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Palermo, radici e ali per volare: Academy a Torretta, nuovo capitolo

Inaugurato il “Palermo City Football Academy”, prima volta per il club rosanero dopo più di 120 anni di storia

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Il gran giorno è arrivato: è stato inaugurato a Torretta, alle porte della città, il “Palermo City Football Academy” ed è la prima volta per il club rosanero dopo più di 120 anni di storia.

Si tratta del primo importante tassello del City Group che ha scelto in Italia il Palermo, come squadra da inserire nella propria galassia che a livello mondiale ne comprende attualmente già 12. Una proprietà che è arrivata due anni fa, con trattative avviate quando ancora la squadra era in serie C e sognava di raggiungere la cadetteria poi ottenuta tramite “eccellenti” play-off con al vertice Dario Mirri che ha fondato la società dopo il fallimento ripartendo dalla serie D e che ancora oggi ricopre la carica di presidente.

“Non posso che ringraziare il City Football Group che sta costruendo quello che io ho sempre sognato – spiega con emozione Mirri al taglio del nastro – una società che ha forza, dignità e competenze. Ricordo il percorso cominciato tre anni fa quando abbiamo acquistato il terreno e io pensavo a questa giornata. Dentro questo posto, circondato dagli ulivi, ci sono radici e ali e quindi questo posto lo rappresenta perfettamente perché ci sono le radici della Sicilia e ora c’è un Palermo che può volare“.

Il Palermo è un club che non vanta titoli in bacheca (solo una Coppa Italia di serie C), ha conosciuto tante delusioni, fallimenti, il dover diverse volte ricominciare da zero ma il calcio da queste parti è vitale, è passione, amore.

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Tra le oltre 20 “Legends Rosanero” che hanno celebrato la giornata c’erano campioni come Pastore, uno dei tanti talenti portati da Maurizio Zamparini, colui che per primo ha portato il club in Europa e ha permesso ai tifosi di vedere la propria maglia vestita dai grandi giocatori, ma c’erano anche, per fare qualche esempio, giocatori come Brienza (che ha vestito di rosanero dalla C all’Europa), Berti, Migliaccio, Vasari e tanti altri ancora, che hanno vissuto epoche diverse ma che hanno ricevuto sempre lo stesso affetto da una tifoseria appassionata, come dimostra la folla di oggi davanti all’albergo che li ha ospitati, tutti a caccia di un selfie.

“Fin dal mio arrivo ho subito compreso la storia del club e il significato che ha per la città e i tifosi. Il Palermo ha avuto dei momenti difficili, per fortuna non di recente perché da quando Dario Mirri è arrivato ha dato stabilità e noi abbiamo deciso di seguire la strada che ha tracciato” ha detto Brian Marwood, Managing Director of Global Football CFG e consigliere board Palermo FC.

La risposta del pubblico è stata eccezionale. Segue la squadra nel bene e nel male e la speranza è che si possa creare un futuro sempre più coinvolgente”. “Il centro sportivo è fondamentale, crea identità, attenzione e ti fa sentire a casa – afferma Giovanni Gardini, Amministratore Delegato del Palermo – Noi siamo in linea con quelli che erano gli obiettivi sia per quanto riguarda gli aspetti economici che sportivi”.

“Quando sono arrivato c’erano in società 4-5 dipendenti, oggi siamo quasi 40. Poche plusvalenze? Noi non siamo un club che deve vendere per trovare risorse. Sul piano calcistico lo scorso anno il Palermo ha rispettato quello che ci eravamo proposti, quest’anno solo nelle ultime settimane ci sono state difficoltà ma l’obiettivo può essere ancora raggiunto. L’importante è capire che il risultato finale va raggiunto attraverso delle tappe che stiamo rispettando. La risposta che abbiamo avuto dalla città tra abbonamenti e aspetti commerciali è stata al di sopra delle aspettative”.

All’inaugurazione del centro sportivo di Torretta anche i vertici del calcio hanno voluto far sentire la propria presenza: “Un giorno importante per il calcio italiano a dimostrazione che quando si riescono a coniugare le opportunità, l’intelligenza creativa, la purezza della passione della nostra classe dirigente vengono fuori delle progettualità importanti. Queste iniziative generano un entusiasmo non solo a Palermo e in Sicilia ma in tutto il sistema sportivo” ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina.

