La prima volta nella storia. Ovvero, dall’introduzione della moneta unica europea. L’Euro scende sotto la parità nei confronti del dollaro. Prima volta in due decenni. La moneta unica oggi, 13 luglio 2022, è arrivata a valere 0,9998, per poi ritornare sopra il dollaro restando comunque debole.
Ad aumentare la pressione sull’euro è il dato dell’inflazione americana al 9,1%, lasciando intravedere una Fed aggressiva e pronta ad alzare i tassi di un ulteriore 0,75% alla prossima riunione. (continua sotto)
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Una Fed aggressiva, e pronta ad alzare i tassi, insieme a prospettive economiche europee deboli e alla crisi energetica nel Vecchio Continente, rendono il dollaro più attraente e ne confermano lo status di “bene rifugio”.
La moneta americana torna dunque a testare la parità sull’euro dopo il dato sui prezzi al consumo americani, cresciuti a giugno ben oltre le attese al ritmo del 9,1% annuo, massimo dal 1981. Il biglietto verde ha toccato nuovamente quota 1,0000 per euro per poi restare poco al di sotto, a 1,0003 per euro, in calo dello 0,33% su ieri.
Quali sono i motivi dell’indebolimento della moneta europea? Sicuramente la crisi energetica, che diventa sempre più pesante per il Vecchio Continente aumentando i timori di una possibile recessione. In ogni caso, il deprezzamento della moneta unica ha vantaggi e svantaggi.
Se da un lato, infatti può essere un incentivo per i turisti stranieri e per le industrie italiane esportatrici (che possono vendere nel mercato americano a prezzi inferiori e realizzare maggiori profitti), dall’altro questo significa anche aumento del prezzo delle materie prime, da sempre commerciate in dollari, che rischia di aumentare i costi di produzione.
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