Il ritorno dell’ora solare: dibattito continuo, ma intanto spostate la lancetta

I Paesi come l'Italia propendono per l'ora legale permanente, apprezzata per i vantaggi economici e turistici nei mesi estivi

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La prossima notte, fra sabato 26 e domenica 27 ottobre, l’Italia tornerà all’ora solare: alle 3 le lancette si sposteranno indietro di un’ora, regalandoci un’ora di sonno in più.

Questo passaggio dall’ora legale a quella solare, adottato in tutta l’Unione Europea, permette di sfruttare meglio la luce mattutina, con conseguenze su risparmio energetico e inquinamento. Tuttavia, il cambiamento ha un impatto sul ritmo circadiano di molte persone, con effetti variabili sulla qualità del riposo.

L’ora legale ha una storia lunga e articolata. Fu Benjamin Franklin a proporla nel 1784 per risparmiare risorse, ma solo nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, il Regno Unito adottò il British Summer Time per massimizzare la produttività.

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In Italia, l’ora legale è stata reintrodotta stabilmente nel 1966, e dal 1996 l’intero continente europeo la adotta per alcuni mesi l’anno. Secondo i dati di Terna Spa, dal 2004 al 2022 l’adozione dell’ora legale ha portato a un risparmio di oltre 10,9 miliardi di kWh, equivalente a circa 2 miliardi di euro.

Nonostante i benefici energetici, diversi Paesi del Nord Europa, come Finlandia e Svezia, sostengono l’ora solare tutto l’anno per il presunto vantaggio sul benessere psicofisico. Al contrario, i Paesi meridionali, tra cui l’Italia, propendono per l’ora legale permanente, apprezzata per i vantaggi economici e turistici nei mesi estivi.

Il dibattito resta aperto, con petizioni che hanno raccolto centinaia di migliaia di adesioni, ma senza ancora una decisione definitiva dell’UE.

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