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Vetrina

Parapetto rimosso per lavori, 65enne giù dal balcone: nessuno se ne accorge, lei muore

Parapetto del balcone rimosso per essere ritinteggiato, donna cade giù: rimane 4 ore per terra, nessuno se ne accorge, poi il decesso

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Era caduta da un balcone senza parapetto, e dopo essere precipitata sarebbe rimasta per terra per almeno 4 ore, prima del ritrovamento. Queste le ultime indiscrezioni emerse per la scomparsa di Patrizia Bacelle, la donna di 65 anni morta nel pomeriggio di domenica scorsa.

La tragedia è avvenuta a Silvi, dove la donna è stata poi ritrovata dalla figlia del compagno e un’amica. L’informazione emerge in seguito alle indagini condotte dagli agenti del commissariato di Atri e dalla polizia scientifica di Teramo.

Se qualcuno – si dice adesso – si fosse accorto prima della caduta, molto probabilmente la donna, che era una vetrinista originaria delle Marche, si sarebbe salvata. La 65enne al momento del dramma si trovava da sola in casa. Ma, intanto, le indagini stanno andando avanti, con i poliziotti che sono tornati tornati in contrada Pianacce per sentire vicini di casa e conoscenti.

Si attende la decisione della pm sull’autopsia, altrimenti la salma sarà restituita ai familiari per la sepoltura, La caduta è avvenuta in un punto cieco della villetta familiare. La scoperta è stata fatta verso le 16,30 dalla figlia del compagno e un’amica di Bacelle.

Con la donna, quest’ultima aveva un appuntamento intorno alle 16. Ma non riceveva risposta al citofono né al telefono. Dunque, l’allerta alla ragazza che si trovava a Silvi, sul lungomare con amici. La giovane è tornata a casa, ha aperto il cancello e insieme all’amica ha cercato in casa chiamando ad alta voce Patrizia. È così che l’hanno trovata a terra, ancora viva, ma in condizioni disperate. Subito i soccorsi, con i sanitari che hanno richiesto l’elisoccorso. Ma era ormai troppo tardi.

Il parapetto, come è poi emerso, era stato rimosso circa venti giorni fa per effettuare lavori di tinteggiatura da parte del compagno della vittima.

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Cronaca

Palermo dà l’ultimo saluto a Totò Schillaci: funerali in Cattedrale per il campione di Italia ’90

Una cerimonia sobria e riservata per ricordare il campione che ha fatto sognare milioni di italiani

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Si terranno oggi alle 11.30, nella Cattedrale di Palermo, i funerali di Totò Schillaci, il campione che ha segnato la storia del calcio italiano e fatto emozionare milioni di tifosi durante i Mondiali di Italia ’90.

A officiare il rito funebre sarà monsignor Luigi Sarullo, parroco della Cattedrale. Solo mille persone potranno accedere alla cerimonia, che sarà semplice e discreta, rispecchiando l’umiltà che Schillaci ha sempre dimostrato sia nella sua carriera che nella vita personale. (continua sotto la foto)

Il dispositivo di sicurezza predisposto cercherà di prevenire il sovraffollamento all’interno della chiesa, mentre all’esterno migliaia di persone sono attese per rendere omaggio al feretro del calciatore, stroncato da un tumore al colon.

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Il feretro sfilerà tra la folla poco prima dell’orario fissato per l’inizio della cerimonia, dando modo a tutti i presenti di salutare per l’ultima volta il loro beniamino. (continua sotto)

Schillaci, che ha indossato le maglie di Messina, Juventus e Inter, rimarrà per sempre nei cuori degli italiani per le sue imprese in campo, ma anche per il suo carattere semplice e modesto. I funerali saranno un’occasione per ricordare non solo il grande sportivo, ma anche l’uomo che, pur avendo fatto sognare l’Italia, è sempre rimasto con i piedi per terra.

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Sport

Totò, Zeman e i sei miliardi della Juve: la testata a Roberto Baggio e il rosanero mai vestito

Curiosità sulla carriera del mito Totò Schillaci: dall’exploit con Zeman e Scoglio all’avventura Mondiale

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(eb) Totò Schillaci lo ha sempre raccontato: giocava sull’asfalto con gli amici, nel quartiere Cep, fra i più popolari e complessi di Palermo. Famiglia modesta, e un papà che lo seguiva ovunque. Faceva il muratore, ed è stato il suo più grande sostenitore. Lui, Salvatore, ha fatto un po’ di tutto, prima di spiccare il volo. Il gommista, anche l’ambulante. Poi arrivò la chiamata del Messina. L’ascesa dell’eroe di Italia ’90 iniziò da lì.

