La Corte di Cassazione ha annullato l’accusa di associazione a delinquere per l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, e altri due imputati nell’ambito dell’inchiesta su presunte attività di dossieraggio.
I giudici hanno stabilito che “il fatto non sussiste”, eliminando così anche le accuse per rivelazione del segreto di ufficio e accesso abusivo al sistema informatico per i reati commessi fino a giugno 2014, grazie alla prescrizione intervenuta.
L’avvocato Giuseppe Panepinto, difensore di Montante, si è dichiarato soddisfatto: “Finalmente è stata posta la parola fine all’ipotetico sistema Montante, che non è mai esistito”. La decisione della Cassazione rappresenta un momento di svolta per l’ex leader di Confindustria Sicilia, anche se restano alcuni aspetti processuali ancora da chiarire.
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Nonostante le assoluzioni, la Cassazione ha disposto un nuovo appello per il ricalcolo della pena legato a reati di accesso abusivo al sistema informatico successivi al 2014 e per corruzione, per i quali è stata confermata “l’irrevocabilità della responsabilità penale“.
Panepinto ha commentato anche il tema della corruzione, ricordando che l’accusa contro il generale Ardizzone è caduta, mentre per altri capi d’accusa sarà necessario valutare le motivazioni che hanno portato alla conferma della condanna e decidere come proseguire in ambito giudiziario.
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