Il Ponte, Schifani e il “conflitto” con Salvini sui “fondi scippati”

"Mi auguro che questo fatto non si ripeta perché si aprirebbe un conflitto istituzionale che nessuno vuole": le parole di Schifani

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Ponte sì, ponte no. Torna a parlare il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che approfondisce il tema del “prelievo” d’autorità dal governo nazionale (LEGGI). “Il nostro governo siciliano ha sempre condiviso la strategicità di questa grande opera, essenziale per lo sviluppo del Mezzogiorno e di tutta l’Italia. Tanto da aver indirizzato a ottobre – ha spiegato il governatore – al ministro Salvini una nota con la quale lo si informava che la giunta, all’unanimità, aveva deliberato di essere pronta a collaborare con un miliardo di euro di risorse Fsc”.

“Fondi che adesso – ha proseguito Schifani – sono stati prelevati d’autorità dal governo nazionale per un importo addirittura maggiore di 300 milioni di euro. Il tema è delicato perché costituisce un precedente”.

“Occorre sempre – ha spiegato – una concertazione tra i vari livelli dello Stato, come prevede la Costituzione. Quindi mi auguro che questo fatto non si ripeta perché si aprirebbe un conflitto istituzionale che nessuno vuole“.

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La Regione siciliana “ritira” dunque la compartecipazione da 1,3 miliardi. E torna l’idea del referendum. La realizzazione del ponte è un “forte volano per la crescita economica, lo sviluppo e l’occupazione del Mezzogiorno” ma è “altrettanto importante che la dotazione dell’Fsc non venga decurtata nel suo ammontare”. Così la Cisl in una nota. Il fondo infatti per il sindacato “è uno degli strumenti principali per attuare la politica di coesione nel nostro Paese e per risollevare concretamente il Mezzogiorno. Eventuali decurtazioni, quindi, dovranno essere prontamente reintegrate per assicurare continuità e strutturalità agli investimenti e agli interventi nelle due regioni interessate all’opera”.

La Cisl ricorda che “da tempi non sospetti è stata favorevole alla realizzazione del ponte, certi che possa essere un’opera funzionale al rilancio dello sviluppo delle due regioni Calabria e Sicilia, in quanto capace di stimolare anche l’implementazione di altre infrastrutture stradali e ferroviarie sui rispettivi territori. Allo stesso modo ci preoccupa che la scelta di indirizzare per la realizzazione dell’opera risorse precedentemente finalizzate ad altre investimenti a valere sui fondi di coesione possa far venir meno una programmazione sulla quale riteniamo si debba continuare ad insistere”.

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