News e Focus
Nuovo Codice della strada 2024, ci siamo: ecco quando entra in vigore e le nuove regole
Salvini annuncia i tempi di attuazione e le prime sanzioni per gli automobilisti
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Il nuovo Codice della Strada entrerà ufficialmente in vigore “tra circa venti giorni”. Lo ha confermato il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini, intervenendo alla trasmissione radiofonica “Giù la maschera” su Rai Radio 1.
Sebbene il testo sia già legge, per essere pienamente operativo necessita ancora di alcuni passaggi previsti dall’iter legislativo. Come ribadito dal ministro, il primo step è la pubblicazione del Codice in Gazzetta Ufficiale, prevista entro la fine di novembre. A quel punto bisognerà attendere 15 giorni affinché le nuove regole diventino effettive.
“Vuol dire che a Natale, durante l’esodo, non si potrà usare il telefono al volante – comportamento da evitare già oggi – ma con le nuove norme si rischierà il ritiro della patente per 15 giorni“, ha sottolineato Salvini.
Tuttavia, non tutte le novità entreranno immediatamente in vigore. Alcune disposizioni richiedono l’emanazione di decreti attuativi da parte dei ministeri competenti, il che potrebbe causare ritardi di alcuni mesi. Tra le regole più attese, quelle che riguardano la sicurezza stradale e le sanzioni per i comportamenti pericolosi alla guida.
Per ciò che riguarda la nuova legge, questa punterà a un maggiore rigore, introducendo pene più severe per chi infrange le regole. Per gli automobilisti italiani, le vacanze natalizie potrebbero già segnare il debutto di queste nuove misure, progettate per garantire strade più sicure per tutti.
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Quali sono le principali novità introdotte dal nuovo Codice della strada. Le sanzioni saranno più severe per chi viene beccato alla guida in stato di ebbrezza, con multe che potranno arrivare fino 6mila euro in presenza di una tasso alcolemico particolarmente altro (oltre 1,5 grammi per litro).
In tal caso potrà scattare anche l’arresto (fino a un anno di carcere), oltre alla sospensione della patente. Questa è prevista a prescindere, anche se per periodi che variano a seconda di quanto alcol si ha nel sangue nel momento in cui si verrà fermati dagli agenti. Anche chi verrà sorpreso usando il cellulare al volante vedrà inasprirsi le sanzioni fino a 1400 euro, se la violazione viene ripetuta. A questo si aggiungerà la sospensione della patente, che potrà arrivare a 15 giorni nel caso in cui si abbiano meno di dieci punti.
“L’anno scorso ci sono stati 3.039 morti sulle strade italiane. E la prima causa di mortalità dei ragazzi in Italia fino ai 24 amni è la strada”, ha ricordato Salvini. “È un piccolo comune italiano che scompare ogni anno. Quando sono arrivato al Ministero di fronte a questo dato ho detto che si doveva fare qualcosa”, ha proseguito. Secondo il ministro il nuovo testo “non è severo, ma cerca di ridurre gli incidenti per le quattro e le due ruote”.
Tra le novità introdotte dal Codice, Salvini ha ricordato che per i neopatentati “per i primi tre anni ci sarà il divieto di guidare macchinoni, Suv e supercar”, mentre “per chi verrà trovato positivo al test antidroga, ci sarà l’immediato ritiro della patente”. Sulla stretta alle multe, che diverranno più salate, “c’è stato un grande dibattito sul nulla: semplicemente le multe vengono adeguate all’inflazione”, ha detto.
“Quello che sarà molto più caro, e questo lo rivendico, sarà occupare i posti auto riservati ai disabili”. In tal caso infatti, le sanzioni potranno andare dai 330 ai 990 euro. Per quel che riguarda le due ruote, Salvini ha sottolineato che “la pista ciclabile non è una striscia bianca per terra”, ma dovrà “essere ben segnalata e ben protetta”. Il nuovo Codice riguarderà anche i monopattini elettrici, per i quali scatterà l’obbligo di casco, targa e assicurazione. “I ciclisti per i quali stiamo investendo 600 milioni di euro per 1800 chilometri di piste ciclabili in Italia, saranno più tutelati per la distanza minima”.
