“Niente Internet fino ai 9 anni”: ecco cosa dicono i pediatri e gli effetti

Il web può rappresentare un valido strumento per i bambini, ma soltanto dopo i 9 anni. Le indicazioni e le raccomandazioni

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Serve un utilizzo sicuro, controllato, consapevole. L’argomento è quello del rapporto fra i bambini ed internet. Le potenzialità del web sono enormi, e permettono di sviluppare la coordinazione visivo-motoria e a stimolare la creatività e la capacità di problem-solving.

Ma attenzione: non prima dei 9 anni, con moderazione ed evitando l’utilizzo dei social network. Fino a quell’età, infatti, è fondamentale non privare i piccoli delle interazioni dirette con i genitori, i coetanei e il mondo che li circonda, indispensabili per un sano sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale.

Si trtta delle raccomandazioni della Guida “Bambini e adolescenti in un mondo digitale”, realizzata dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) e presentata in occasione del XVII Congresso Nazionale della Fimp “E io avrò cura di te. Il tuo Pediatra un approdo sicuro” inaugurato il 12 ottobre e in programma fino a domenica 15 a Giardini Naxos, nella provincia di Messina.

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Secondo la guida, prima dei 3 anni il bambino ha l’esigenza di costruire i suoi riferimenti spazio-temporali, pertanto è opportuno evitare il più possibile l’utilizzo degli schermi; dai 3 ai 6 anni il bambino ha bisogno di scoprire tutte le sue possibilità sensoriali e manuali, dunque va incoraggiato il gioco con i coetanei, evitando smartphone o tablet personali; dai 6 ai 9 anni è l’età in cui si scoprono le regole del gioco sociale, pertanto è consigliabile disincentivare l’uso di internet; infine, dai 9 ai 12 anni, cioè l’età in cui il ragazzo inizia a rendersi autonomo dai riferimenti familiari, il web può rappresentare un valido strumento per esplorare nuovi contenuti adatti alla sua età, sotto l’occhio attento dei genitori, ma si suggerisce di evitare la partecipazione diretta ai social network.

“Se è vero che i nuovi media, in particolare i social, sono ormai entrati a far parte delle vite dei nostri ragazzi – spiega Antonio D’Avino, presidente nazionale Fimp – è necessario disincentivarne l’uso indiscriminato: i genitori ci chiedono più supporto in questo ambito e noi pediatri di famiglia siamo pronti a offrire le nostre conoscenze per guidarli e orientarli al meglio”.

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