“Intendo evidenziare un dato straordinario, come cioè il City Football Group insieme alla dirigenza del Palermo sia riuscito in pochissimo tempo, ricordo la posa della prima pietra nell’ottobre del 2022 alla quale partecipai, a fare ciò che in 124 anni di storia del club non era mai stato compiuto: realizzare un centro sportivo all’avanguardia. Il tutto in linea con le strutture che il City Football Group sta costruendo in tutto il mondo, come ad esempio a Manchester e New York. Oggi assistiamo all’inaugurazione di un centro che diventerà luogo di valorizzazione sportiva, peraltro in una società del Sud ricca di tradizione calcistica” ha detto il presidente della Lega B, Mauro Balata in una lettera inviata al club.

Soddisfazione e disponibilità per altri progetti futuri è stata espressa anche dagli esponenti politici siciliani, a partire dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: “Una bellissima giornata per lo sport e per Palermo. Da tifoso, ancora prima che da presidente della Regione, sono contento che finalmente la squadra di calcio della città abbia una sua casa.
Una struttura all’avanguardia, costruita secondo i moderni canoni degli impianti sportivi, che colloca Palermo al livello di altre città europee. Speriamo che il nuovo impianto possa essere di buon auspicio per un rapido ritorno nell’elite del calcio italiano”.

Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla pone le basi per quello che potrebbe e dovrebbe essere il prossimo obiettivo, ovvero la ristrutturazione dello stadio Renzo Barbera: “Il Palermo si inserisce tra quelle società che in Italia si dimostrano capaci di realizzare concretamente occasioni e opportunità per migliorare il proprio standard di risultati anche grazie a una struttura come quella inaugurata oggi. Ringrazio la società, la proprietà del City Group che hanno portato a termine questo traguardo e con le quali questa amministrazione sta finalmente costruendo, dopo anni di abbandono e disinteresse, anche un percorso proficuo per far sì che anche lo stadio Renzo Barbera torni a essere un impianto degno della squadra della quinta città d’Italia e dei tifosi del Palermo”.

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Zero minuti in tutta la stagione: Fabio Lucioni saluta il Palermo, contratto risolto ufficialmente

Il difensore centrale potrebbe ripartire dal Cosenza dopo un’esperienza senza minuti in rosanero

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Fabio Lucioni non è più un giocatore del Palermo. Il club siciliano ha annunciato ufficialmente la risoluzione consensuale del contratto, che sarebbe scaduto il 30 giugno 2025.

In un comunicato, il Palermo ha dichiarato di avere “risolto consensualmente il contratto di Fabio Lucioni. A Fabio i migliori auguri per il prosieguo della carriera sportiva da parte del City Football Group, del presidente Mirri e di tutta la famiglia rosanero”.

Arrivato in rosanero nel luglio 2023, il difensore centrale non ha disputato neanche un minuto in questa stagione di Serie B. Una situazione probabilmente inaspettata per un giocatore con una carriera solida alle spalle, ma segnata, negli ultimi tempi, da diversi “stop” per infortunio.

Tra le possibili destinazioni per Lucioni si parla del Cosenza, squadra che per il difensore potrebbe rappresentare una buona opportunità per rimettersi in gioco.

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La Nazionale deve arrendersi: 1-3, la Francia “strappa” il primo posto – VIDEO Gol highlights

La squadra guidata da Didier Deschamps parte forte e passa in vantaggio dopo appena due minuti con un colpo di testa di Adrien Rabiot

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L’Italia viene sconfitta 3-1 dalla Francia al Meazza nell’ultima giornata della fase a gironi della Nations League 2024/2025 e chiude al secondo posto nel gruppo 2 della Lega A: decidono la doppietta di Adrien Rabiot e un autogol di Vicario sulla punizione di Lucas Digne, di Cambiaso la rete italiana.

La squadra guidata da Didier Deschamps parte forte e passa in vantaggio dopo appena due minuti con un colpo di testa di Adrien Rabiot sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Digne.

Gli azzurri provano subito a reagire allo svantaggio, arrivando alla conclusione al 9′ con Barella, ma Maignan blocca senza problemi. La formazione transalpina si difende in maniera molto ordinata e l’Italia fa fatica a trovare i giusti spazi per colpire gli avversari. Al 25′ Di Lorenzo tenta il colpo di testa su cross di Dimarco da punizione, ma non inquadra lo specchio della porta.