Chi usa un monopattino elettrico infatti, non potrà più circolare sulla pista ciclabile, ma solo sulle strade urbane con un limite di velocità inferiore ai 50 chilometri orari. Sui limiti di velocità nei centri urbani Salvini ha spiegato che “le zone a 30 all’ora possono continuare a essere fatte dai sindaci, però su porzioni di città”.
Gli autovelox quindi “possono continuare a essere installati”, ma tramite le Prefetture verrà chiesto ai sindaci “di giustificare il perché in quella strada viene messo un autovelox”, ha specificato. “Diciamo che autovelox a ripetizione, su strade larghe a due / tre corsie per fare cassa, non saranno più possibili”, ha chiarito. Infine, tra le misure anche il “ritiro della patente per chi abbandona gli animali”.
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Una scelta di amore eterno: l’addio a Deborah, rinunciò alle cure per far nascere la figlia
Deborah Vanini, la scoperta del brutto male ed il sacrificio di una madre per la vita della figlia: la storia
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Si sono svolti a Como, nella chiesa di San Giuseppe, i funerali di Deborah Vanini, la trentottenne che ha commosso l’Italia per la sua scelta coraggiosa: rinunciare alle cure per un tumore al quarto stadio per portare a termine la gravidanza e dare alla luce la sua bambina, Megan.
Un gran numero di persone ha voluto renderle omaggio, stringendosi intorno ai suoi cari: il compagno Massimo, i genitori Antonio ed Eleonora, e la piccola Megan, nata appena due mesi fa.
Sui social, amici e conoscenti hanno condiviso ricordi e messaggi di commiato. “Hai sempre illuminato la vita di chiunque ti fosse accanto con il tuo sorriso e la tua positività contagiosa“, ha scritto Katia Gianquinto, una cara amica.
“Sei stata una presenza unica, una sorella per me. Non dimenticherò mai il tuo modo di vedere il mondo, il fantastico mondo di Debby”.
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Deborah aveva raccontato la sua storia lo scorso settembre, quando era nata Megan. “Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta, ho scoperto anche di avere un tumore al quarto stadio” aveva confidato, descrivendo quel momento come un terribile paradosso: “Dalla gioia più grande alla disperazione più assoluta”.
Tra dubbi e paure, Deborah aveva scelto di rinunciare a trattamenti salvavita incompatibili con la gravidanza. Con il sostegno di amici, medici, e soprattutto del suo compagno, sempre al suo fianco, aveva affrontato un percorso difficile, tra ricoveri e complicazioni, fino a un parto prematuro segnato da ulteriori rischi per la sua salute.
“Speravamo almeno in un parto tranquillo, ma la vita è rimasta storta” scriveva, definendo la sua esperienza una “vita da film”. Nonostante tutto, il suo coraggio e il suo amore per Megan rimangono un esempio di straordinaria forza e altruismo.
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Deborah Vanini, la scoperta del brutto male ed il sacrificio di una madre per la vita della figlia: la storia
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Si sono svolti a Como, nella chiesa di San Giuseppe, i funerali di Deborah Vanini, la trentottenne che ha commosso l’Italia per la sua scelta coraggiosa: rinunciare alle cure per un tumore al quarto stadio per portare a termine la gravidanza e dare alla luce la sua bambina, Megan.
Un gran numero di persone ha voluto renderle omaggio, stringendosi intorno ai suoi cari: il compagno Massimo, i genitori Antonio ed Eleonora, e la piccola Megan, nata appena due mesi fa.
