Cronaca
“L’elettrocardiogramma su whatsapp”, il caso Margaret: convalidato sequestro del centro medico
Il caso della giovane siciliana, deceduta dopo un intervento: i riflettori sulla sicurezza nei centri medici privati
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Il gip di Roma ha convalidato il sequestro preventivo del centro medico dove Margaret Spada, 22 anni, originaria di Lentini, in provincia di Siracusa, è stata sottoposta a un intervento di rinoplastica parziale il 4 novembre scorso. La giovane è deceduta tre giorni dopo, il 7 novembre.
L’indagine, condotta dal pm Erminio Amelio, ha portato al sequestro della struttura per il rischio di “reiterazione del reato”. Due medici, padre e figlio, Marco e Marco Antonio Procopio, sono accusati di omicidio colposo.
LEGGI ANCHE: La tragedia di Margaret, 22enne siciliana morta per una rinoplastica: due indagati per omicidio colposo
Un elemento cruciale emerso è la totale assenza di documentazione nel centro medico, compreso il consenso informato e atti contabili. Inoltre, durante un sopralluogo, i carabinieri del Nas verificheranno la presenza di strumenti per le emergenze, come defibrillatori e medicinali salvavita.
Gli inquirenti analizzeranno anche il cellulare della vittima per ricostruire gli accordi sull’intervento, risalenti all’estate. Margaret avrebbe inviato via WhatsApp al figlio del titolare un elettrocardiogramma richiesto per l’operazione.
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Il caso solleva interrogativi sulla sicurezza nei centri privati, soprattutto riguardo alla gestione delle emergenze mediche e alla trasparenza amministrativa.
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Cronaca
Bimba muore dieci ore dopo la nascita: tragedia a Catania, scattano indagini
Il padre denuncia un caso di malasanità, avviate verifiche interne e un’indagine dalla Procura
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Una neonata, venuta al mondo alle 8.48 di ieri, 14 novembre, è deceduta ieri all’ospedale Garibaldi Nesima, a Catania, a sole dieci ore dalla nascita.
La piccola, secondo la denuncia del padre – che è arrivato nella serata in questura accompagnato dall’avvocato – era apparsa sin da subito “ipotonica e asfittica”, destando preoccupazioni nei genitori.
Dopo i primi segnali critici, il personale sanitario aveva trasferito la neonata nel reparto di Terapia intensiva neonatale. Tuttavia, nel pomeriggio, le condizioni si sarebbero aggravate ulteriormente, sotto gli occhi dei genitori. Intorno alle 18.30, poi, è stato dichiarato il decesso.
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La polizia di Stato è intervenuta immediatamente, con diverse volanti sul posto, e la Procura di Catania ha già aperto un fascicolo per chiarire quanto accaduto. Intanto, l’ospedale Garibaldi ha avviato un’istruttoria interna per esaminare le procedure seguite dal personale.
Il corpo della neonata è stato trasferito all’obitorio per accertamenti. E intanto la madre è stata ricoverata oggi in terapia intensiva, ma non verserebbe, fortunatamente, in condizioni preoccupanti.
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Cronaca
Mafia e droga, sequestro da 170mila euro a pregiudicato 61enne nel Messinese
L’uomo, vicino a una famiglia mafiosa, era già stato condannato a 22 anni di reclusione: i dettagli dell’operazione
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Un sequestro di beni del valore di 170mila euro è stato effettuato dai carabinieri nei confronti di un 61enne pregiudicato, ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto.
L’operazione si basa su indagini patrimoniali che hanno evidenziato un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e dai suoi familiari e il patrimonio accumulato.
L’indagato era stato arrestato il 28 febbraio 2020 nell’ambito dell’operazione “Dinastia”, che aveva portato all’esecuzione di 59 misure cautelari contro un’organizzazione criminale attiva nel narcotraffico.
