Lo yacht Bayesian, affondato a mezzo miglio da Porticello, Santa Flavia, potrebbe essere scomparso sotto le onde a causa di un errore umano e di un atteggiamento inadeguato nell’affrontare l’arrivo di una perturbazione.
Si tratta dell’ipotesi di un ingegnere della Italian Sea Group, azienda proprietaria di Perini Navi, il cantiere che nel 2008 aveva varato il veliero.
Secondo l’esperto, che ha preferito rimanere anonimo, vari errori potrebbero aver contribuito al disastro: dalla mancata chiusura dello scafo ai motori spenti, fino alla presenza di persone ancora in cabina.
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“Tra i protocolli di sicurezza basilari – spiega l’ingegnere – c’è quello di avere sempre qualcuno di guardia per monitorare gli avvisi di burrasca, anche con la barca ferma in rada. Inoltre, anche con l’arrivo della tromba d’aria, c’era tutto il tempo per attivare le misure di sicurezza” Per salvarsi, dunque, “bastavano 15 minuti”.
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Nel frattempo, è stata avviata un’inchiesta amministrativa per verificare il rispetto delle norme di sicurezza marittima. La Guardia Costiera esaminerà ogni aspetto legato al codice della navigazione e alle dotazioni di sicurezza dell’imbarcazione. L’indagine amministrativa, condotta dalla Direzione marittima di Palermo, procede in parallelo a quella penale.
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