Polemiche di fuoco attorno a un emendamento alla Manovra che prevede un aumento di stipendio per 17 membri del governo non eletti in Parlamento. L’incremento, pari a 7.193,11 euro al mese, equiparerebbe la loro indennità a quella dei ministri parlamentari, portando il totale a circa 17.628 euro lordi mensili, secondo una simulazione del Sole 24 Ore.
L’emendamento riguarda 8 ministri e 9 tra viceministri e sottosegretari tecnici, tra cui figure di rilievo come i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetto e della Salute Orazio Schillaci. La copertura finanziaria ammonterebbe a circa 1,3 milioni di euro lordi l’anno, a partire dal 2025.
L’opposizione ha subito alzato la voce, accusando il governo di aver scelto priorità sbagliate. I parlamentari del Movimento 5 Stelle della commissione Bilancio hanno definito “vergognoso” l’emendamento, denunciando il contrasto con il rifiuto di aumentare le pensioni minime o introdurre il salario minimo.
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Dure critiche anche dal segretario del PD Elly Schlein: “Con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l’altra bloccano il salario minimo”.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, tra i beneficiari della misura, ha definito “giusto” il principio di parità di trattamento, ma ha suggerito di applicarlo solo a partire dal prossimo governo, per evitare il conflitto politico attuale.
Il dibattito si inserisce in un clima già teso attorno alla Manovra, il cui approdo in Aula è slittato ulteriormente. Le opposizioni chiedono un intervento diretto del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per bloccare la norma.
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