“La chiesa ti deve accogliere e invece ti rifiuta”. Questa l’amara chiosa della mamma di un bimba affetta da autismo, rifiutata dal prete della parrocchia di Sant’Oliva, a Palermo, “perchè disturba durante le lezioni”. I genitori desideravano che la figlia frequentasse il corso di catechismo per la comunione insieme al fratello di nove anni. Niente da fare, il parroco Vincenzo Monaco della chiesa di corso Calatafimi è stato irremovibile:“Disturba le lezioni e non ha consapevolezza, iscrivetela altrove“, ha detto il sacerdote ai genitori.
“Mia figlia è scolarizzata – incalza la donna nel corso di un’intervista rilasciata a PalermoToday – e frequentare con il fratellino per lei sarebbe stato l’ideale. Il prete mi ha indicato un’altra chiesa in zona, dove il parroco è disposto ad accogliere questi bambini. Mi chiedo però: è questa l’inclusione della chiesa che dice di accettare tutti? Avrei accettato se mi avesse detto che è piccola, d’altronde non ha neppure 8 anni, e mi avesse detto ‘lasciamola crescere”.
La risposta di padre Monaco è stata quella di trovare una struttura specializzata, con un catechista che la potrebbe affiancare. “Bisogna garantirgli un rapporto particolareggiato come a scuola, che hanno gli insegnanti di sostegno al loro fianco. Il problema va risolto attraverso un iter interparrocchiale”, spiega il parroco.
Esistono chiese attrezzate per poter ospitare bambini che hanno difficoltà di questo tipo. Adesso, che il documento del vescovo vuole che il percorso di comunione si concluda dopo quattro anni, come faccio a prendermi in carico una bambina che disturba?”, chiede il sacerdote.
(www.teleone.it)