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Cronaca

La “strage silenziosa” del monossido di carbonio: a Cefalù ultimo caso della serie dal 18 dicembre

Morti e intossicazioni in tutta Italia: caldaie, stufe e bracieri tra le cause principali. Il drammatico bilancio degli ultimi casi

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L’Italia è stata scossa da numerosi episodi di intossicazione da monossido di carbonio durante le festività natalizie. L’ultimo caso, avvenuto ieri, 30 dicembre 2024, ha visto la morte di un turista tedesco, Jonathan Feierabend, di 36 anni, in una villetta a Cefalù (LEGGI).

I genitori e la sorella, nella cittadina del Palermitano, sono rimasti intossicati e sono stati ricoverati in gravi condizioni.

Quello siciliano è soltanto l’ultimo di una lunga serie di casi. Il bilancio più drammatico si è verificato a San Felice a Ema, vicino Firenze, dove una famiglia ha perso tre membri: Matteo Racheli, 49 anni, suo figlio Elio di 11 e la compagna Margarida Alcione, 46. La tragedia è stata causata da una caldaia difettosa, mentre una bambina di 6 anni è stata salvata ma resta in osservazione.

LEGGI ANCHE: Cefalù, tragedia in vacanza: turista morto per monossido di carbonio, tre in gravi condizioni
LEGGI: La famiglia sterminata da monossido: verifiche su manutenzione della caldaia a Firenze

A Forni di Sopra (Udine), una donna di 66 anni è morta e due familiari sono stati ricoverati dopo aver inalato monossido in una casa ristrutturata. Anche in questo caso, il gas si sarebbe sprigionato da una caldaia malfunzionante.

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Non meno gravi gli episodi a Quinto di Treviso, dove cinque persone, tra cui due bambini, sono rimaste intossicate a causa di una stufetta a gas, e a Policastro (Salerno), dove una stufa a pellet difettosa ha causato l’intossicazione di un’intera famiglia.

Infine, il 26 dicembre a Podenzano (Piacenza), due uomini sono stati ricoverati per le esalazioni di un braciere acceso in casa. Entrambi sono stati trasferiti in una camera iperbarica, fortunatamente fuori pericolo.

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Cronaca

Cagnolino precipita in un pozzo profondo 10 metri a Caccamo: recuperato dai vigili

L’animale era precipitato per circa 10 metri nella struttura larga 80 centimetri: l’intervento è durato un’ora e mezza

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Ore di apprensione per un cagnolino che è precipitato in un pozzo artificiale a Caccamo sulla statale 285 nelle vicinanze del campo sportivo.

Attorno a mezzogiorno i vigili del fuoco di Termini Imerese con il personale Saf sono intervenuti sul posto recuperando l’animale che era precipitato per circa 10 metri nella struttura larga 80 centimetri.

L’operazione è durata circa un’ora e mezza e sul posto sono intervenuti anche un tecnico comunale ed i vigili urbani che hanno chiuso la bocca del pozzo potenzialmente pericolosa. Successivamente il cane è stato consegnato ai volontari dell’associazione animalista Agada.

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Cronaca

Tragedia e mistero a Castelbuono: donna di 77 anni trovata morta nel bosco

Vincenza Genchi scompare durante una passeggiata: indagini in corso sulle cause del decesso

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Tragedia a Castelbuono, in provincia di Palermo, dove una donna di 77 anni, Vincenza Genchi, è stata trovata senza vita in un bosco nei pressi del ponte dello Scondito. La scoperta è avvenuta dopo ore di ricerche, avviate nella mattinata su segnalazione della figlia, che non riusciva a contattarla.

La prefettura ha prontamente attivato il piano per le persone scomparse, mobilitando un ampio dispositivo di ricerca.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, squadre cinofile specializzate e numerosi volontari. L’impegno coordinato delle unità, supportato dall’uso di cani da ricerca, ha consentito di localizzare il corpo della donna nel fitto del bosco.

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Dopo il ritrovamento, sono intervenuti il medico legale e i carabinieri per i primi accertamenti. Al momento, le cause della morte restano incerte, e la Procura di Termini Imerese ha disposto l’autopsia per chiarire le circostanze dell’accaduto.

