News e Focus
Ex Brigate rosse a giudizio dopo 50 anni per l’omicidio del carabiniere Giovanni D’Alfonso
La Corte d’Assise di Alessandria riapre un caso del 1975 con nuove accuse per Curcio e Moretti, ritenuti responsabili a distanza
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Il prossimo 25 gennaio inizierà alla Corte d’Assise di Alessandria il processo a Renato Curcio, Mario Moretti (foto) e Lauro Azzolini, ex membri delle Brigate Rosse, per l’omicidio del carabiniere Giovanni D’Alfonso.
L’indagine era stata riaperta nel 2021, dopo un esposto presentato alla procura di Torino da Bruno D’Alfonso, figlio della vittima e anch’egli carabiniere.
L’omicidio avvenne il 5 giugno 1975, durante un’operazione dei carabinieri a cascina Spiotta ad Arzello, in provincia di Alessandria. Quel giorno, quattro carabinieri si recarono alla cascina per individuare il nascondiglio dei brigatisti, dove era tenuto sequestrato l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, rapito il giorno precedente.
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In loco trovarono due brigatisti e si scatenò una sparatoria: l’appuntato Giovanni D’Alfonso perse la vita, così come la militante delle Brigate Rosse Margherita Cagol, conosciuta come “Mara”, moglie di Renato Curcio e cofondatrice delle Brigate Rosse.
Curcio e Moretti, pur non presenti alla cascina durante la sparatoria, sono accusati di corresponsabilità nell’omicidio, in quanto leader dell’organizzazione.
Un altro brigatista, Pierluigi Zuffada, è stato prosciolto per prescrizione. La sparatoria segnò un episodio cruciale negli anni di piombo e causò gravi ferite a due carabinieri, uno dei quali subì la perdita di un braccio e un occhio.
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Multimedia
Valencia, “parcheggio della morte” di Aldaya: le immagini delle squadre al lavoro – VIDEO
[video src="https://www.teleone.it/wp-content/uploads/2024/11/aldaya-centro-commerciale-valencia-allagato.mp4" poster="https://www.teleone.it/wp-content/uploads/2024/11/aldaya-centro-commerciale-valencia-allagato.mp4"]L’ondata devastante ha sommerso il centro commerciale, lasciando dietro di sé vite spezzate e un mare di detriti
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Un’ondata di acqua e fango è stata quella che ha colpito Aldaya martedì sera, cancellando in pochi istanti la vita di molte persone.
In tanti stavano cercando di raggiungere l’auto parcheggiata nel grande centro commerciale della zona, sperando di sfuggire alla violenta inondazione, ma sono stati sorpresi da uno tsunami di proporzioni inimmaginabili.
Il maxi parcheggio sotterraneo, che può ospitare fino a 1.800 auto, è stato completamente sommerso, trasformandosi in una trappola mortale per chi cercava rifugio.
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Per 24 ore, squadre di soccorso hanno lavorato incessantemente, utilizzando pompe idrovore per drenare i quattro metri cubici di acqua che avevano invaso ogni angolo del parcheggio. L’intero centro commerciale, con una capacità complessiva di 5.700 posti auto, è stato trasformato in un’enorme palude. Il video con le squadre di soccorso al lavoro:
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News e Focus
Come cambia il mercato a Bologna, monolocale da 6 metri quadri per 600 euro al mese: la curiosità
La stanza di dimensioni davvero minime, fa discutere nel cuore del mercato immobiliare felsineo: ecco l’annuncio pubblicato
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La discussione si è aperta immediatamente, attraverso i social: a Bologna, un annuncio pubblicato su un noto sito di compravendita immobiliare propone un appartamento in centro città che, a prima vista, sembra un’offerta interessante.
Il prezzo è di 600 euro al mese, una cifra non insolita per una zona centrale. Tuttavia, la superficie abitabile è di soli 8 metri quadri e, al momento della visita, viene rivelato che la metratura effettiva è ancora inferiore, arrivando a soli 6 metri quadri.
