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Intesa Sanpaolo, 4 miliardi per la crescita delle imprese in Sicilia

Intesa Sanpaolo, 4 miliardi per la crescita delle imprese in Sicilia

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Si è svolta a Palermo la settima tappa del roadshow degli incontri territoriali di presentazione del nuovo Accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese.

Un protocollo basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità” che mette a disposizione 4 miliardi di euro per le aziende siciliane, nell’ambito dei 150 miliardi di euro del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il PNRR.

Dopo i saluti di Alessandro Albanese, Presidente di Confindustria Sicilia, nel corso dell’incontro sono intervenuti: Salvio Capasso, Responsabile Servizio Imprese & Territorio di Srm, Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Alessandro Lenoci, Direttore Commerciale Imprese Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Raffaele Mazzeo, Partner di RSM – Società di Revisione e Organizzazione Contabile, e Giuseppe Todaro, Presidente della società Operazioni e Servizi Portuali di Palermo. L’Accordo presentato oggi alle imprese siciliane – di durata triennale e firmato lo scorso ottobre da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo – pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

“Per accelerare la crescita delle imprese siciliane mettiamo in campo 4 miliardi di euro, rinnovando l’azione congiunta con Confindustria – spiega Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo -. Il nostro Gruppo supporta l’economia meridionale anche attraverso l’attività di sviluppo delle ZES, per le quali ha predisposto un plafond di 1,5 miliardi e un desk di consulenza specialistica. Le aziende dell’isola oggi si trovano a dover affrontare la transizione ambientale e digitale che noi sosteniamo finanziando investimenti orientati ai criteri ESG. In Sicilia, inoltre, attraverso il ‘Programma Sviluppo Filierè abbiamo già favorito oltre 20 accordi di filiera per un giro d’affari complessivo di 2,3 miliardi di euro”.

“L’Accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria contribuisce – aggiunge il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese – a rafforzare la competitività delle imprese, le supporta nel percorso di crescita e di sviluppo, consente loro di dotarsi di strumenti e soluzioni finanziarie utili al rilancio. E c’è di più, il percorso sostenuto e corroborato dalla presenza di un partner finanziario come Intesa Sanpaolo è in linea con gli obiettivi strategici e ambiziosi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Lo sviluppo in Sicilia passa anche da azioni come questa, in grado di rispondere alle reali esigenze delle imprese”.

L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale.
Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione. Il sistema produttivo siciliano: gli asset strategici La città di Palermo e la Sicilia possono cogliere l’opportunità di attivare un rilancio strutturale, sostenibile e durevole della propria economia. L’analisi di Srm – Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo spiega che il successo sarà strettamente legato al ruolo dei pilastri portanti del sistema produttivo locale.

Il primo riguarda l’industria agroalimentare e il settore ICT. La Sicilia crea il 22,6% del valore aggiunto del comparto agroalimentare dell’intero Mezzogiorno, vale a dire 4,3 miliardi di euro. La regione rispetto al resto del Paese presenta una maggiore specializzazione produttiva in questo settore, che esprime il 5,8% dell’economia dell’isola (Italia 4,2%), soprattutto in riferimento all’agricoltura (4,2% contro il 2,2% dell’Italia), al numero di imprese attive (23% contro il 15,2% dell’Italia) e al valore dell’export (13,6% contro il 10,1% dell’Italia). Inoltre, questa filiera rappresenta il 45,3% dell’export della provincia di Palermo. Rilevante è poi la componente ICT-Digitale: nel 2020 il mercato regionale ha registrato un valore di oltre 2,5 miliardi di euro, quasi il 3% del Pil (a fronte del 4% nazionale). Il secondo pilastro strategico è rappresentato da turismo, cultura ed enogastronomia. Nel 2019 la provincia di Palermo ha registrato 1,2 milioni di arrivi e 3,3 milioni di presenze, rispettivamente il 23% e il 22% della Sicilia. Palermo si caratterizza per una minore permanenza media: 2,8 notti contro 3 notti della Sicilia (3,6 al Sud e 3,3 in Italia) ma l’attrattività turistica internazionale è alta. Infatti, ben il 58,6% delle presenze turistiche è straniero (50,5% per la Sicilia, 38% per il Sud e 50,5% per l’Italia). E’ interessante evidenziare, inoltre, che la provincia di Palermo si caratterizza per una domanda di qualità: su 100 presenze alberghiere, ben 73 afferiscono a strutture di 5 stelle, 5 stelle lusso e 4 stelle, valore superiore al dato regionale (67) e nazionale (48).

Il terzo pilastro è l’economia del mare. Nella provincia di Palermo è presente il 19% delle imprese del settore logistica-trasporti dell’isola (1.533 aziende). Il porto della città movimenta 7,6 milioni di tonnellate di merci (+5% sul 2020, +32% sul 2019) e fa parte, insieme a Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar di Sicilia occidentale e della ZES Mar di Sicilia occidentale. Nel trasporto Ro-Ro e nel comparto passeggeri (con oltre un milione di viaggiatori), quello palermitano è il secondo porto del Mezzogiorno e il quinto in Italia. Il quarto pilastro riguarda l’energia. La Sicilia è una delle regioni leader nel Mezzogiorno per energie rinnovabili e oil. Nel mix di produzione elettrica è forte il peso di eolico e fotovoltaico (4,7 miliardi di kWh per le due fonti su 16,1 totali prodotti nell’isola). Considerando il complesso delle fonti rinnovabili (oltre eolico e fotovoltaico, anche bioenergie e idrico), la Sicilia è la terza regione del Mezzogiorno per kWh prodotti (5 miliardi di kWh su 36 complessivi della macroarea, pari al 13,9%). Nella provincia di Palermo grazie a sole e vento si produce il 41% dell’elettricità generata nell’area. La provincia contribuisce per il 18% alla produzione rinnovabile della Sicilia.
(foto ufficio stampa Confindustria Sicilia)
(ITALPRESS).

