Palermo, Maria uccisa nel sonno con una corda: “L’ho fatto perché era depressa”

I dettagli sull'omicidio del quartiere Bonagia, a Palermo: cosa è emerso e cosa dovrà chiarire l'autopsia

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Sarà l’autopsia a chiarire la dinamica della tragedia di Palermo, dove la 74enne Fanni Sisinia ha ucciso la figlia, Maria Cirafici, strangolandola. Sono diversi gli aspetti sui quali si cerca di far chiarezza. Di certo, le due donne vivevano da sole e, secondo quanto emerso dalle testimonianze dei vicini, negli ultimi tempi non sarebbero mai state sentite litigare.

La vittima era una donna molto attiva nel quartiere e conosciuta in parrocchia. C’è sgomento fra le persone che conoscevano le due, in via Del Visone 12, nel quartiere Bonagia.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, dopo la tragedia la casa era sostanzialmente in ordine. Nessun “segnale” di lite. Quel che è emerso è che la donna avrebbe ucciso la figlia con una corda. O, forse, con un cavo elettrico.

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La confessione è stata fatta dalla settantenne, che ha spiegato agli agenti di aver deciso di uccidere Maria “perché nell’ultimo periodo era depressa“. Quando è stata aggredita, la 44enne stava dormendo. E non si è capito se fosse stata addormentata con gli psicofarmaci. “Temevo – ha anche aggiunto la donna – che alla mia morte sarebbe rimasta sola” Convalidato il fermo, con l’autopsia che è stata disposta dalla procura per fare chiarezza sugli ultimi momenti prima del dramma.

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