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Cronaca

Dimentica la figlia di 4 anni in area di servizio a Catania: denunciata la madre

A notare la piccina mentre vagava tra i distributori di carburante sono stati i poliziotti della volanti della questura del capoluogo etneo

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Dimentica la figlioletta di quattro anni in un’area di servizio vicino alla tangenziale di Catania e per questo, una donna di 28 anni è stata denunciata dalla polizia.

A notare la piccina mentre vagava tra i distributori di carburante sono stati i poliziotti della squadra volanti della questura del capoluogo etneo, durante un servizio di pattugliamento del territorio in prossimità dell’aeroporto.

Scesi dall’auto di servizio, gli agenti si sono avvicinati alla bimba, visibilmente impaurita, e alla domanda dove fossero i genitori, la piccola ha risposto di essere arrivata con la mamma e di non riuscire più a trovarla.

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A quel punto i poliziotti l’hanno subito presa per mano per metterla al sicuro e, dopo averla tranquillizzata, le hanno rivolto alcune domande per cercare di risalire all’identità della madre e capire se fosse ancora in zona. Gli agenti hanno avviato immediatamente le prime ricerche, controllando tutte le auto in sosta in quel momento nel parcheggio della stazione di servizio, ma anche le persone presenti nel bar, senza però riuscire a trovare la madre. Sono stati i dipendenti dell’attività di ristorazione a riferire di aver visto, alcuni minuti prima, una donna che era entrata da sola per pagare dopo il rifornimento senza essere accompagnata dalla bambina.

I poliziotti a quel punto hanno acquisito le immagini dell’impianto di sorveglianza per analizzare i video e comprendere da quale veicolo fosse scesa la piccola. La stessa bambina, poi, è riuscita a dare alcuni elementi in grado di descrivere l’auto. Gli agenti della pattuglia hanno allertato la sala operativa per compiere tutte le necessarie verifiche ed estendere le ricerche.

Dopo circa un’ora la madre ha fatto ritorno alla stazione di rifornimento per cercare la figlia che, in quel momento, si trovava a bordo della volante per essere intrattenuta dai poliziotti. Alle richieste di chiarimenti, la donna ha riferito agli agenti di essersi recata alla stazione di rifornimento per fare benzina e di essersi accorta dell’assenza della figlia solo quando, giunta in centro, si era resa conto che la bambina non si trovava nel sedile posteriore dell’auto.

La donna è stata denunciata per abbandono di minore, considerato che non ha adottato alcuna cautela per vigilare sulla figlia.

Ma non è finita qui: gli agenti, insieme alla sezione polizia stradale, hanno effettuato ulteriori accertamenti, sanzionando la donna per gravi violazioni al Codice della Strada: dalle verifiche tramite la banca dati è stato possibile scoprire che la 28enne si trovava alla guida senza aver mai conseguito la patente. Ed ancora, i controlli sulla vettura hanno permesso di rilevare la mancanza di copertura assicurativa e, inoltre, di appurare che l’auto era stata sottoposta a fermo amministrativo pochi giorni prima poiché era stata già fermata a circolare senza aver conseguito la patente.

Nel frattempo, la piccola è tornata tra le braccia della madre, dopo aver dato un ultimo abbraccio e un sorriso ai suoi nuovi amici poliziotti.

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Cronaca

Cadavere del padre nascosto per la pensione: nuovi dettagli a Ventimiglia di Sicilia, denunciati figli

Scoperto cadavere nascosto per incassare la pensione: il terzo figlio avrebbe denunciato la scomparsa del genitore

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Emergono dettagli inquietanti sulla vicenda di Giuseppe Zagone, il pensionato trovato morto in casa a Ventimiglia di Sicilia dopo essere deceduto, probabilmente due anni fa. Due dei suoi tre figli sono stati denunciati dai carabinieri per occultamento di cadavere e truffa ai danni dell’Inps, avendo continuato a riscuotere la pensione del padre.

La scoperta è avvenuta grazie al terzo figlio dell’anziano, che da tempo non riusciva a mettersi in contatto con il padre.

Insospettito, ha allertato i carabinieri, portando alla tragica scoperta. L’uomo, che viveva con uno dei figli, percepiva una pensione di 2.500 euro mensili, e i due figli accusati avrebbero sottratto indebitamente circa 70 mila euro.

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Gli accertamenti condotti dall’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo dovranno chiarire l’esatta data del decesso, che si sospetta risalga al gennaio 2023. In tal caso, oltre al risarcimento, i due figli rischiano gravi conseguenze legali.

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