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Cronaca

La tragedia di Margaret, 22 anni: primi risultati dell’autopsia, ma manca chiarezza

Indagini in corso tra omissioni gravi e interrogativi irrisolti. Secondo le indagini, già nel 2008 il centro medico era finito sotto accusa

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La morte di Margaret Spada, 22 anni, avvenuta dopo un’anestesia per un intervento di rinoplastica, continua a scuotere un po’ tutti. L’autopsia ha rivelato un arresto circolatorio in un contesto di sofferenza acuta, ma le cause esatte saranno chiarite solo con gli esami istologici e tossicologici.

L’indagine della Procura di Roma è incentrata sull’ipotesi di omicidio colposo e coinvolge i due medici, padre e figlio, titolari del centro medico dove si è verificato il decesso.

Nello studio di viale Cesare Pavese, zona Eur, i carabinieri del Nas non hanno trovato documenti fondamentali, tra cui il consenso informato della paziente.

LEGGI ANCHE: “L’elettrocardiogramma inviato su whatsapp”, caso Margaret: convalidato sequestro del centro medico

Il centro medico era già finito sotto accusa nel 2008, quando un’ispezione dei Nas aveva evidenziato l’assenza di autorizzazioni per praticare chirurgia, anche mininvasiva. “Un fatto gravissimo”, ha commentato Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio.

Tra i materiali sequestrati ci sono il cellulare della giovane, che contiene messaggi scambiati con i medici, tra cui l’invio di un elettrocardiogramma via WhatsApp, e quello del fidanzato, che avrebbe ripreso i tentativi di rianimazione.

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Margaret era arrivata dalla Sicilia – originaria di Lentini, Siracusa – il giorno stesso per sottoporsi all’intervento, ignara delle irregolarità del centro. Il gip ha intanto convalidato il sequestro preventivo della struttura, su cui ora si concentra l’attenzione degli inquirenti per far luce su questa tragedia evitabile.

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Cronaca

Strage di Altavilla Milicia: per i tre indagati rinvio a giudizio per omicidio e riti satanici

Genitori della vittima chiedono giustizia: nella villa morirono Antonella Salamone e i suoi figli Emanuel e Kevin

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Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Termini Imerese con l’accusa di omicidio volontario plurimo e soppressione di cadavere.

I fatti sono quelli legati alla strage familiare di Altavilla Milicia, del febbraio dello scorso anno. Nela villetta di famiglia furono brutalmente uccisi Antonella Salamone, moglie di Barreca, e i suoi due figli, Emanuel e Kevin.

Secondo le indagini, le violenze sui corpi delle vittime sarebbero state parte di un macabro rituale che aveva l’obiettivo della “liberazione dal demonio”. Al rito avrebbe partecipato anche la figlia diciassettenne di Barreca.

All’ingresso in aula per l’udienza preliminare, i genitori di Antonella Salamone hanno urlato il loro dolore ed hanno chiesto a gran voce “giustizia”. Si sono costituiti parte civile nel processo, determinati a far emergere la verità

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Cronaca

Altavilla Milicia piange Loreto Pecoraro, scomparso improvvisamente: il ricordo

“Era un ragazzo forte. Garbato e laborioso. Innamorato dei figli. Innamorato della vita. Disponibile ed autentico”

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Una scomparsa improvvisa e dolorosa: se ne è andato Loreto Pecoraro, volto conosciuto all’interno dell’amministrazione comunale di Altavilla Milicia.

La notizia è stata resa nota dal profilo social istituzionale del Comune del Palermitano; Loreto era innamorato dei suoi figli, ha sempre messo al primo posto la famiglia dedicando a ciascuno di loro il suo amore incondizionato. La cittadina si stringe attorno alla sua memoria. Il sindaco, la presidente del Consiglio, la giunta i consiglieri e i dipendenti comunali tutti piangono la perdita di un uomo che ha rappresentato un prezioso collaboratore e un generoso collega.

“Loreto era un ragazzo forte. Garbato e laborioso. Innamorato dei figli. Innamorato della vita. Disponibile ed autentico, ha saputo arricchire il suo tempo di affetti genuini. Di legami profondi. Con i pochi, buoni amici. Con i numerosi parenti. Con l’adorato fratello. Con cui ha condiviso fiumi di lacrime. Di dolore. E di gioia. Il Sindaco – si legge nel profilo istituzionale del Comune di Altavilla Milicia -, la Presidente del Consiglio, la Giunta, i Consiglieri ed i Dipendenti comunali, commossi ed increduli, lo piangono insieme a tutti loro. Custodendo, nel cuore, il ricordo di un prezioso collaboratore. Di un generoso collega”.

