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Cronaca

Lacune e denunce in ospedale: le ispezioni a Patti e al Civico di Palermo

A distanza di quattro mesi dalla morte del piccolo Cristian (7 anni) in seguito a un’operazione al cuore i genitori sono tornati a farsi sentire

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Un incontro urgente con la stampa per chiarire la posizione dell’Assessorato regionale alla Salute e degli enti di riferimento dopo i veleni susseguitisi negli ultimi giorni per due vicende distinte: a Patti, dove è stata utilizzata una scatola di cartone (LEGGI) per immobilizzare la frattura alla gamba di un paziente, e al Civico di Palermo, dove a distanza di quattro mesi dalla morte del piccolo Cristian (7 anni) in seguito a un’operazione al cuore i genitori sono tornati a farsi sentire con una lettera al quotidiano La Repubblica, in cui evidenziavano una serie di presunte lacune da parte dell’ospedale.

La conferenza si è tenuta proprio nella sede dell’assessorato, in piazza Ottavio Ziino a Palermo, e vi hanno partecipato la responsabile alla Salute in Regione Giovanna Volo, il dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica in Regione Salvatore Iacolino, il direttore generale del Dasoe Salvatore Requirez, il direttore generale dell’Asp Messina Giuseppe Cuccì e il direttore generale dell’Arnas Civico Walter Messina.

L’incontro con la stampa è un’occasione, spiega Volo, per correggere alcune inesattezze emerse fornendo il punto di vista dell’assessorato, che ha svolto un’ispezione all’ospedale di Patti; di contro, le verifiche al Civico di Palermo sono state portate avanti con un’indagine conoscitiva interna sul reparto di Cardiochirurgia pediatrica.

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“Su Patti è venuto fuori che le responsabilità di maggiore consistenza fossero legate a scelte del medico di guardia – sottolinea Volo -. La decisione di costruire questo presidio non era confacente al danno della caduta del paziente; in più nella cartella clinica non c’era traccia della proposta di avviarlo al Pronto soccorso di Milazzo, che era il più vicino, e non c’era nessuna risposta negativa del paziente. Il trasferimento ad altro presidio è importante, un rifiuto del paziente deve sempre essere certificato da una firma: tutto ciò denota un atteggiamento discutibile del medico sul piano professionale. Gli eventuali provvedimenti disciplinari non sono di nostra competenza, bensì dell’Asp di Messina che deciderà di conseguenza”.

Nello specifico, sottolinea Cuccì, “la dottoressa di turno si è assunta la responsabilità professionale di ciò che ha fatto ritenendo di poter attingere alle stecche e alle bende: il rifiuto del paziente di curarsi a Milazzo non è stato registrato come da procedura e tale decisione necessita di ulteriori approfondimenti. La modalità di affidamento dell’incarico non era conforme alle norme contrattuali, pertanto si è reso necessario rimuovere il responsabile del Pronto soccorso”.

Iacolino invita a distinguere il particolare dal generale: “Ci sono eccellenze straordinarie in questa Regione, gli errori di un singolo non possono togliere credibilità a un intero sistema: lavoriamo per garantire la coesistenza delle strutture di Taormina e Palermo, perchè forniscono prestazioni di eccellenza e hanno ricevuto centinaia di apprezzamenti dalle famiglie che hanno usufruito di questi plessi”. Per rafforzare l’assistenza ospedaliera in Sicilia, aggiunge, “abbiamo istituito una commissione voluta dal presidente Schifani: entro il 31 dicembre puntiamo a incrementare ulteriormente l’offerta”.

Per Requirez “quanto avvenuto a Patti auspichiamo che non si ripeta mai più: le linee guida degli ospedali ormai le conoscono tutti, il problema è applicarle e lasciare il meno possibile all’inventiva. Ipotizzo che per accelerare i tempi non si siano cercati a fondo i dispositivi che erano presenti e si sia proceduto con quanto c’era in quel momento: quelle della dottoressa sono state valutazioni ottimistiche, che non hanno seguito le procedure standard”.

Per quanto riguarda la lettera dei genitori di Cristian, Volo evidenzia: “Comprendiamo la rabbia e il dolore, ma ci sono delle contraddizioni emerse dall’indagine interna: manderemo prossimamente una commissione per approfondire alcuni aspetti. E’ doveroso fare massima chiarezza, ma dalle prime risultanze non ci sono stati atteggiamenti di scarsa collaborazione del personale medico e infermieristico: tante altre famiglie hanno piuttosto evidenziato l’alta qualità e l’assoluta professionalità degli operatori del centro di Cardiochirurgia del Civico e lo stesso padre del bambino aveva ringraziato il personale medico al momento della tragedia. Dunque questo ripensamento a distanza di 4 mesi va approfondito”.

Più netto il giudizio di Messina, secondo il quale “dall’audit interno con tutti gli operatori di Cardiochirurgia è emersa una totale difformità da quanto rappresentato dai genitori del bambino: non abbiamo alcun problema in ottica di trasparenza, ma vorremmo evitare che situazioni del genere possano minare il rapporto di fiducia tra cittadini e operatori sanitari. Dedizione, competenza, professionalità e umanità non mancano mai all’interno dei nostri ospedali: nello specifico la somministrazione della terapia e l’igiene del bambino non sono mai venute meno e risulta tutto all’interno della cartella clinica, in più avevamo garantito il servizio scuola in ospedale”.

