Cronaca
Il nubifragio nel Catanese: Giarre, Mascali e Acireale allagate, pericoli lungo l’A18
Piogge torrenziali mettono in ginocchio la viabilità jonica: interventi d’emergenza e criticità
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E’ stato un nuovo violento nubifragio quello che si è abbattuto sulla zona jonica siciliana, causando gravi danni alla viabilità e confermando la vulnerabilità del territorio di fronte ai fenomeni atmosferici estremi.
Le intense piogge hanno trasformato molte strade in fiumi, provocando allagamenti e disagi nei comuni di Giarre, Mascali, Riposto, Acireale e Fondachello di Mascali.
A Giarre, nella zona di Trepunti, i torrenti Macchia e Continella si sono ingrossati, trasportando detriti e rifiuti e creando situazioni di pericolo.
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In particolare, a Santa Maria la Strada, l’acqua ha reso impraticabile via Ruggero Primo, mentre sulla A18 si segnalano inondazioni tra Giarre e Fiumefreddo. Numerosi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco, inclusi i sommozzatori, che hanno assistito automobilisti in panne nell’Acese (LEGGI). A Mascali, la protezione civile è intervenuta in via Giarre Nunziata, dove l’acqua ha divelto le transenne collocate per una frana recente.
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Criticità anche a Fondachello, con via Amato e via Carrata allagate. A Fiumefreddo, un corto circuito nell’illuminazione pubblica ha incendiato alcuni cavi elettrici in via Umberto, richiedendo un ulteriore intervento d’urgenza.
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Cronaca
Nuova allerta maltempo, a Catania scuole ancora chiuse: “La prudenza non è mai troppa”
“Da sindaco e da genitore, sento forte, prima di tutto, la responsabilità di tutelare le nostre ragazze e i nostri ragazzi”
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SI prosegue, all’insegna della “prudenza”: alla luce delle persistenti condizioni meteo avverse segnalate dalla Protezione civile regionale, di rischi potenziali per l’incolumità delle persone con allerta arancione, il sindaco di Catania Enrico Trantino ha disposto per domani, mercoledì 13 novembre, la sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine grado, pubbliche e private.
La decisione, per consentire una più accurata verifica tecnica dei plessi. Il sindaco ha anche disposto la chiusura del giardino Bellini, dei parchi comunali e dei cimiteri.
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“La prudenza non è mai troppa soprattutto a seguito di un’allerta della Protezione civile che ci avvisa del pericolo. Non sono tra coloro che valutano con leggerezza la sospensione delle lezioni o la chiusura delle scuole – ha spiegato Trantino – ma da sindaco e da genitore, sento forte, prima di tutto, la responsabilità di tutelare le nostre ragazze e i nostri ragazzi, che devono poter studiare in condizioni di sicurezza”.
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Cronaca
Cocaina e crack fra Bagheria e Aspra: scattano 5 arresti
La polizia ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip di Palermo nei confronti di 5 persone accusate di detenzione e spaccio di droga tra Bagheria e Aspra. Nelle due province di Palermo un 35enne è stato disposto l’arresto in carcere, per gli altri quattro, rispettivamente 33 anni, 41 anni, 20 anni e 22 anni, i […]
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La polizia ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip di Palermo nei confronti di 5 persone accusate di detenzione e spaccio di droga tra Bagheria e Aspra.
Nelle due province di Palermo un 35enne è stato disposto l’arresto in carcere, per gli altri quattro, rispettivamente 33 anni, 41 anni, 20 anni e 22 anni, i domiciliari con braccialetto elettronico.
Le indagini condotte dai poliziotti del commissariato di Bagheria hanno appurato che i cinque facevano parte di un un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di crack. L’organizzazione sarebbe stata diretta da un giovane di 30 anni detenuto nel carcere di Termini Imerese.
Lo scorso 27 febbraio 2023 è stato trovato in possesso di oltre 300 grammi di cocaina, di cui aveva cercato di disfarsi gettandola all’interno del water di casa sua.
