, ma altri elementi alimentano il mistero: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante avesse attraversato il giardino per raggiungere l’albero. (continua sotto la foto)

Il giorno della tragedia, la giovane era molto scossa dopo un litigio a scuola. Una compagna l’aveva accusata di avere una relazione con il suo ex, accusa confermata dal ragazzo davanti ad altri studenti.

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“È successa una cosa brutta”, aveva confidato Larimar alla madre prima di tornare a casa. Poco dopo, la tragedia. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio e ha sequestrato i cellulari di otto amici della ragazza, cercando di capire se la diffusione di foto intime possa aver giocato un ruolo.

Intanto, il padre esclude l’ipotesi del suicidio: “Era solare, piena di vita. La sera prima parlava di un viaggio in famiglia”. La famiglia, tramite la loro avvocata Milena Ruffini, sta conducendo indagini difensive. La preside della scuola non ha ancora risposto alle richieste di chiarimenti.

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