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Cronaca

Sala dell’assessorato al Turismo della Regione siciliana intitolata a Totò Schillaci

In via Notarbartolo a Palermo, una sala riunioni porterà il nome del celebre calciatore, su iniziativa dell’assessore Elvira Amata

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La Regione Siciliana ha deciso di intitolare la sala riunioni dell’assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo di via Notarbartolo, a Palermo, alla memoria di Totò Schillaci, l’iconico calciatore palermitano scomparso ieri mattina.

L’iniziativa nasce dalla volontà dell’assessore Elvira Amata, ed è stata prontamente accolta e sostenuta dal presidente della Regione, Renato Schifani.

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La cerimonia di intitolazione si terrà nei prossimi giorni e sarà un’occasione per rendere omaggio a uno degli sportivi più amati e rappresentativi della Sicilia, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano, soprattutto per le sue memorabili prestazioni ai Mondiali di Italia ’90.

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Cronaca

Violenza ad Avola: soccorritore del 118 preso a calci e pugni da familiari di una paziente

Gli è stata certificata una prognosi di 7 giorni. Contro gli aggressori sarà inoltrata denuncia

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Un soccorritore della Seus 118 è stato aggredito dai familiari di una paziente ad Avola, in provincia di Siracusa. Colpito ripetutamente con calci e pugni ha riportato ferite al volto e ad una spalla. Al termine di una visita al pronto soccorso gli è stata certificata una prognosi di 7 giorni. Contro gli aggressori sarà inoltrata denuncia.

Riccardo Castro, presidente della Seus, sottolinea: “Per l’ennesima volta i nostri operatori sono aggrediti mentre compiono il proprio dovere. Un fenomeno vergognoso, contro il quale come già annunciato nei mesi scorsi doteremo al più presto i nostri equipaggi del 118 di apposite bodycam come deterrente”.

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“In sinergia con l’assessorato regionale alla Salute abbiamo pure chiesto ad Asp, ospedali e Policlinici – limitatamente alle proprie competenze- di inserire i nostri soccorritori negli interventi previsti dalle linee guida emanate dal Dasoe per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche agli operatori. La Seus si costituirà parte civile nei processi contro gli autori delle aggressioni, ha avviato campagne di sensibilizzazione e sta predisponendo un sostegno psicologico. Siamo orgogliosi e concretamente al fianco dei nostri “angeli del soccorso”, i quali con notevole professionalità e spirito di sacrificio salvano centinaia di vite”.

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Cronaca

“Macchinario guasto”, lui muore al “Civico” di Palermo: condannati due medici

Assolti il primario e una dottoressa del pronto soccorso: secondo i periti, un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare il paziente

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Il tribunale di Palermo ha condannato due in servizio presso l’ospedale Civico, a un anno di reclusione con pena sospesa per la morte di Andrea Palma, avvenuta il 25 febbraio del 2017.

Il giudice monocratico Sergio Ziino ha emesso la sentenza in primo grado, mentre sono stati assolti il primario del pronto soccorso ed un’altra dottoressa, difesi rispettivamente dagli avvocati Massimo Motisi e Roberto Mangano.

Andrea Palma si era recato al pronto soccorso del Civico la sera del 23 febbraio con una diagnosi di sindrome coronarica acuta. Era stato programmato un esame di coronarografia urgente per la mattina successiva, ma un guasto a uno dei macchinari e l’impegno dell’altro per altre emergenze avevano impedito l’esecuzione dell’esame presso la struttura.

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Secondo le indagini, i medici Priolo e D’Antona non avrebbero disposto il trasferimento del paziente in un altro ospedale per effettuare la coronarografia. Gli esperti del processo hanno stabilito che un intervento tempestivo avrebbe potuto evitare il peggioramento delle condizioni di Palma, che è deceduto alle 5:25 del 25 febbraio. La sentenza è di primo grado e potrà essere impugnata in appello.

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Cronaca

Come cambia l’Etna: cresce il cratere Voragine, il bordo supera i 3400 metri

La rilevazione è contenuta nel bollettino settimanale ed è dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

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Cresce in altezza il cratere Voragine dell’Etna: con il materiale lavico accumulato con le ultime eruzioni, l’orlo orientale ha raggiunto quota 3.400 metri d’altezza, arrivando a toccare 3.403 metri sul livello del mare.

La rilevazione è contenuta nel bollettino settimanale, nel periodo tra il 9 e il 15 settembre, sul vulcano attivo più alto d’Europa a cura dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania, che lo pubblica sul proprio sito.

Il ‘sorpasso’ sul cratere di Sud-Est, che deteneva il ‘record dal 10 agosto del 2021 e che ultime stime davano alto 3.347 metri, era già avvenuto nello scorso luglio quando la Voragine toccava quota 3.369 metri d’altezza.

Quello precedente, che resisteva dagli anni Settanta del secolo scorso, era del cratere di Nord-Est.

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Cresciuto anche il cratere Bocca Nuova che adesso tocca quota 3.380 metri sul livello del mare. Il Cratere Voragine, silente da oltre tre anni – la sua ultima emissione di cenere era del 3 aprile del 2021 – ha cominciato a ‘crescere’ in altezza dal 14 giugno scorso con una debolissima attività stromboliana che ha poi avuto un progressivo aumento nell’intensità del fenomeno trasformatosi poi in fontane di lava.

Il materiale piroclastico emesso, con l’intensa e frequente attività stromboliana, ha portato ad accumuli sul Cratere Voragine aumentando la sua altezza, fino a fargli superare i 3.400 metri, con un margine di errore nelle quote stimato dall’Ingv in un metro.

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