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Cronaca

Giornata della Memoria, Liliana Segre: “Il rischio è che la Shoah venga dimenticata, come in Orwell”

La senatrice a vita riflette e denuncia il pericolo della riscrittura della storia, mentre continuano gli attacchi antisemiti

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“Un giorno la Shoah potrebbe essere ridotta a una frase nei libri di storia“. Con queste parole, Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, ha lanciato un monito prima della Giornata della Memoria.

Durante un’intervista con Marco Vigevani, presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah, Segre ha espresso la sua preoccupazione: “Come in 1984 di George Orwell, i libri potrebbero essere riscritti, lasciando alle generazioni future solo ciò che il potere vuole che sappiano“.

Segre, che ha sempre sottolineato il valore della memoria come antidoto contro l’indifferenza, teme che con il passare del tempo, e con la scomparsa dei superstiti e delle generazioni successive, il ricordo della Shoah possa sbiadire. “Ho visto come tante vicende storiche siano state dimenticate o ridotte a una riga nei programmi scolastici”, aggiunge, ricordando l’importanza di studiare la storia per comprendere il presente.

L’indifferenza, una parola che Segre ha voluto incisa all’ingresso del Memoriale della Shoah a Milano, è il filo conduttore del suo pensiero: “Ci sono interessi che spingono a dimenticare, a smettere di parlarne, fino a quando non resterà nulla”. La senatrice insiste sull’importanza di adottare opere come 1984 nelle scuole, per educare i giovani ai pericoli della manipolazione della memoria storica.

L’amara riflessione arriva in un momento difficile per Segre, presa di mira da una valanga di attacchi sui social. Da quando è stato annunciato il docu-film “Liliana”, diretto da Ruggero Gabbai e dedicato alla sua vita, i commenti antisemiti e le offese si sono moltiplicati.

Episodi come le scritte “Ebrei bugiardi” sui manifesti per la Giornata della Memoria a Pordenone o i post d’odio sotto l’annuncio della proiezione del film mostrano come l’antisemitismo sia ancora tristemente presente. La proiezione del documentario, pensata per favorire la riflessione, ha invece scatenato polemiche legate anche al conflitto Israele-Palestina. Ma per Segre, il vero nemico resta l’indifferenza: “È questo che permette al tempo di cancellare tutto”.

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Cronaca

Lampedusa, altra straziante tragedia: madre perde tre figli dopo naufragio

Ci sono 15 superstiti e due dispersi, mentre la procura di Agrigento indaga sull’ennesimo dramma dell’immigrazione

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Ancora una volta, il Mediterraneo teatro di una straziante tragedia dell’immigrazione. Un’imbarcazione partita da Zuara, in Libia, è naufragata nell’area SAR maltese a 53 miglia a sud-sudovest di Lampedusa. Quindici i superstiti soccorsi, due i dispersi, e due bambini trovati morti a bordo. Un terzo minore, figlio della stessa madre superstite, è finito in mare.

“Un bambino è morto tra le mani del medico durante il massaggio cardiaco. È stato straziante,” ha raccontato Arturo Centore, comandante della nave ONG Sea Punks, che ha effettuato il salvataggio.

Il dramma si è consumato sotto gli occhi disperati della madre, che ha perso tutti i suoi tre figli.

Malta, contrariamente al passato, ha risposto all’emergenza inviando un elicottero per soccorrere una donna incinta e un uomo in gravi condizioni, trasportandoli a La Valletta. Gli altri 15 superstiti, 14 camerunensi e un nigeriano, sono stati trasbordati sulla vedetta della Guardia Costiera CP322 e trasferiti a Lampedusa. Durante il tragitto, la Guardia Costiera ha recuperato altri 38 migranti soccorsi da tre motopesca.

Intanto, nuovi sbarchi si sono verificati sull’isola: due gruppi sono arrivati autonomamente alla spiaggia della Guitgia, mentre altre 49 persone, salvate dalla marina militare a una ventina di miglia dalla costa, sono state trasferite a bordo del pattugliatore Cassiopea diretto in Albania.

All’hotspot di Lampedusa si trovano attualmente circa 200 migranti, ma la situazione rimane critica. (foto archivio)

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