L’accesso a questa minuscola abitazione avviene tramite una scala a chiocciola, e l’interno sorprende per la sua struttura compatta. La stanza è illuminata da una finestra piccola, simile a quelle di una rimessa, e in meno di un passo si trovano tutti gli spazi: una mini cucina, il bagno e un letto singolo che sfiora il piano cottura.
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L’armadio è un pensile adattato con qualche appendiabiti e la scrivania non è che una semplice mensola. A sorprendere è il prezzo richiesto, pari a quello di una piccola abitazione vera e propria di qualche tempo fa.
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News e Focus
Stormo di oche sul parabrezza dell’aereo: pilota ferito, atterraggio d’emergenza a Toronto
Un aereo della compagnia low-cost canadese Flair Airlines, con 179 persone a bordo, è stato coinvolto in un incidente poco dopo il decollo dall’aeroporto Pearson di Toronto. La rotta, diretta verso Winnipeg, ha subìto un drastico cambiamento quando l’aereo ha colpito uno stormo di oche canadesi mentre sorvolava Brampton, un sobborgo a nord-ovest di Toronto. […]
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Un aereo della compagnia low-cost canadese Flair Airlines, con 179 persone a bordo, è stato coinvolto in un incidente poco dopo il decollo dall’aeroporto Pearson di Toronto.
La rotta, diretta verso Winnipeg, ha subìto un drastico cambiamento quando l’aereo ha colpito uno stormo di oche canadesi mentre sorvolava Brampton, un sobborgo a nord-ovest di Toronto.
L’impatto ha danneggiato il parabrezza della cabina di pilotaggio, che si è frantumato causando lievi ferite al pilota sul sedile di sinistra.
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In seguito all’incidente, l’equipaggio ha lanciato il segnale di emergenza “pan pan,” che indica una situazione non mortale ma critica. La richiesta di atterraggio d’emergenza è stata immediatamente accolta dall’aeroporto Pearson.
Il volo F8641 ha completato un’unica manovra sottovento prima di atterrare senza problemi sulla pista 33L alle 14:11, circa mezz’ora dopo il decollo. Un rapporto dell’Aviation Herald ha indicato che l’aereo è stato trainato fino al gate, data la visibilità limitata a causa del parabrezza danneggiato.
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Valencia, orrore nel centro commerciale: “In centinaia nei parcheggi sotterranei”
L’urlo di un panettiere sopravvissuto all’alluvione: “Non c’è stata nostra incoscienza, ma nessuno ci ha avvisati”
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In una Valencia devastata, Juàn, un giovane panettiere, urla: “Non vogliamo ripeterlo più! Non c’è stata incoscienza da parte nostra. Nessuno ci ha avvisati. Vi pare che migliaia di persone avrebbero preso l’auto sapendo che sarebbe successo il finimondo?”.
Si tratta della rabbia di un cittadino, ma è condivisa da molti. Molti fra coloro che hanno perso realmenete tutto. La casa, la famiglia, pezzi della propria vita.
La situazione è drammatica, e il nuovo bilancio del Ministero degli Interni registra 211 morti, di cui solo 39 identificati dai familiari.
LEGGI ANCHE: Valencia, l’alluvione e le strade sommerse in pochi minuti – VIDEO sequenza
LEGGI: Miracolo a Valencia: donna “sepolta” sotto il fango per tre giorni, ritrovata viva
Si tratta, tuttavia, soltanto di un dato parziale. I sommozzatori militari della Ume hanno recuperato corpi da parcheggi sotterranei, come quello del centro commerciale Bonaire (nella foto tratta dai social) dove l’acqua ha raggiunto i tre metri intrappolando centinaia di persone.
“Bonaire è diventato un cimitero,” raccontano fonti dei soccorritori, così come il parcheggio sotterraneo di Alfafar.
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I media spagnoli descrivono Valencia come una zona di guerra: il fango e l’acqua, inarrestabili e letali, hanno colpito oltre un milione di persone, con 130mila sfollati e 15mila rimasti senza elettricità e acqua.
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