Dopo una battaglia legale durata dieci anni, una badante è riuscita a ottenere i 700mila euro che le aveva lasciato in eredità l’anziana per cui lavorava dal 2009. Tutto è iniziato nel 2014, dopo la morte della 78enne vedova e senza figli residente a Lucca.
Tra i documenti della defunta era stato trovato un testamento olografo del dicembre 2013, in cui la signora nominava la badante come erede universale dei suoi beni, provocando la reazione dei parenti, che hanno accusato la donna di aver raggirato l’anziana.
I familiari, infatti, hanno avviato un procedimento civile sostenendo, tramite perizie, che la 78enne non fosse in grado di intendere e volere al momento della stesura del testamento, a causa di diverse malattie. Chiedendo l’annullamento del testamento, erano riusciti inizialmente a ottenere il sequestro temporaneo di tutti i beni dell’anziana e a far partire un processo penale contro la badante per circonvenzione di incapace.
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La collaboratrice domestica è finita così sotto processo: in primo grado, le tesi dei familiari sono state accolte, ma in appello la sentenza è stata ribaltata. Due anni fa, la donna è stata definitivamente assolta, riuscendo a dimostrare la sua innocenza.
Concluso il percorso legale, la badante ha ottenuto quanto previsto dal testamento, in cui l’anziana scriveva: “Lascio tutto alla mia bimba che si è occupata di me”.
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