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Dimentica la cocaina nello zainetto del nipote: bimbo di 4 anni ci gioca all’asilo
Ha dimenticato una bustina di cocaina nello zainetto del nipotino. Il bimbo di 4 anni ci gioca all’asilo: intervento di maestre e carabinieri
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Era un sacchettino di plastica, con almeno 100 grammi di cocaina. E si trovava nel posto in cui non sarebbe mai dovuto essere, ovvero nello zainetto di un bambino di appena quattro anni. Il piccolo, una volta arrivato a scuola, ha preso il sacchettino ed ha iniziato a giocare con i compagni.
L’incredibile fatto avviene in provincia di Crotone, a Isola Capo Rizzuto. Come è finita quella droga nello zaino? Sarebbe stato lo zio del bimbo, un uomo già noto alle forze dell’ordine. Che, alla fine, lo hanno arrestato. L’uomo è un trentenne, ed è stato fermato dai carabinieri locali – coadiuvati dalla compagnia di Crotone – per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
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Che la vicenda si sia conclusa senza danni è merito delle maestre. Sono state, infatti, le docenti ad accorgersi che i piccoli dell’asilo stavano passando il tempo con qualcosa che di “gioco” non ha davvero nulla. E sono intervenuti prima che gli alunni toccassero o – ancora peggio – ingerissero – la cocaina nella bustina.
DOpo il sequestro, i carabinieri hanno allertato i servizi sociali. Non è stato difficile individuare i possessori della cocaina. Lo zio è stato presto condotto in carcere. Le indagini si erano subito concentrati sui familiari più stretti del bimbo di 4 anni. (foto archivio)
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Cronaca
Mafia, traffico internazionale di cocaina fra Genova e Palermo, coinvolto clan Tommaso Natale
Sei arresti, sequestri e un’indagine che svela il traffico di cocaina e le minacce per controllare beni immobili
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All’alba di oggi a Genova è scattata l’operazione antimafia “Gigante”, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia locale con il supporto dei Centri Operativi Dia di Palermo, Milano e Torino.
Sono state eseguite sei misure cautelari in carcere, emesse dal Gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo. Gli indagati sono accusati di trasferimento fraudolento di valori, traffico internazionale di stupefacenti, detenzione di armi e estorsione.
L’operazione ha portato anche al sequestro di un terreno a Palermo e a numerose perquisizioni personali e domiciliari. Le indagini hanno evidenziato il rischio di infiltrazione mafiosa in alcune società di logistica legate al mandamento “Tommaso Natale” di Palermo, colpite da interdittive antimafia.
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Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di scoprire quattro pistole e oltre 500 proiettili nascosti in un container utilizzato dalla società logistica, riconducibile a un imprenditore coinvolto nel traffico di cocaina dal Sudamerica.
Tra le accuse, spicca quella di estorsione: l’imprenditore, grazie alla disponibilità di armi, avrebbe minacciato di morte una persona per costringerla a non vendere un immobile sulle alture di Genova. L’obiettivo era ottenere l’uso dell’immobile per trasformarlo in un B&B da cui avrebbe ricavato profitti esclusivi.
I sei arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Marassi e si trovano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre proseguono le indagini per smantellare ulteriori ramificazioni dell’organizzazione criminale.
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Cronaca
Si ribalta trattore, tragedia a Paceco: morto a 55 anni Maurizio Scuderi
La comunità in lutto per Maurizio Scuderi, 55 anni, vittima di un drammatico ribaltamento di un trattore
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Maurizio Scuderi, 55 anni, residente a Paceco, ha perso tragicamente la vita in un incidente sul lavoro.
L’uomo stava guidando il suo trattore su un terreno di sua proprietà quando il mezzo si è ribaltato, causandone il decesso.
Impiegato forestale e dirigente del sindacato Flai Cgil, Scuderi era una figura rispettata e amata nella comunità. La notizia della sua morte ha scosso profondamente il paese, lasciando sgomento tra amici, colleghi e conoscenti. Numerosi messaggi di cordoglio sono comparsi sui social, a testimonianza dell’affetto e della stima che lo circondavano.
Scuderi lascia una moglie e due figli. La sua figura era centrale anche per il sindacato, dove era conosciuto per il suo impegno a tutela dei lavoratori.
Le autorità competenti hanno avviato indagini per accertare le cause del ribaltamento del trattore e ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
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Cronaca
Tragico schianto a Palermo: muore un uomo di 32 anni
Incidente nella notte in viale Regione Siciliana, da chiarire la dinamica
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Un incidente mortale è avvenuto poco prima di mezzanotte in viale Regione Siciliana, all’altezza del sottopasso di corso Calatafimi, in direzione Trapani.
Un uomo di 32 anni ha perso la vita mentre viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo 159.
Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per estrarre la vittima dalle lamiere, il personale sanitario del 118 e la polizia, che ha gestito i rilievi. Per consentire i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area, il tratto di strada è stato temporaneamente chiuso al traffico, causando rallentamenti nella circolazione.
La dinamica del sinistro è ancora da ricostruire, ma secondo le prime informazioni non sembrano essere coinvolti altri veicoli. L’Alfa Romeo 159, completamente distrutta.
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Cronaca
“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma
La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”
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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.
Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.
LEGGI ANCHE: Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne
Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.
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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.
La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.
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