Neonata morta nel trasporto in ambulanza da Catania, condannata ginecologa

Le lesioni personali per "la mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum"

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La condanna per “omicidio colposo” e per lesioni personali è definitiva, per la ginecologa che nel 2015 si occupò del parto di una donna, a Catania. La neonata Nicole Di Pietro morì in una ambulanza che era diretta da Catania all’ospedale di Ragusa.

La Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati contro la sentenza del 18 novembre del 2021 della Corte d’appello di Catania. La ginecologa, condannata a due anni e assolta al contempo dall’accusa di falso, dovrà risarcire le parti civili assieme alla clinica.

Assolti il neonatologo Antonio Di Pasquale, l’anestesista Giovanni Gibiino e l’ostetrica Valentina Spanò.

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La ginecologa, secondo l’accusa, avrebbe “effettuato un monitoraggio inadeguato della partoriente nella fase di travaglio” e “non avvedendosi di una sofferenza fetale in atto, ometteva colposamente di intervenire chirurgicamente con un parto cesareo”, causando la morte della neonata.

Le lesioni personali sono ai danni di Tania Laura Egitto, madre di Nicole, per “la mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum”.

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