Le indagini sono iniziate a luglio del 2022 quando gli agenti nel corso di una perquisizione nei seminterrati del giovane di 30 anni arrestato a febbraio e della moglie di 33 anni, anche lei indagata, hanno trovato un involucro con 50 dosi di crack.
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E’ stato accertato che dietro quest’appartamento i pusher finiti nell’inchiesta si alternavano dal pomeriggio e fino all’alba del mattino successivo spacciando crack. Gli agenti hanno individuato anche un pensionato di Ficarazzi di 66 anni, che aveva il compito di custodire la droga e di farla arrivare settimanalmente alla piazza di spaccio.
Anche questi è stato arrestato poiché trovato in possesso di 300 grammi di cocaina. Il pensionato dopo avere trascorso diversi mesi in carcere a Termini Imerese, si trova ora sottoposto agli arresti domiciliari.
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Cronaca
Fatture false e frodi fiscali, misure cautelari per 15, in mezza Sicilia
Carcere per due degli indagati, arresti domiciliari per altri quattro e una misura interdittiva per i restanti nove
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La Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania con 29 indagati su un presunto sistema di somministrazione fraudolenta di manodopera e di frode fiscale tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
I provvedimenti cautelari prevedono il carcere per due degli indagati, gli arresti domiciliari per altri quattro e una misura interdittiva per i restanti nove.
I reati ipotizzati sono, a vario titolo, associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (Foi), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta e indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti.
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Il provvedimento cautelare del gip di Catania, emesso su richiesta della Procura, dispone anche il sequestro di 28 società e di beni e disponibilità finanziarie per oltre 8,2 milioni di euro.
Per l’esecuzione dell’ordinanza sono impegnati 120 militari della guardia di finanza del comando di Catania che lo stanno eseguendo nelle province del capoluogo etneo, di Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese, con il supporto dei locali omologhi comandi provinciali e del primo gruppo etneo.
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Cronaca
Alluvione del luglio 2020 a Palermo, 30mila euro a cittadina intrappolata in auto
Ancora una condanna per l’amministrazione comunale di Palermo che dovrà risarcire un’altra cittadina rimasta intrappolata in auto tra fango e detriti il 15 luglio del 2020, quando un temporale estivo mise in ginocchio il capoluogo, impreparata in quel momento a fronteggiare la furia dell’acquazzone. Questa volta si tratta un risarcimento di quasi 30 mila euro. […]
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Ancora una condanna per l’amministrazione comunale di Palermo che dovrà risarcire un’altra cittadina rimasta intrappolata in auto tra fango e detriti il 15 luglio del 2020, quando un temporale estivo mise in ginocchio il capoluogo, impreparata in quel momento a fronteggiare la furia dell’acquazzone. Questa volta si tratta un risarcimento di quasi 30 mila euro. E’ arrivato questo weekend, infatti un nuovo provvedimento, della terza sezione civile, presieduta dal giudice Elisabetta La Franca, ottenuto dallo studio legale Palmigiano e Associati. Una vittoria che si aggiunge agli altri due provvedimenti favorevoli dei mesi scorsi, del giudice di pace e del tribunale, con una sentenza che chiarisce: “Il Comune è responsabile e deve risarcire il danno”.
Una cifra di quasi 30 mila euro tra danni e spese è stata quindi riconosciuta alla cittadina, che si era affidata agli avvocati Alessandro Palmigiano ed Elisabetta Violante. In quell’occasione, come è noto dalla cronaca di quei giorni, un temporale estivo causò un allagamento e svariate famiglie rimasero intrappolate nei sottopassi della città in corrispondenza delle intersezioni tra viale Regione Siciliana con via Leonardo da Vinci e con viale Michelangelo/viale Lazio.
Tra i malcapitati di quelle ore, una signora palermitana che si trovava a percorrere, a bordo della sua auto, viale Regione Siciliana direzione Messina-Catania, quando a causa di una lunga colonna di macchine dopo lo svincolo di viale Lazio ed in prossimità del sottopassaggio, ha dovuto arrestare la sua marcia.
