Cronaca
Madonia e Lucchese: omicidio Piersanti Mattarella, ecco i nuovi indagati
Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese indagati per l’assassinio del presidente della Regione Siciliana nel 1980
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Emergono nomi di spicco di Cosa dalle nuove indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella, avvenuto il 6 gennaio 1980 a Palermo. Secondo la Procura, fu Antonino Madonia a sparare al presidente della Regione Siciliana, mentre Giuseppe Lucchese, detto “Lucchiseddu”, guidava l’auto durante l’agguato.
Madonia, figlio del potente boss Ciccio, e Lucchese, entrambi poco più che ventenni all’epoca dei fatti, erano figure emergenti nelle rispettive famiglie mafiose.
LEGGI ANCHE: L’omicidio di Piersanti Mattarella: ci sarebbero due nuovi indagati dopo 45 anni
Oggi sono già detenuti all’ergastolo per una serie di omicidi, tra cui l’eccidio di via Isidoro Carini, in cui persero la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emmanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
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Le nuove indagini puntano a chiarire il coinvolgimento dei due sicari nell’assassinio di Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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Cronaca
Tragedia sul lavoro a Clusone, 56enne cade da capannone e muore dopo volo di 4 metri
Tragico incidente sul lavoro a Clusone, un comune in provincia di Bergamo. Un uomo di 56 anni, Roberto Zanoletti, titolare di una ditta, è morto dopo essere caduto da un’altezza di circa 4 metri mentre stava utilizzando le benne di un muletto per raggiungere una parte di muro da pulire. Sul posto, oltre ai mezzi […]
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Tragico incidente sul lavoro a Clusone, un comune in provincia di Bergamo. Un uomo di 56 anni, Roberto Zanoletti, titolare di una ditta, è morto dopo essere caduto da un’altezza di circa 4 metri mentre stava utilizzando le benne di un muletto per raggiungere una parte di muro da pulire.
Sul posto, oltre ai mezzi di soccorso, sono intervenuti per i rilievi di legge i carabinieri della stazione locale e i tecnici dell’Ats. L’uomo aveva festeggiato proprio ieri – 6 gennaio – il compleanno ed oggi era rientrato dalle feste natalizie.
Le prime informazioni sull’incidente
Secondo le prime informazioni Zanoletti stava utilizzando un muletto per pulire il muro del capannone con l’idropulitrice quando per cause ancora da accertare ha perso l’equilibrio ed è caduto sotto gli occhi del figlio – dipendente dell’azienda di famiglia. Il 56enne ha sbattuto violentemente la testa sull’asfalto ed è morto dopo pochi istanti. Vano l’intervento dei sanitari del corpo volontari Presolana, giunti sul posto con un’ambulanza e un’automedica.
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Cronaca
Attende intervento da 17 giorni, muore a Villa Sofia: Palermo, disposta autopsia
È stato ricoverato da diciassette giorni a Villa Sofia per essere operato ad una frattura e muore. È deceduto così Giuseppe Barbaro, 76 anni. La morte risale a ieri, 6 gennaio 2025 e la procura di Palermo ha disposto l’autopsia per indagare sull’accaduto. I parenti, assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira, hanno presentato un esposto. L’esposto Nel […]
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È stato ricoverato da diciassette giorni a Villa Sofia per essere operato ad una frattura e muore. È deceduto così Giuseppe Barbaro, 76 anni. La morte risale a ieri, 6 gennaio 2025 e la procura di Palermo ha disposto l’autopsia per indagare sull’accaduto.
I parenti, assistiti dall’avvocato Andrea Dell’Aira, hanno presentato un esposto.