Sui social, amici e conoscenti hanno condiviso ricordi e messaggi di commiato. “Hai sempre illuminato la vita di chiunque ti fosse accanto con il tuo sorriso e la tua positività contagiosa“, ha scritto Katia Gianquinto, una cara amica.
“Sei stata una presenza unica, una sorella per me. Non dimenticherò mai il tuo modo di vedere il mondo, il fantastico mondo di Debby”.
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Deborah aveva raccontato la sua storia lo scorso settembre, quando era nata Megan. “Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta, ho scoperto anche di avere un tumore al quarto stadio” aveva confidato, descrivendo quel momento come un terribile paradosso: “Dalla gioia più grande alla disperazione più assoluta”.
Tra dubbi e paure, Deborah aveva scelto di rinunciare a trattamenti salvavita incompatibili con la gravidanza. Con il sostegno di amici, medici, e soprattutto del suo compagno, sempre al suo fianco, aveva affrontato un percorso difficile, tra ricoveri e complicazioni, fino a un parto prematuro segnato da ulteriori rischi per la sua salute.
“Speravamo almeno in un parto tranquillo, ma la vita è rimasta storta” scriveva, definendo la sua esperienza una “vita da film”. Nonostante tutto, il suo coraggio e il suo amore per Megan rimangono un esempio di straordinaria forza e altruismo.
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Sei turisti morti “avvelenati” dopo festa di benvenuto in hotel: scattano gli arresti
Sei turisti morti per avvelenamento dopo festa benvenuto in hotel: scattano gli arresti
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La tragedia avvenuta a Vang Vieng, in Laos, continua a far discutere: sei turisti stranieri hanno perso la vita, presumibilmente a causa di un avvelenamento da metanolo. Le autorità locali, nella mattinata di ieri, martedì 26 novembre, hanno arrestato otto persone, sospettate di essere coinvolte nei decessi.
I fermati sono dipendenti del Nana Backpacker, un ostello dove alloggiavano almeno tre delle vittime. Secondo il giornale locale The Laotian Times, si tratta di uomini vietnamiti di età compresa tra i 23 e i 47 anni. L’ostello è stato posto sotto sequestro circa una settimana fa.
LEGGI ANCHE: Beve cocktail in hotel, muore 19enne: Holly è la sesta turista avvelenata in Laos
Le vittime includono Bianca Jones e la sua amica Holly Bowles, entrambe australiane, che avevano partecipato a una festa di benvenuto organizzata dall’ostello. Durante l’evento, erano stati offerti shot di vodka a oltre un centinaio di ospiti, come confermato dal gestore della struttura.
Curiosamente, eccetto Jones e Bowles, nessun altro partecipante alla festa sembra aver accusato malori.
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Tra gli altri deceduti, l’avvocato britannico Simone White, 28 anni, lo statunitense James Louis Hutson, 57 anni, e le danesi Anne-Sofie Orkild Coyman, 20 anni, e Freja Vennervald Sorensen, 21 anni. Queste ultime sono state trovate prive di sensi nelle loro stanze il 13 novembre, dopo una serata trascorsa in città. Hutson, invece, è stato rinvenuto disteso sul letto, circondato da bicchieri vuoti, senza segni di violenza.
Le indagini proseguono per chiarire le dinamiche del drammatico episodio e stabilire se l’avvelenamento sia stato causato da alcol contaminato o da altri fattori.
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Pirateria e streaming illegale: perquisizioni e arresti, erano serviti 22 milioni di clienti
Organizzazione si avvaleva di una infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali
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Vasta operazione della polizia, contro la pirateria audiovisiva, condotta in Italia ed in Europa. Oltre 270 operatori della polizia postale hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane e, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, 14 perquisizioni nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia, nei confronti di 102 persone.
Nel medesimo contesto, la polizia croata ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati.
Con l’operazione, coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania, è stata smantellata la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedita alla pirateria audiovisiva che si avvaleva di una complessa infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali.
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