La vita iniziò a sorridergli. Fra i peloritani se ne stava in panchina, fino a quando l’attaccante titolare venne espulso. Schillaci entrò in campo e prese la palla al balzo: il gol arrivò subito. Un battito di ciglia e divenne titolare, trascinando la squadra a vincere la Serie C2.

In C1 il mister era il grande Franco Scoglio, che Totò ha sempre descritto come un “secondo padre”. Veniva lasciato libero: a tutti l’allenatore dava compiti precisi, meno che a lui. “Totò può fare quel che vuole, basta che faccia gol”, diceva il tecnico. Poi fu la volta di Zdenek Zeman: con il boemo in panchina arrivarono 23 gol in B e la “telefonata” della Juventus. Sei miliardi di lire per l’acquisto, e fu la svolta.

Boniperti gli disse “finalmente ti abbiamo preso, non devo più sentire Nicolò Napoli (altro palermitano doc della Juve, ndr) che mi ripete di comprarti”. E il sogno è realtà. Totò diventa amico di Tacconi e De Agostini.

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In un periodo particolarmente difficile, un giorno in ritiro, per il nervosismo dà una testata nientemeno che a Roberto Baggio. I due, poi, diventeranno grandissimi amici. Il Divin codino è fra gli ex compagni in arrivo oggi a Palermo.

Nel ’90, poi, le notti magiche, inseguendo un gol. Una fra le reti mai segnate e sempre rimpiante rimarrà quella legata ai rigori contro l’Argentina: Schillaci a Napoli s’era fatto male, e decise di non presentarsi dagli undici metri. A distanza di anni, se ne era amaramente pentito.

Fra i dolori più grandi, quello legato alla maglia rosanero. Mai Schillaci è riuscito a vestirla. La possibilità fu accarezzata soltanto all’inizio del 2000 (con il Palermo in Serie C), ma il sogno è rimasto tale, divenendo il più grande rimpianto della carriera.

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Cronaca

Al Barbera bambini, fiori, lacrime: per Totò Schillaci in migliaia a Palermo

Pomeriggio di grande commozione in viale del Fante, dove è stata allestita la camera ardente dell’eroe palermitano del Mondiali del ’90

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La camera ardente è stata allestita al Renzo Barbera, il tempio calcistico di Palermo, il cuore della città. E tutta la città ha voluto rispondere presente: migliaia sono state le persone che hanno raggiunto nella giornata di ieri la struttura di viale del Fante, e così continueranno a fare anche oggi, fino a questa sera, per dare l’ultimo saluto a Totò Schillaci.

L’eroe nazionale di Italia ’90 è riuscito ancora una volta a riunire tutti i tifosi, arrivati con un fiore, un ricordo o con la maglia della mitica nazionale di Azeglio Vicini.

C’erano un po’ tutti. Sulle scale del Barbera un viavai continuo, con la presenza anche di tanti bambini e ragazzini. Il segno più tangibile e significativo di quel che è stato il reale impatto dell’idolo palermitano delle notti magiche.

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Dopo la camera ardente di oggi, i funerali si terranno nella mattinata di domani, venerdì 20, in Cattedrale. In tutti gli stadi nel fine settimana sarà osservato un minuto di silenzio, come deciso dalla federazione. Grande dolore ha espresso il comitato regionale della Figc Lnd. Il presidente Sandro Morgana ha sottolineato che saranno sempre ricordate le grandi qualità tecniche del calciatore, ma “anche la grande umiltà dell’uomo”.

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Cronaca

Sequestrata per 20 ore, minacciata e violentata dal compagno: scatta arresto a Palermo

Una donna denuncia il compagno grazie a una chiamata al 112. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri

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I carabinieri della compagnia di Palermo Piazza Verdi hanno arrestato un 42enne con l’accusa di sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della sua compagna.

La donna, dopo essere stata tenuta prigioniera per circa 20 ore, è riuscita a fuggire e a chiedere aiuto tramite il numero unico di emergenza “112”, raccontando di essere stata picchiata e sequestrata dal compagno.

Secondo le ricostruzioni, durante la notte precedente alla chiamata, la vittima è stata segregata nell’abitazione che condivideva con l’uomo.

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Nel corso del lungo periodo è stata sottoposta a minacce di morte, aggressioni fisiche, tentativi di soffocamento, limitazioni della libertà di movimento e violenze sessuali. Approfittando di un momento di distrazione del suo aguzzino, la donna è riuscita a scappare e a denunciare quanto subito.

Immediatamente, sotto la direzione della procura, i carabinieri hanno attivato il “codice rosso”, iniziando le ricerche dell’uomo che nel frattempo era fuggito. Il 42enne è stato rintracciato e arrestato in “flagranza differita”. Il gip di Palermo ha convalidato l’arresto, mettendo fine a una drammatica vicenda di abusi.

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