Open Arms, Salvini a Palermo: “Rifarei ancora tutto quel che ho fatto”

Le accuse sono quelle di sequestro di persona e rifiuto di atto di ufficio. Oggi sarà sentito il vicepremier.

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Si riparte: nell’aula bunker Ucciardone di Palermo, riprende il processo Open Arms, che ha come imputato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Le accuse sono quelle di sequestro di persona e rifiuto di atto di ufficio. Oggi sarà sentito il vicepremier. Dalla successiva udienza, prevista per il 16 febbraio, inizierà l’esame dei testi indicati dalla difesa di Salvini.

“Al processo Open Arms a Palermo esordirò dicendo: ho fatto quello che ho fatto e lo rifarei, perché difendere il mio Paese era un mio dovere di ministro e di cittadino italiano. Se rischio la galera per aver difeso il mio Paese”.

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“Avevo promesso agli italiani di fermare gli sbarchi di immigrati clandestini, bene, io domani vado in quel tribunale a testa alta”. “Qui tribunale di Palermo, pronto a prendere parola nell’aula bunker al processo che mi vede rischiare 15 anni di carcere per avere, da Ministro dell’Interno, difeso la sicurezza e i confini del mio Paese. A testa alta, orgoglioso di quello che ho fatto”.

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