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I ragazzi di Luciano Spalletti attaccano, ma al 33′ è ancora la Francia ad andare a segno con uno sfortunato autogol di Guglielmo Vicario (in campo al posto di Donnarumma fermato da un virus intestinale) sul calcio di punizione di Lucas Digne. Neanche il tempo di gioire per i francesi, che gli azzurri accorciano le distanze due minuti più tardi con Andrea Cambiaso: l’esterno della Juventus sfrutta il traversone di Dimarco e deposita la palla in fondo al sacco.

Le due squadre, dunque, vanno a riposo sul parziale di 1-2. Nella ripresa l’Italia ha un approccio un pò superficiale e perde qualche pallone di troppo, prestando il fianco alle offensive dei transalpini e al 58′ deve pensarci Vicario a dire di no a Nkunku. Gli azzurri rispondono con i tentativi dalla distanza di Dimarco e Locatelli, che però si perdono sul fondo. Al 65′ la Francia torna avanti di due gol grazie alla doppietta di Adrien Rabiot, che sfrutta il cross su punizione di Digne per realizzare l’incornata vincente.

La compagine di Luciano Spalletti replica ancora una volta con un tiro impreciso di Cambiaso, che termina sul fondo. Le sostituzioni del commissario tecnico azzurro scuotono la squadra che, dopo aver fallito una clamorosa chance con Kean in pieno recupero, deve arrendersi 3-1 contro i transalpini. In virtù di questo risultato la Francia vola ai quarti di finale da prima in classifica grazie alla differenza reti, mentre l’Italia accede al prossimo turno da seconda del girone, dove incontrerà una tra Germania, Spagna e Portogallo. (foto Ipa-Italpress)

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Maratona Palermo, trionfo keniano: il sole illumina la manifestazione, 2mila i classificati

Un carnet ricco che ha presentato anche una mezza maratona e le staffette: splendida giornata ha fatto da cornice alla kermesse

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Kenia doveva essere e Kenia è stato. Questo il leit motiv agonistico della XXIX Maratona di Palermo. Ha vinto Masai Gilbert con un tempo buono che poteva essere ottimo se l’atleta non avesse subito un “crollo” (patito anche dai suoi connazionali) sul finale di gara. Al femminile perentoria la vittoria di Jepkorir Peris, favorita alla vigilia.

Sono stati 1993 i classificati di tutta la manifestazione, 449 quelli della maratona competitiva. Un carnet ricco che ha presentato anche una mezza maratona e le staffette. Velocissima la prima della Sicilia Running Team, con un tempo che se rapportato all’individuale avrebbe rappresentato il terzo crono assoluto di maratona.

Gara nella gara la kermesse degli Unimaratoneti di Unicredit, il main sponsor della maratona di Palermo, che hanno gareggiato sulla distanza della mezza. Il trofeo Battaglia – Fragale è andato a Giovanni Lo Giudice (5 Torri Fiamme Cremisi) in 1h28’13. Al femminile successo per Carla Grimaudo (Lipa Atletica Alcamo) in 1h32’07.

La manifestazione ha anche assegnato i titoli italiani individuali di Maratona Master. Guardando in casa nostra i siciliani che hanno vestito la maglia tricolore sono stati Nadiya Sukharyna (Torrebianca Messina) categoria SF45, Clara Minagra (Trinacria Palermo) SF70, Pietro Paladino (Pol. Team F. Ingargiola) SM 50, Salvatore Fiamingo (Monti Rossi Nicolosi) SF75.

“Questo è un titolo tanto sperato per me. Erano due anni che cercavo di raggiungerlo e l’ho fatto in una delle più belle maratone e città d’Italia – afferma Italo Giancaterina, quarto assoluto alla Maratona di Palermo, campione italiano SM35 -.
Spettacolari i passaggi al Palazzo Reale ed ai Quattro Canti.
Bellissimi ma selettivi e li senti, li senti tutti. In questo tipo di gare si pensa più alla posizione che al personale. Ed è andata benissimo”.