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Successivamente, il Tribunale di Messina lo ha condannato, con sentenza non definitiva, a 22 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Tra i beni sequestrati, finalizzati alla futura confisca, figurano un’abitazione, conti correnti e l’intero capitale sociale di una società di Milazzo, operante nel settore della gestione di parcheggi e autorimesse. Parte del patrimonio risultava intestato a familiari o prestanome, espediente per eludere i controlli.
Le indagini patrimoniali si sono rivelate fondamentali per smascherare il sistema e garantire il recupero di beni accumulati grazie ad attività criminali.
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Cronaca
Lacrime e lutto cittadino a Piazza Armerina: l’ultimo saluto a Larimar e le indagini
Un quindicenne, ritenuto da alcuni l’autore della diffusione delle immagini, sarebbe stato aggredito da coetanei e preso a schiaffi
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Piazza Armerina si stringe nel dolore per l’addio alla giovanissima Larimar Annaloro, la quindicenne trovata senza vita con una corda al collo la scorsa settimana. Oggi, nel pomeriggio – alle 15:30 – si terranno i funerali nella cattedrale, in un lutto cittadino che toccherà un po’ tutto.
Le circostanze della morte restano ancora poco chiare. L’autopsia, effettuata mercoledì, non ha rilevato segni di violenza, e la Procura dei minori di Caltanissetta sembra orientarsi verso l’ipotesi del suicidio. Tuttavia, rimane aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per istigazione al suicidio.
LEGGI ANCHE: Il giallo di Larimar e quel bigliettino d’addio: mercoledì autopsia, l’appello del Procuratore
Dietro la tragedia, emergono relazioni e conflitti tra adolescenti e, secondo gli inquirenti, il decesso potrebbe essere legato alla diffusione di immagini intime, che avrebbero coinvolto un ragazzo conteso tra la vittima e una compagna di scuola. (continua dopo le foto)
LO stesso ragazzo sarebbe stato al centro di una lite avvenuta poco prima della morte di Larimar.
Sabato scorso, un quindicenne, ritenuto da alcuni l’autore della diffusione delle immagini, sarebbe stato aggredito da coetanei e preso a schiaffi. Un episodio che aggiunge ulteriore drammaticità a una storia già carica di dolore e interrogativi.
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Cronaca
Le corde si incastrano, alpiniste rimangono “appese” su monte Monaco, a San Vito: l’intervento
Dopo aver raggiunto la cima stavano scendendo in corda doppia: l’incidente a circa 200 metri da terra
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I tecnici del Soccorso alpino e speleologico siciliano sono intervenuti a San Vito Lo Capo (Trapani) con una lunga e complessa operazione in notturna per mettere in salvo due alpiniste rimaste bloccate in parete a Monte Monaco.
Le donne, di nazionalità tedesca, rispettivamente di 34 e 43 anni, stavano arrampicando sulla via “Fratelli Titt”, che ha uno sviluppo di 620 metri sullo sperone est della montagna.
Dopo aver raggiunto la cima stavano scendendo in corda doppia quando, a circa 200 metri da terra, le corde si sono incastrate tra le rocce lasciandole “appese”, senza possibilità di proseguire o risalire.
Preoccupate anche per il sopraggiungere del buio e l’abbassamento delle temperature, col cellulare sono riuscite a lanciare l’allarme, tramite il proprietario del B&B in cui alloggiavano, ad un tecnico locale del Soccorso Alpino che, a sua volta, ha avvisato i colleghi di Palermo.
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È così scattata l’operazione di recupero con due squadre di tecnici che, arrivate alla base della montagna, hanno scalato la parete, hanno raggiunto le due donne e le hanno aiutate a scendere in sicurezza. Alle operazioni hanno collaborato i carabinieri della stazione di San Vito Lo Capo.
Lo scorso anno un’intervento simile era stato portato a termine sempre a Monte Monaco per quattro climbers polacchi rimasti bloccati a circa 200 metri da terra.
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