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“La nostra foto a Ibiza… Che madre sei?”: gli sms di Impagnatiello dopo avere ucciso Giulia
“Guardavo la nostra foto di Ibiza… baby dove sei?”: gli sms di Impagnatiello a Giulia, scritti e inviati alla ragazza dopo l’omicidio
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Voleva soltanto depistare le indagini. Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano (LEGGI), il 31 maggio, ovvero 4 giorni dopo il delitto, scriveva su whatsapp alla ragazza: “Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così. Mia mamma piange, mio fratello e Luciano pure, ti prego. Siamo al 4 giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”.
Il trentenne voleva così creare un alibi, e far credere a tutti che la ragazza se ne fosse andata di casa. “Vuoi lasciarmi, che madre sei?”, le scriveva. “Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi? Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia? Dimmelo!”.
Queste le frasi che Impagnatiello inviava al Giulia due giorni prima di ucciderla. Lei era pronta a lasciarlo perché sospettava nuove bugie e tradimenti. Era il 25 maggio. “Accetta la mia decisione – gli scriveva invece Giulia – e chiudiamo il discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare”.
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Qualche giorno dopo, invece, Giulia scriveva: “Vergognati! Sei vergognoso Alessandro, non esiste persona peggiore di te. Saluta Thiago, lo vedrai nel binocolo. Fai meglio a finire sta falsa. Il labello (il rossetto trovato in macchina, prova dell’ennesimo tradimento, ndr) era di A., vergognati. Il 20 maggio eri a spassartela, sei un cane”.
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La giovane decide dunque di incontrare l’altra donna, e dopo aver scoperto la verità, e la doppia vita di lui, torna a scrivere a Impagnatiello: “Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora. Gran pezzo di m., quella è casa mia e tu non devi farci entrare nessuno hai capito? Quanto fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita, 2 figli con 2 madri diverse, che tu possa affogare nella merda che ti crei da solo. Sto tornando a casa, fatti trovare”.
Dopo la morte della compagna, invece, il giovane inizia a mandare messaggi su whatsapp, con l’obiettivo di depistare le indagini: “Baby dove sei!, ci stiamo preoccupando tutti”. “Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto di Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto”. E ancora, “Mi hai fatto esplodere il cuore, non volevo spezzare il tuo. Voglio chiederti solo un favore, dicci solo che stai bene, che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto”. Poi anche un messaggio, “batti un colpo”, che lui ha spedito quattro giorni dopo il delitto. Il whatsapp risale a poche ore prima dell’arresto.
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Cronaca
Tragico schianto a Palermo: muore un uomo di 32 anni
Incidente nella notte in viale Regione Siciliana, da chiarire la dinamica
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Un incidente mortale è avvenuto poco prima di mezzanotte in viale Regione Siciliana, all’altezza del sottopasso di corso Calatafimi, in direzione Trapani.
Un uomo di 32 anni ha perso la vita mentre viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo 159.
Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti i vigili del fuoco per estrarre la vittima dalle lamiere, il personale sanitario del 118 e la polizia, che ha gestito i rilievi. Per consentire i soccorsi e la messa in sicurezza dell’area, il tratto di strada è stato temporaneamente chiuso al traffico, causando rallentamenti nella circolazione.
La dinamica del sinistro è ancora da ricostruire, ma secondo le prime informazioni non sembrano essere coinvolti altri veicoli. L’Alfa Romeo 159, completamente distrutta.
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Cronaca
“Larimar è stata uccisa: sappiamo da chi, abbiamo fatto i nomi”: colpo di scena, le parole dellla mamma
La tragedia di Piazza Armerina: il mistero della morte della ragazzina e i sospetti dei familiari: “Sappiamo chi è stato”
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Un nuovo colpo di scena sul caso di Larimar Annaloro, la studentessa quindicenne trovata impiccata nel giardino della sua casa a Piazza Armerina. La madre, distrutta dal dolore, è convinta che non si tratti di un suicidio e afferma di sapere chi è il colpevole.
Durante un’intervista alla trasmissione Mattino 4, la donna ha rivelato dettagli inquietanti: “Mia figlia era stata minacciata di morte a scuola. Non posso fare nomi pubblicamente, ma abbiamo parlato con gli inquirenti e indicato i sospetti. Abbiamo fatto nomi e cognomi“. Secondo la madre, le modalità del ritrovamento sono incompatibili con un gesto volontario.
