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Cronaca

La droga in un pozzetto della fibra ottica: a Palermo in manette padre e figlio

Operazione dei carabinieri all’Albergheria: trovati con 240 grammi di hashish vicino a una scuola

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Scatta il blitz antidroga nel quartiere Albergheria di Palermo. I carabinieri hanno arrestato due uomini, padre e figlio di 48 e 18 anni, già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.

I due sono stati colti in flagranza mentre nascondevano un contenitore con 240 grammi di hashish all’interno di un pozzetto di ispezione della fibra ottica, situato nei pressi di una scuola.

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Gli agenti li hanno notati mentre uscivano dall’abitazione con un barattolo di vetro contenente un sacchetto di plastica. Una volta all’esterno, i sospetti hanno spostato una pianta in vaso e sollevato il coperchio del pozzetto, nascondendo all’interno il contenitore con la droga, già confezionata in dosi pronte per la vendita.

Il tribunale ha convalidato l’arresto e disposto misure cautelari differenti: arresti domiciliari per il 48enne e obbligo di presentazione alla polizia per il figlio.

La sostanza stupefacente è stata sequestrata e inviata al Laboratorio di analisi delle sostanze stupefacenti per ulteriori verifiche.

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Cronaca

Strage di Altavilla Milicia: chiuse le indagini, attesa la decisione su Barreca

Strage di Altavilla Milicia: chiuse le indagini, attesa la decisione su Barreca

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Si sono chiuse le indagini sulla strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, in cui furono brutalmente uccisi Antonella Salomone e i suoi figli Kevin, di 16 anni, ed Emmanuel, di 5.

La donna fu seviziata, uccisa, e il suo corpo bruciato e seppellito in giardino; il figlio maggiore morì per asfissia da incaprettamento, mentre il più piccolo fu ucciso con un phon.

Il provvedimento di chiusura indagini è stato notificato a tre maggiorenni: Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, e i complici Massimo Carandente e Sabrina Fina, ritenuti i mandanti del massacro avvenuto a febbraio 2024.

Anche la figlia primogenita di Barreca, minorenne all’epoca, è accusata di omicidio e soppressione di cadavere.

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Per la giovane sarà il gup Nicola Aiello del tribunale dei minori a stabilire a gennaio se fosse capace di intendere e volere al momento dei fatti. Nel frattempo, Barreca è già stato giudicato infermo di mente, ma resta da chiarire se l’infermità sia totale o parziale, come sostiene la procura.

Il difensore di Barreca, l’avvocato Giancarlo Barracato, ha presentato ricorso in Cassazione. Il pronunciamento della Suprema Corte sarà decisivo per definire se l’uomo, reo confesso, potrà essere processato. Se considerato completamente incapace, sarà escluso dal giudizio; in caso contrario, la procura chiederà il rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

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Cronaca

Cocaina e crack fra Palermo e Bagheria: 5 arresti, scoperto deposito a Casteldaccia

Operazione antidroga dei carabinieri: smantellata una rete di produzione e traffico di stupefacenti nel Palermitano

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Un’importante operazione antidroga ha portato all’arresto di cinque giovani palermitani, poco più che ventenni, accusati di produzione e traffico di stupefacenti.

L’indagine, condotta dai carabinieri di Palermo tra ottobre 2023 e febbraio 2024, ha svelato l’esistenza di un magazzino-deposito a Casteldaccia utilizzato per preparare e nascondere cocaina e crack, destinati alle piazze di spaccio locali.

Le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Palermo, prevedono gli arresti domiciliari per due dei coinvolti e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per gli altri tre. Le indagini hanno individuato i principali punti di rifornimento della droga a Bagheria e nel capoluogo siciliano.

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Uno degli arrestati, secondo le ricostruzioni, svolgeva un ruolo di vertice, coordinando le operazioni di spaccio con l’aiuto di un minorenne.

Il gruppo impartiva ordini e istruzioni per eludere i controlli delle forze dell’ordine, dimostrando una struttura organizzata e attiva nella gestione del traffico di stupefacenti.

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Cronaca

Messina, morti sospette all’ospedale “Papardo”: nuovo caso, interventi dirottati a Palermo e Catania

Decessi dopo operazioni al cuore: sale operatorie sequestrate e interventi che sono stati trasferiti a Palermo e Catania

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La Procura di Messina continua ad indagare sulla lunga serie di morti sospette all’ospedale Papardo, dove le vittime potrebbero essere più delle 11 inizialmente segnalate.

Si ipotizza che i decessi legati ad operazioni per valvole cardiache o bypass coronarici potrebbero essere più di 20, e che tutti siano avvenuti in circostanze simili.

LEGGI ANCHE: Attende intervento da 17 giorni, muore a Villa Sofia: Palermo, disposta autopsia

Gli interventi al cuore più urgenti sono stati dirottati verso gli ospedali di Palermo e Catania, in quanto le sale operatorie del Papardo sono attualmente sotto sequestro. Secondo le prime verifiche, le infezioni post-operatorie, probabile causa dei decessi, sarebbero state scatenate da acqua contaminata, strumenti non sterili e rubinetti privi di filtri adeguati.

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Nel frattempo, una nuova denuncia ha raggiunto gli inquirenti: un settantenne, operato al cuore nel 2023, è morto lo scorso dicembre, aggiungendosi al già preoccupante elenco di vittime. Gli accertamenti sul caso proseguono, mentre il livello di allerta sulle condizioni igieniche della struttura rimane alto.

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Cronaca

Mostrò i genitali ad una bimba allo Zen, 9 denunce dopo caccia all’uomo e rissa con polizia a Palermo

Nove denunce per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio a seguito di una rissa dopo una caccia all’uomo allo Zen. La polizia ha notificato un avviso di conclusioni indagini nei confronti di otto uomini ed una donna, di età compresa tra i 20 ed i 58 anni, perché ritenuti […]

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Nove denunce per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio a seguito di una rissa dopo una caccia all’uomo allo Zen. La polizia ha notificato un avviso di conclusioni indagini nei confronti di otto uomini ed una donna, di età compresa tra i 20 ed i 58 anni, perché ritenuti responsabili e protagonisti – lo scorso 15 maggio – di una violenta rissa ed aggressione a colpi di sassi e suppellettili nei confronti delle forze dell’ordine.

Gli agenti erano intervenuti per evitare linciaggio di un uomo che, secondo quanto ricostruito, aveva molestato una bambina per strada mostrandole il pene.

L’uomo trovò rifugio in un appartamento in via Agesia di Siracusa, ma la folla inferocita alla fine la folla si scagliò contro gli agenti.

Gli agenti del commissariato San Lorenzo hanno passato al setaccio le immagini degli scontri i cui esiti sono stati incrociati con elementi tratti da pubblicazioni social e dal web.

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