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Poco dopo, a causa dell’abbondante pioggia, l’auto era stata investita da una forte corrente e la signora si è trovata “intrappolata” nella propria auto. Dopo aver contattato i numeri di emergenza 115, 112 e 113, purtroppo con esito negativo, è riuscita ad uscire dall’abitacolo attraverso un finestrino, nuotando fin quando una “catena umana” formata spontaneamente dagli altri utenti della strada, l’ha tratta in salvo. La signora è stata ritrovata qualche ora dopo, dal marito, mentre si trovava in stato di ipotermia ed in evidente stato di shock. L’auto è stata ritrovata solamente il giorno dopo e condotta con l’intervento di un carro attrezzi presso l’officina autorizzata, che ha ritenuto la riparazione anti economica.
La donna si è quindi rivolta allo studio legale Palmigiano e Associati, avviando una causa nei confronti del Comune di Palermo.
La tesi dei legali era che questi allagamenti non erano affatto nuovi per Palermo. Allegando una serie di foto ed articoli di giornale di anni precedenti, gli avvocati sono riusciti a dimostrare che i sottopassaggi della circonvallazione, anche in altre occasioni, erano stati scenario di gravi allagamenti che avevano comportato situazioni analoghe. Nonostante quindi fosse ben noto al Comune di Palermo (che è l’ente che deve occuparsi della manutenzione e cura delle strade), che a fronte di precipitazioni, molti tratti della città fossero soggetti ad allagamenti, non era stato fatto nulla per evitarlo.
Il Comune di Palermo, infatti, come proprietario delle strade, è tenuto a provvedere alla manutenzione, gestione e pulizia delle stesse, nonchè delle attrezzature, impianti e servizi ed all’apposizione e manutenzione della segnaletica. Pertanto era configurabile la responsabilità per cosiddetta “cosa in custodia”, secondo quanto stabilito dall’art 2051 c.c.: il custode (il Comune di Palermo in questo caso) è tenuto ad adottare tutte le misure idonee a prevenire ed impedire la produzione di danni a terzi, con lo sforzo adeguato alla natura e alla funzione della cosa e alle circostanze del caso concreto. Con particolare riferimento alle precipitazioni atmosferiche, la Corte di Cassazione ha escluso che si possa parlare di caso fortuito o forza maggiore quando il danno viene generato a causa dell’insufficienza delle misure per evitarlo.
A riprova di ciò, il Comune, solamente dopo l’allagamento avvenuto il 15 luglio 2020 (che, come documentato in corso di causa, era solo l’ultimo in ordine di tempo) ha dato il via ad opere di manutenzione dei sistemi di drenaggio delle acque, a partire dal canale di Passo di Rigano e del canale Mortillaro.
Alla luce di quanto dimostrato dallo studio legale, emersa quindi una responsabilità del Comune di Palermo, il giudice della terza sezione civile di Palermo, Elisabetta La Franca, con la sentenza numero 5408/2024, ha accolto la richiesta risarcitoria, riconoscendo che “affinchè si configuri la responsabilità del custode è sufficiente che sussista il nesso causale tra la cosa in custodia ed il danno arrecato (elemento questo compiutamente dimostrato dall’attrice), senza che rilevi al riguardo la condotta del custode e l’osservanza o meno di un obbligo di vigilanza, per cui tale tipo di responsabilità è esclusa solo dal caso fortuito, fattore che attiene non già ad un comportamento del responsabile bensì al profilo causale dell’evento, riconducibile non alla cosa (che ne è fonte immediata) ma ad un elemento esterno, recante i caratteri dell’oggettiva imprevedibilità ed inevitabilità e che può essere costituito anche dal fatto del terzo o dello stesso danneggiato (Cass. Civ., sez. III, n. 20427/08)”.”Sono lieto del risultato perchè, dimostra come non ci sia stato alcun cambio di orientamento da parte del tribunale – ha commentato Alessandro Palmigiano, managing partner di Palmigiano e Associati -. Ogni giudizio ha certamente una sua storia ma i giudici hanno dimostrato di applicare in maniera precisa e puntuale la normativa, rilevando anche in questo caso, la responsabilità del Comune”. (italpress)
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