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Cronaca

Brutale rissa nel canile municipale di Palermo, cagnolina sbranata e uccisa: denuncia degli animalisti

“Consegnati audio e video per stabilire le responsabilità e gli errori commessi all’interno del canile municipale di Palermo”

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Drammatico episodio nel canile municipale di Palermo, dove una cagnolina è stata attaccata ed uccisa, al culmine di una brutale rissa, dagli altri animali presenti nella struttura. La denuncia arriva dalle associazioni animaliste palermitane. “Nel tardo pomeriggio di ieri, 20 Novembre, si è verificato un fatto gravissimo all’interno del canile municipale di Palermo. Un fatto – si legge nella nota delle associazioni – che potrebbe evidenziare gravi responsabilità da parte degli operatori del canile poiché avvisati da condomini delle liti accentuate all’interno del box”.

“Noi associazioni protezionistiche animaliste locali – si specifica – siamo state contattate da cittadini residenti nei condomini circostanti alla struttura comunale, che ci hanno prontamente riferito di una rissa in gabbia, il tutto correlato da video. Immediatamente abbiamo allertato l’amministrazione comunale e l’assessore Ferrandelli che in pochi minuti ha fatto arrivare al canile municipale il responsabile amministrativo e lo staff. Il personale comunale, il veterinario e gli addetti al servizio di cura degli animali hanno effettivamente constatato l’aggressione al cane in questione e soccorso l’animale”.

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“Abbiamo però, da Associazioni, ritenuto opportuno trasferire il cane in una clinica privata per cercare di stabilizzare l’animale sotto shock e tentare di salvarla. Purtroppo la cagnolina, Marika, l’avevamo così chiamata, è deceduta stamattina alle ore 6.15 am. Abbiamo già sporto denuncia alla sezione PG della polizia municipale, fornito audio e video in nostro possesso, per stabilire le responsabilità e gli errori commessi da tutti gli attori coinvolti nel lavoro all’interno del canile municipale di Palermo”.

“Stiamo fornendo il materiale ai nostri avvocati – proseguono gli animalisti – per una denuncia congiunta, evitando di esporre i particolari accaduti, poiché in qualche modo, si potrebbero inquinare le prove che attestano ne responsabilità del personale in servizio in quei momenti. Chiariremo quanto di nostra acquisita proprietà nelle sedi opportune, affinché non accada più quanto avvenuto e chiederemo vengano presi opportuni provvedimenti accertati i fatti”.

La nota è firmata dalle associazioni Ada Palermo, Lida Palermo, Enpa Palermo, Anima legale, Felici nella coda Onlus, Ridai la vita a un Rott odv, Sos primo soccorso Onlus, I canuzzi di Marzia e Maria Onlus, Balzoo Palermo, Rifugio lo scodinzolo, Leal sezione Palermo – Lav Palermo.

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Cronaca

“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma

La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”

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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.

Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.

LEGGI ANCHE: Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.

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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.

La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.

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Cronaca

Bellolampo, Palermo, e area industriale di Catania: nuovo Piano rifiuti per l’ok ai termovalorizzatori

Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione

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Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb.

Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti discusso nel corso della seduta di giunta, convocata per oggi, 21 novembre, dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.

L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile. Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente. Offriamo dunque una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici”.

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Il Piano approvato dal presidente Schifani, in qualità di Commissario, consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero.

In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt. Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori.

In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del Cga sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

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Cronaca

Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne

Gli indizi, le ipotesi e il dolore di una famiglia in cerca di verità, con le circostanze del decesso che lasciano perplessi gli inquirenti

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Nel giardino di casa il corpo di Larimar, la quindicenne morta a Piazza Armerina, è stato trovato impiccato a un albero. Ma le circostanze della sua morte lasciano perplessi, anche gli inquirenti: la ragazza aveva infatti la vertebra cervicale intatta, le mani libere e segni di corda attorno a collo, addome e piedi.

Dettagli, gli ultimi, che sollevano ancora una volta nuovi dubbi sull’ipotesi di suicidio.

La madre, che ha scoperto il corpo, racconta di averla trovata in ginocchio, con un doppio cappio al collo. “Sembrava dormisse”, ha dichiarato. L’autopsia ha confermato i segni delle corde, ma altri elementi alimentano il mistero: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante avesse attraversato il giardino per raggiungere l’albero. (continua sotto la foto)

Il giorno della tragedia, la giovane era molto scossa dopo un litigio a scuola. Una compagna l’aveva accusata di avere una relazione con il suo ex, accusa confermata dal ragazzo davanti ad altri studenti.

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“È successa una cosa brutta”, aveva confidato Larimar alla madre prima di tornare a casa. Poco dopo, la tragedia. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio e ha sequestrato i cellulari di otto amici della ragazza, cercando di capire se la diffusione di foto intime possa aver giocato un ruolo.

Intanto, il padre esclude l’ipotesi del suicidio: “Era solare, piena di vita. La sera prima parlava di un viaggio in famiglia”. La famiglia, tramite la loro avvocata Milena Ruffini, sta conducendo indagini difensive. La preside della scuola non ha ancora risposto alle richieste di chiarimenti.

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