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Cronaca

Gioco e scommesse illegali: maxi blitz e oltre 60 denunce, anche in Sicilia

Seicento gli esercizi commerciali sottoposti a controllo, oltre 3.339 i soggetti identificati, 40 sequestri di apparecchiature illegali

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Vasta operazione in tutte le province italiane della Polizia di Stato nel settore del contrasto al gioco ed alle scommesse illegali, anche finalizzata alla tutela dei consumatori.

Seicento gli esercizi commerciali sottoposti a controllo, oltre 3.339 i soggetti identificati, 40 sequestri di apparecchiature illegali (“totem”, personal computer, AWP e VLT), 66 denunce in stato di libertà connesse all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse ed oltre 215 violazioni amministrative sanzionate, per un importo superiore ai 600 mila euro.

L’operazione, coordinata dal Nucleo Centrale della Polizia dei Giochi e delle Scommesse del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, rientra in una più ampia strategia di contrasto che vede l’impiego dell’expertise investigativa della Polizia di Stato misurarsi sul fronte nazionale ed estero del gioco illegale e delle scommesse clandestine.

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I controlli, avviati dallo scorso mese di dicembre su tutto il territorio nazionale, hanno visto impiegati gli investigatori delle Squadre Mobili, coadiuvati dal personale delle Divisioni Pasi delle Questure e dei Reparti Prevenzione Crimine, valorizzando l’ormai collaudata sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al fine di ottimizzare la capacità di contrasto alle forme più evolute di illegalità nel settore del gioco.

 Prato, gli agenti hanno individuato e fatto irruzione in una bisca clandestina gestita e frequentata da cittadini di nazionalità cinese. Trentotto persone sono state denunciate per partecipazione ed esercizio del gioco di azzardo – 9 di queste sono risultate irregolari sul territorio nazionale – con il conseguente sequestro di attrezzatura di gioco e di denaro contante per un ammontare di oltre 110 mila euro.

A Caltanissetta, i controlli “a tappeto” messi in campo su larga scala dalla Squadra Mobile e dalla Sisco hanno, invece, consentito di individuare anche un vero e proprio laboratorio clandestino per la fabbricazione di armi, comprensivo di tutta l’attrezzatura necessaria per la costruzione di armi corte (un innescatore manuale, una pressa per ricarica munizionamento, un set ricarica per cartucce, 93 inneschi, 1 lima da 17 centimetri, 2 attenuatori di rumori costruiti artigianalmente) oltre che di un modello artigianale di pistola e svariato munizionamento di diverso calibro. Tratto in arresto il titolare.

Diciotto gli esercizi commerciali sottoposti a controllo nella sola città metropolitana di Reggio Calabria, mentre una serie di violazioni in materia di prevenzione e per la sicurezza dei luoghi di lavoro hanno comportato la momentanea chiusura di un’agenzia di scommesse in provincia di Varese. Analoghe violazioni riscontrate anche in provincia di Pesaro-Urbino, dove i controlli hanno peraltro fatto emergere anche l’uso illegale e promiscuo di alcuni circoli privati adibiti a sale gioco.

In tale ambito, il massiccio dispositivo di controllo ha visto l’impiego degli “specialisti” formati nei corsi di qualificazione per la “polizia dei giochi e delle scommesse” organizzati dalla Direzione Centrale Anticrimine, mettendo in campo la professionalità degli operatori scesi in campo presso agenzie di scommesse, negozi di gioco e corner distribuiti in tutte le province italiane.

L’attività, fanno sapere gli investigatori, “rientra nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato allo scopo di impedire la pratica del gioco e delle scommesse illegali, anche al fine di tutelare l’utenza e prevenire l’erosione illecita di una consistente quota di gettito erariale derivante dalle attività del comparto del gioco pubblico.
Il monitoraggio, peraltro, ha consentito di attualizzare una costante mappatura delle frequentazioni dei luoghi pubblici e degli esercizi di gioco oltre che delle connesse interessenze economiche, al fine di evidenziare possibili rischi di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso, anche straniera, nel settore del gioco, talvolta attuata mediante sofisticate tecniche di riciclaggio e reimpiego dei beni di provenienza illecita”.

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Cronaca

Palermo, nuova aggressione in carcere: agente colpito e soccorso dai medici

Aggressioni nelle carceri: il grido d’allarme del personale penitenziario

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Un grave episodio di violenza si è verificato presso l’ex carcere Ucciardone, a Palermo. Un detenuto della sesta sezione ha aggredito un assistente capo della polizia penitenziaria, colpendolo con un pugno al volto.

