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Cronaca

Mafia e droga, sequestro da 170mila euro a pregiudicato 61enne nel Messinese

L’uomo, vicino a una famiglia mafiosa, era già stato condannato a 22 anni di reclusione: i dettagli dell’operazione

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Un sequestro di beni del valore di 170mila euro è stato effettuato dai carabinieri nei confronti di un 61enne pregiudicato, ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto.

L’operazione si basa su indagini patrimoniali che hanno evidenziato un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e dai suoi familiari e il patrimonio accumulato.

L’indagato era stato arrestato il 28 febbraio 2020 nell’ambito dell’operazione “Dinastia”, che aveva portato all’esecuzione di 59 misure cautelari contro un’organizzazione criminale attiva nel narcotraffico.

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Successivamente, il Tribunale di Messina lo ha condannato, con sentenza non definitiva, a 22 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Tra i beni sequestrati, finalizzati alla futura confisca, figurano un’abitazione, conti correnti e l’intero capitale sociale di una società di Milazzo, operante nel settore della gestione di parcheggi e autorimesse. Parte del patrimonio risultava intestato a familiari o prestanome, espediente per eludere i controlli.

Le indagini patrimoniali si sono rivelate fondamentali per smascherare il sistema e garantire il recupero di beni accumulati grazie ad attività criminali.

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Cronaca

Lacrime e lutto cittadino a Piazza Armerina: l’ultimo saluto a Larimar e le indagini

Un quindicenne, ritenuto da alcuni l’autore della diffusione delle immagini, sarebbe stato aggredito da coetanei e preso a schiaffi

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Piazza Armerina si stringe nel dolore per l’addio alla giovanissima Larimar Annaloro, la quindicenne trovata senza vita con una corda al collo la scorsa settimana. Oggi, nel pomeriggio – alle 15:30 – si terranno i funerali nella cattedrale, in un lutto cittadino che toccherà un po’ tutto.

Le circostanze della morte restano ancora poco chiare. L’autopsia, effettuata mercoledì, non ha rilevato segni di violenza, e la Procura dei minori di Caltanissetta sembra orientarsi verso l’ipotesi del suicidio. Tuttavia, rimane aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, per istigazione al suicidio.

LEGGI ANCHE: Il giallo di Larimar e quel bigliettino d’addio: mercoledì autopsia, l’appello del Procuratore

Dietro la tragedia, emergono relazioni e conflitti tra adolescenti e, secondo gli inquirenti, il decesso potrebbe essere legato alla diffusione di immagini intime, che avrebbero coinvolto un ragazzo conteso tra la vittima e una compagna di scuola. (continua dopo le foto)

LO stesso ragazzo sarebbe stato al centro di una lite avvenuta poco prima della morte di Larimar.

Sabato scorso, un quindicenne, ritenuto da alcuni l’autore della diffusione delle immagini, sarebbe stato aggredito da coetanei e preso a schiaffi. Un episodio che aggiunge ulteriore drammaticità a una storia già carica di dolore e interrogativi.

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Cronaca

Le corde si incastrano, alpiniste rimangono “appese” su monte Monaco, a San Vito: l’intervento

Dopo aver raggiunto la cima stavano scendendo in corda doppia: l’incidente a circa 200 metri da terra

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I tecnici del Soccorso alpino e speleologico siciliano sono intervenuti a San Vito Lo Capo (Trapani) con una lunga e complessa operazione in notturna per mettere in salvo due alpiniste rimaste bloccate in parete a Monte Monaco.

Le donne, di nazionalità tedesca, rispettivamente di 34 e 43 anni, stavano arrampicando sulla via “Fratelli Titt”, che ha uno sviluppo di 620 metri sullo sperone est della montagna.

Dopo aver raggiunto la cima stavano scendendo in corda doppia quando, a circa 200 metri da terra, le corde si sono incastrate tra le rocce lasciandole “appese”, senza possibilità di proseguire o risalire.

Preoccupate anche per il sopraggiungere del buio e l’abbassamento delle temperature, col cellulare sono riuscite a lanciare l’allarme, tramite il proprietario del B&B in cui alloggiavano, ad un tecnico locale del Soccorso Alpino che, a sua volta, ha avvisato i colleghi di Palermo.

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È così scattata l’operazione di recupero con due squadre di tecnici che, arrivate alla base della montagna, hanno scalato la parete, hanno raggiunto le due donne e le hanno aiutate a scendere in sicurezza. Alle operazioni hanno collaborato i carabinieri della stazione di San Vito Lo Capo.

Lo scorso anno un’intervento simile era stato portato a termine sempre a Monte Monaco per quattro climbers polacchi rimasti bloccati a circa 200 metri da terra.

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Cronaca

Palermo, abusi su due bambine: nonno e zio condannati, ma anche i genitori

Processo chiuso con pene dai 12 ai 16 anni per violenze prolungate, coinvolti anche i genitori delle vittime

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Si è concluso a Palermo un processo per abusi sessuali, che ha coinvolto il nonno e lo zio di due bambine.

Entrambi, alla fine, sono stati condannati a 16 anni di carcere per abusi sessuali. Le due vittime, all’epoca dei fatti minorenni, sono state oggetto di violenze che si sono protratte per anni, e la situazione era conosciuta anche dai genitori, che avrebbero taciuto, coprendo i colpevoli.

Anche i genitori sono stati condannati,  rispettivamente a 12 anni e a 12 anni e 8 mesi.

L’inchiesta, avviata dai carabinieri un anno fa e coordinata dalla procura di Palermo, è partita grazie alla denuncia di una delle ragazzine, che aveva raccontato alla sua maestra di sostegno gli abusi subiti negli anni dai parenti.

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Cronaca

Viene travolto e ucciso dall’escavatore: 27enne di Catania vittima sul lavoro nel Siracusano

Il ragazzo lavorava per una ditta incaricata da Enel e si trovava in contrada Buongiorno per eseguire alcuni lavori

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È Mattia Virgona, 27enne di Catania ma residente a Noto, la vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro in Sicilia: il giovane è morto schiacciato da un mezzo tra Portopalo di Capo Passero e Pachino.

La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare la dinamica dell’accaduto.

Il ragazzo lavorava per una ditta incaricata da Enel e si trovava in contrada Buongiorno per eseguire alcuni lavori, quando è stato travolto da un escavatore della stessa azienda.

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Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, ogni tentativo di salvare la vittima si è rivelato vano. Sul posto – è accaduto nella giornata di ieri – sono giunti prontamente sia il personale sanitario, con un elisoccorso mobilitato nel tentativo di prestare assistenza, sia le forze dell’ordine per raccogliere testimonianze e ricostruire la dinamica dell’incidente.

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