Nadine De La Cruz, terza classificata maratona, prima italiana e campionessa italiana di categoria SF35, parla di “gara difficilissima perché avevo male al ginocchio, c’era e c’è ancora caldo, ed inoltre i saliscendi del circuito sono sempre difficili da fare due volte. Un tracciato bellissimo ma al tempo stesso complicatissimo. Ho avuto problemi per i primi 10 chilometri. Poi, dopo aver riscaldato le gambe è andata meglio. Mi sono sciolta. Anche le pace maker mi hanno aiutato tantissimo. Aspettavo questo titolo e vincerlo qui è stato meraviglioso. Una giornata da ricordare”.

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“Gara condizionata dal caldo, potevo fare meglio e per buona parte avevo nelle gambe anche il tempo: stavo facendo bene ma poi ho perso il ritmo – spiega Soumaila Diakite, vincitore della mezza maratona -. Oggi più di così non si poteva fare ma alla fine è andata bene ed ho vinto la terza mezza maratona consecutiva qui a Palermo. Soddisfatto per il successo”.

“C’erano dei tratti che mettevano a dura prova, tutto sommato ho fatto anche un buon tempo. Bellissimo vincere qui e con una concorrenza agguerrita. Oggi sono felice, manifestazione ottimamente organizzata”, afferma Federica Cernigliaro, vincitrice della mezza maratona.
Per Salvatore Gebbia, patron della Maratona di Palermo, “è andato tutto bene, dal clima alla logistica. Gli atleti che venivano a correre per la prima volta sono rimasti estasiati dal percorso, chi è tornato giura di essere qui il prossimo anno. Siamo stanchi ma soddisfatti e adesso attendiamoci uno scoppiettante trentennale della Maratona di Palermo, dove sorprese e novità non mancheranno di certo, adesso però ci meritiamo qualche giorno di riposo”.

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Italia, notte di gala con la Francia, Spalletti: “In azzurro ho sbagliato solo una gara…”

“Chi può essere il nostro Sinner? E’ bene non fare mai paragoni, ma un calciatore che va oltre questa normalità di palleggio… Maldini”

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“Non so qual è il mio bilancio, penso che si sia sbagliata una partita, quella con la Svizzera. Mi reputo responsabile di quella sconfitta, per cui abbiamo cercato di fare cose differenti. Si tratta di una partita, le altre bene o male sono state partite come tante, poi non dimentichiamoci mai degli avversari che abbiamo davanti. Abbiamo affrontato squadre fortissime”.

Queste le parole del ct della Nazionale, Luciano Spalletti, alla vigilia del match di questa sera (il via alle 20.45) contro la Francia che mette in palio il primato nel girone di Nations League.

“Quella sconfitta non me la fa dimenticare niente e nessuno, neanche una qualificazione al Mondiale. Per certi versi fa bene anche portartela un po’ dietro, bisogna ricordarsi che se non fai le cose per bene la sassata è sempre dietro l’angolo”, ha aggiunto il ct, come tutti gli italiani ‘innamorato’ di Jannik Sinner.

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Chi può essere il nostro Sinner? E’ bene non fare mai paragoni, ma un calciatore che va oltre questa normalità di palleggio… Maldini. Mi dà l’impressione di avere il colpo facile, l’eleganza, la sostanza di poter creare qualcosa di super facile ed esclusivo”.

Agli azzurri basta il pareggio per chiudere il girone in testa, ma Spalletti chiede ai suoi di “scendere in campo per vincere la partita, come farà la Francia. Non dobbiamo fare riflessioni”, dice il ct che parla anche del dubbio Retegui-Kean in attacco.

“Kean è possibile che sia della partita, è in grande condizione, è bravo ad attaccare negli spazi larghi, è bravo a fare la boa. Mi era sembrato nel gruppo di chi era subentrato bene. Abbiamo intenzione di mantenere il telaio della partita precedente”.

Giovedì in Belgio, oggi in campo a San Siro contro i vice-campioni del mondo. “A volte anche nel nostro campionato ci sono tante partite, però l’affaticamento è spesso mentale, ormai hanno dei muscoli questi ragazzi che sono delle macchine. Quando c’è una squadra che ha molti infortunati è sempre la squadra che ha difficoltà, che ha la pressione e la ruggine dei mancati risultati. La conclusione è che sono convinto che oggi in allenamento vedremo una palla che viaggia e che va forte”. (foto Ipa Agency-Italpress)

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