Lo ha riferito Maurizio Mezzatesta, segretario nazionale del sindacato Cnpp-Spp. L’agente ferito è stato soccorso dai medici del pronto soccorso. Secondo Mezzatesta, un episodio simile si era già verificato pochi giorni prima nella nona sezione dello stesso istituto.

Il sindacato denuncia da tempo la necessità “di trasferire i detenuti con problemi psichiatrici in strutture adeguate“, sottolineando come l’attuale sistema non sia in grado di gestirli. Solo nel 2024, si contano circa 900 aggressioni ai danni del personale di polizia penitenziaria, un fenomeno diffuso in tutti gli istituti italiani.

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“Il personale è allo stremo e si sente abbandonato”, ha dichiarato Mezzatesta, ribadendo che la situazione richiede interventi urgenti per tutelare sia il personale che i detenuti con problematiche specifiche. (foto archivio)

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Cronaca

Tragico schianto a Palermo: muore un uomo di 32 anni

Incidente nella notte in viale Regione Siciliana, da chiarire la dinamica

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Un incidente mortale è avvenuto poco prima di mezzanotte in viale Regione Siciliana, all’altezza del sottopasso di corso Calatafimi, in direzione Trapani.

Un uomo di 32 anni ha perso la vita mentre viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo 159.

Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per estrarre la vittima dalle lamiere, il personale sanitario del 118 e la polizia, che ha gestito i rilievi. Per consentire i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area, il tratto di strada è stato temporaneamente chiuso al traffico, causando rallentamenti nella circolazione.

La dinamica del sinistro è ancora da ricostruire, ma secondo le prime informazioni non sembrano essere coinvolti altri veicoli. L’Alfa Romeo 159, completamente distrutta.

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Cronaca

Brutale rissa nel canile municipale di Palermo, cagnolina sbranata e uccisa: denuncia degli animalisti

“Consegnati audio e video per stabilire le responsabilità e gli errori commessi all’interno del canile municipale di Palermo”

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Drammatico episodio nel canile municipale di Palermo, dove una cagnolina è stata attaccata ed uccisa, al culmine di una brutale rissa, dagli altri animali presenti nella struttura. La denuncia arriva dalle associazioni animaliste palermitane. “Nel tardo pomeriggio di ieri, 20 Novembre, si è verificato un fatto gravissimo all’interno del canile municipale di Palermo. Un fatto – si legge nella nota delle associazioni – che potrebbe evidenziare gravi responsabilità da parte degli operatori del canile poiché avvisati da condomini delle liti accentuate all’interno del box”.

“Noi associazioni protezionistiche animaliste locali – si specifica – siamo state contattate da cittadini residenti nei condomini circostanti alla struttura comunale, che ci hanno prontamente riferito di una rissa in gabbia, il tutto correlato da video. Immediatamente abbiamo allertato l’amministrazione comunale e l’assessore Ferrandelli che in pochi minuti ha fatto arrivare al canile municipale il responsabile amministrativo e lo staff. Il personale comunale, il veterinario e gli addetti al servizio di cura degli animali hanno effettivamente constatato l’aggressione al cane in questione e soccorso l’animale”.

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“Abbiamo però, da Associazioni, ritenuto opportuno trasferire il cane in una clinica privata per cercare di stabilizzare l’animale sotto shock e tentare di salvarla. Purtroppo la cagnolina, Marika, l’avevamo così chiamata, è deceduta stamattina alle ore 6.15 am. Abbiamo già sporto denuncia alla sezione PG della polizia municipale, fornito audio e video in nostro possesso, per stabilire le responsabilità e gli errori commessi da tutti gli attori coinvolti nel lavoro all’interno del canile municipale di Palermo”.

“Stiamo fornendo il materiale ai nostri avvocati – proseguono gli animalisti – per una denuncia congiunta, evitando di esporre i particolari accaduti, poiché in qualche modo, si potrebbero inquinare le prove che attestano ne responsabilità del personale in servizio in quei momenti. Chiariremo quanto di nostra acquisita proprietà nelle sedi opportune, affinché non accada più quanto avvenuto e chiederemo vengano presi opportuni provvedimenti accertati i fatti”.

La nota è firmata dalle associazioni Ada Palermo, Lida Palermo, Enpa Palermo, Anima legale, Felici nella coda Onlus, Ridai la vita a un Rott odv, Sos primo soccorso Onlus, I canuzzi di Marzia e Maria Onlus, Balzoo Palermo, Rifugio lo scodinzolo, Leal sezione Palermo – Lav Palermo.

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Cronaca

“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma

La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”

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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.

Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.

LEGGI ANCHE: Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.

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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.

La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.

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