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Ci sono anomalie che sollevano dubbi: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante il terreno; la stanza della giovane era a soqquadro, con indumenti sparsi ovunque. Inoltre, la madre ha denunciato la presenza di segni sospetti sul corpo: “Larimar è stata trovata in ginocchio, con i solchi sotto le ginocchia. Era già svenuta o morta prima di essere messa lì”.
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Non si esclude il coinvolgimento di adulti in una presunta rete di complicità. “Abbiamo buchi nella recinzione del giardino, è facile entrare. Non siamo qui da molto e stavamo sistemando la casa. Qualcuno ha approfittato della situazione”, ha detto.
La madre accusa anche la scuola: “Se qualcuno mi avesse avvisato delle minacce, non l’avrei mai lasciata sola. La scuola ha tanta colpa nella morte di mia figlia”.
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Cronaca
Larimar, mistero che si infittisce: le “anomalie” prima della morte della 15enne
Gli indizi, le ipotesi e il dolore di una famiglia in cerca di verità, con le circostanze del decesso che lasciano perplessi gli inquirenti
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Nel giardino di casa il corpo di Larimar, la quindicenne morta a Piazza Armerina, è stato trovato impiccato a un albero. Ma le circostanze della sua morte lasciano perplessi, anche gli inquirenti: la ragazza aveva infatti la vertebra cervicale intatta, le mani libere e segni di corda attorno a collo, addome e piedi.
Dettagli, gli ultimi, che sollevano ancora una volta nuovi dubbi sull’ipotesi di suicidio.
La madre, che ha scoperto il corpo, racconta di averla trovata in ginocchio, con un doppio cappio al collo. “Sembrava dormisse”, ha dichiarato. L’autopsia ha confermato i segni delle corde, ma altri elementi alimentano il mistero: le scarpe di Larimar erano pulite, nonostante avesse attraversato il giardino per raggiungere l’albero. (continua sotto la foto)
Il giorno della tragedia, la giovane era molto scossa dopo un litigio a scuola. Una compagna l’aveva accusata di avere una relazione con il suo ex, accusa confermata dal ragazzo davanti ad altri studenti.
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“È successa una cosa brutta”, aveva confidato Larimar alla madre prima di tornare a casa. Poco dopo, la tragedia. La Procura dei Minori di Caltanissetta indaga per istigazione al suicidio e ha sequestrato i cellulari di otto amici della ragazza, cercando di capire se la diffusione di foto intime possa aver giocato un ruolo.
Intanto, il padre esclude l’ipotesi del suicidio: “Era solare, piena di vita. La sera prima parlava di un viaggio in famiglia”. La famiglia, tramite la loro avvocata Milena Ruffini, sta conducendo indagini difensive. La preside della scuola non ha ancora risposto alle richieste di chiarimenti.
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Cronaca
Drammatico incidente a Messina: muore maestro di arti marziali
Perde la vita Eliseo Scarcella, 56 anni: diversi incidenti mortali in tre mesi nella città dello Stretto
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Ancora una tragedia sulle strade siciliane: nella serata di ieri, grave incidente quello avvenuto nella zona sud di Messina, sulla statale 114 al bivio di Santa Lucia sopra Contesse.
Lo scontro, violentissimo, ha coinvolto una moto e un’auto in via Giorgio La Pira, provocando la morte di Eliseo Scarcella, 56 anni, figura molto conosciuta nello sport messinese.
Scarcella, maestro di arti marziali e professore alla scuola “Pascoli Crispi”, è stato trasportato in ambulanza al Policlinico “Gaetano Martino”, dove è deceduto poco dopo l’arrivo.
Il conducente dell’auto è rimasto ferito in modo non grave ed è stato portato al Piemonte per le cure. La sezione infortunistica della polizia municipale sta indagando per chiarire le cause dello scontro.
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Questo dramma si inserisce in un tragico elenco di incidenti mortali a Messina, tre negli ultimi tre mesi.
Solo pochi giorni fa, il 18 novembre, Giuseppe Ingemi, 55 anni, è deceduto mentre guidava la sua Harley Davidson in via Garibaldi, nei pressi della fontana del Nettuno. La famiglia di Ingemi cerca ancora testimoni per fare luce sulla dinamica dell’incidente.
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