L’esposto
Nel corso dei giorni trascorsi in ospedale sarebbero sorti problemi non legati alla frattura ma che secondo i familiari sono addebitati ai sanitari. Nell’esposto si legge che “i sanitari hanno omesso di considerare le condizioni cliniche del paziente – ricoverato per una frattura scomposta alla spalla sinistra – con evidenti sintomi ipernatriemia (alti livelli di sodio nel sangue) associata a disidratazione e peso corporeo ben al di sotto della media senza curare una idonea assunzione di liquidi e cibo ed omettendo di diagnosticare tempestivamente l’insorgere – durante la permanenza in nosocomio – di una polmonite bilaterale (lo stato febbrile veniva segnalato dalla figli e solo allora somministrato paracetamolo) e mantenendo lo stesso presso il reparto di Pronto soccorso dal 21 dicembre al 24 dicembre 2024, salvo trasferirlo al reparto ortopedia il 24 dicembre dove le condizioni del paziente divenivano sempre più scadenti e defedate (e senza mai 2 programmare alcun intervento chirurgico)”.
La denuncia della figlia
La figlia ha denunciato che il padre “era stato legato con strumenti di plastica alle caviglie ed al braccio destro e manifestava segni di dissociazione e confusione mentale”. Adesso si attende il provvedimento che dovrebbe portare al sequestro della salma e il trasporto all’istituto di medicina legale dove sarà eseguita l’autopsia per stabilire le cause della morte.
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Renato Schifani aveva fatto un sopralluogo proprio nel reparto di Ortopedia dove erano state segnalati diversi disservizi e pazienti in attesa di interventi chirurgici per fratture.
Schifani convoca i direttori sanitario e amministrativo di Villa Sofia
Intanto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha convocato per giovedì pomeriggio a Palazzo d’Orléans, il direttore sanitario e il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino. L’incontro servirà per discutere delle criticità emerse di recente nella gestione delle attività sanitarie del presidio ospedaliero.
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Cronaca
La droga in un pozzetto della fibra ottica: a Palermo in manette padre e figlio
Operazione dei carabinieri all’Albergheria: trovati con 240 grammi di hashish vicino a una scuola
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Scatta il blitz antidroga nel quartiere Albergheria di Palermo. I carabinieri hanno arrestato due uomini, padre e figlio di 48 e 18 anni, già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I due sono stati colti in flagranza mentre nascondevano un contenitore con 240 grammi di hashish all’interno di un pozzetto di ispezione della fibra ottica, situato nei pressi di una scuola.
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Gli agenti li hanno notati mentre uscivano dall’abitazione con un barattolo di vetro contenente un sacchetto di plastica. Una volta all’esterno, i sospetti hanno spostato una pianta in vaso e sollevato il coperchio del pozzetto, nascondendo all’interno il contenitore con la droga, già confezionata in dosi pronte per la vendita.
Il tribunale ha convalidato l’arresto e disposto misure cautelari differenti: arresti domiciliari per il 48enne e obbligo di presentazione alla polizia per il figlio.
La sostanza stupefacente è stata sequestrata e inviata al Laboratorio di analisi delle sostanze stupefacenti per ulteriori verifiche.
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Cronaca
Hanno sequestrato un 19enne per un debito di droga: 9 arresti tra Ragusa e Siracusa
Tra gli accusati anche quattro minorenni. La vittima, un giovane spacciatore, liberata dai carabinieri con un blitz
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Nove persone, tra cui quattro minorenni, sono state arrestate per il sequestro di un giovane pusher avvenuto a Scicli, nel Ragusano, e poi a Siracusa il 20 giugno 2024.
L’operazione è scattata all’alba, quando i carabinieri dei comandi provinciali di Ragusa e Siracusa, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura per i minorenni di Catania, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati.
Le accuse, a vario titolo, comprendono sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco aggravati in concorso.
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Secondo le prime ricostruzioni, il sequestro sarebbe stato motivato da un debito di droga contratto dalla vittima, un 19enne nordafricano, con un gruppo criminale siracusano.
Il giovane ostaggio è stato liberato grazie a un blitz dei carabinieri del Gruppo di intervento speciale, che ha permesso di porre fine alla sua prigionia.
Le indagini sono state condotte dai militari della Compagnia di Modica, in collaborazione con i nuclei investigativi di Ragusa e Siracusa e tre unità cinofile, portando alla luce l’intera vicenda e le responsabilità dei coinvolti.
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