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Prende il caffè al bar, poi ha bruciore a stomaco e gola: uomo grave in ospedale

L’episodio è accaduto sabato scorso a Fermo, protagonista suo malgrado un sessantacinquenne. Indaga la polizia

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Prende una tazzina di caffè, come d’abitudine, al suo bar di fiducia dopo cena ma poi ha un malore e viene ricoverato in prognosi riservata in ospedale per uno sospetto avvelenamento. È accaduto a Fermo, nelle Marche, dove un uomo di 65 anni dopo aver consumato un caffè ed un bicchiere d’acqua nel locale che abitualmente frequenta ha avvertito subito dopo un forte bruciore allo stomaco ed alla gola per poi sentirsi male.

La corsa in ospedale

Il titolare del bar ha immediatamente allertato i soccorsi e sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e della Croce Verde di Fermo che d’urgenza hanno trasportato l’uomo al pronto soccorso. Inizialmente si era pensato ad un problema gastrointestinale. Quando, però, il 65enne ha iniziato a vomitare sangue, i medici hanno ipotizzato l’ingestione di una sostanza chimica o caustica e attivato il protocollo di emergenza.

Gli agenti della polizia hanno raggiunto il bar e, dopo aver parlato con il titolare, hanno sequestrato alcune bottiglie d’acqua e acquisito le immagini della videosorveglianza per ricostruire la dinamica dell’episodio.

Le indagini: l’ipotesi di avvelenamento 

Gli esperti della polizia scientifica stanno analizzando il contenuto delle bottiglie per verificare la presenza di sostanze tossiche. Gli investigatori, nel frattempo, stanno esaminando i filmati per capire se qualcuno possa aver manomesso il caffè o l’acqua, sia volontariamente che accidentalmente.

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News e Focus

Paziente aggredisce tre infermiere in ospedale, l’uomo è stato sedato

È successo all’ospedale Moscati di Taranto dove le operatrici sarebbero state prese a calci e pugni nella notte tra venerdì e sabato

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Calci e pugni a tre infermiere. L’aggressione è avvenuta all’ospedale Moscati di Taranto da parte di un paziente ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria. Le tre operatrici sanitarie hanno riportato contusioni.

Una di loro è riuscita ad allertare una dottoressa in servizio nel reparto di Psichiatria che ha sedato il paziente in evidente stato di alterazione psico-fisica.

L’aggressione tra venerdì e sabato

L’episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato. Dopo aver subìto l’aggressione, le infermiere hanno ripreso a lavorare e a fine turno si sono recate al punto di primo intervento dello stesso ospedale per farsi medicare e avviare, al contempo, la pratica di infortunio sul lavoro. La prognosi iniziale è stata stabilita in tre giorni.

“Le infermiere aggredite erano sole in reparto”

Il segretario generale della Fp Cgil di Taranto, Cosimo Sardelli, e la segretaria provinciale-settore sanità, Cristina Fama, hanno riferito che le infermiere aggredite “erano completamente sole nel reparto. Senza personale medico, socio sanitario, né ausiliario. Si sono ritrovate abbandonate da tutti e non tutelate”.

L’aggressione è avvenuta mentre le operatrici sanitarie procedevano a un normale controllo dei parametri vitali, quando il paziente ha iniziato a dare in escandescenza. Si continua “a parlare insistentemente del fenomeno delle aggressioni, sempre più dilagante, come un fenomeno inaccettabile ma è del tutto evidente che le attuali misure quali l’inasprimento della pena e le linee guida ministeriali e regionali non sono servite a nulla”, hanno aggiunto Sardelli e Fama.

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Cronaca

Bagheria, polizia identifica il figlio e lui gli scaglia una bici elettrica contro agenti: ai domiciliari

L’uomo, indagato per violenza, minacce, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale si era scagliato contro i poliziotti

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Custodia cautelare e braccialetto elettronico. Lo ha disposto il giudice delle indagini preliminari di Termini Imerese nei confronti di un bagherese V. M., di 46 anni e disoccupato.

L’uomo, indagato per violenza, minacce, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale si era scagliato contro i poliziotti che stavano identificando il figlio. Aveva lanciando contro gli agenti una bicicletta elettrica, e per questo era stato denunciato a piede libero.

I fatti si riferiscono ad ottobre 2024

Il sostituto procuratore di Termini Imerese, Lorenza Turnaturi, ha chiesto e ottenuto la custodia cautelare per la “pericolosità sociale dell’uomo”. La vicenda è iniziata lo scorso ottobre nel corso di un incidente stradale in via Consolare, a Bagheria.

Ad intervenire erano state alcune pattuglie di polizia che stavano effettuando i rilievi. Nel corso degli accertamenti un giovane, figlio dell’uomo ora ai domiciliari, era passato da lì per caso e, come ricostruito, aveva iniziato a sbeffeggiare gli agenti che lo hanno bloccato e identificato.

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News e Focus

Lite finisce nel sangue: padre uccide il figlio a fucilate

La tragedia a Ornavasso in provincia di Verbania, la vittima aveva 34 anni. Il genitore è stato arrestato

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Finisce in tragedia e nel sangue una lite in famiglia ad Ornavasso, comune della Bassa Ossola in provincia di Verbania, in Piemonte. La vittima è un giovane di 34 anni, Nicolò Borghini, ucciso dal padre di 63 a fucilate con un’arma regolarmente detenuta dal genitore che è stato arrestato dai carabinieri.

La vittima, secondo le forze dell’ordine, avrebbe avuto problemi con la droga. I due vivevano insieme in una villetta nella quale, al momento dell’omicidio, era presente anche la madre del ragazzo.

Arma ed abitazione poste sotto sequestro dai carabinieri

L’arma utilizzata per l’omicidio è stata sequestrata dai militari, insieme ad altri quattro fucili, tutti detenuti con regolare porto d’armi dal padre. Anche l’abitazione è stata posta sotto sequestro. In giornata i militari dell’Arma eseguiranno ulteriori sopralluoghi per effettuare i rilievi tecnici del caso.

Il padre è stato sentito in caserma. La vittima, secondo i primi riscontri forniti dagli investigatori, avrebbe avuto precedenti di polizia.

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News e Focus

Orrore familiare, fratelli uccidono il padre e nascondono il cadavere: la scoperta dei carabinieri

Omicidio scaturito da dissidi familiari, coinvolto anche un minorenne. Indagini condotte con l’ausilio di videosorveglianza e testimonianze

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Un dramma familiare sconvolge Locri: due fratelli, uno dei quali minorenne, sono stati fermati con l’accusa di omicidio, occultamento di cadavere e porto abusivo di arma da fuoco. I carabinieri del nucleo investigativo di Locri, con il supporto delle forze operative locali e della stazione di Bovalino, hanno eseguito i fermi dopo un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri e dalla Procura per i Minorenni di Reggio Calabria.

L’11 gennaio scorso, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, una violenta discussione scoppiata tra il padre e i due figli, alimentata da tensioni familiari di lunga data, è culminata in tragedia.

Il fratello maggiore avrebbe impugnato una pistola calibro 38, sparando più colpi che hanno ucciso il genitore sul colpo.

Dopo il delitto, i due fratelli avrebbero nascosto il corpo in un locale sotterraneo della loro abitazione e si sarebbero liberati dell’arma. Fondamentali per le indagini sono stati i filmati delle telecamere di videosorveglianza e le dichiarazioni del figlio maggiore, che hanno permesso di chiarire la dinamica dell’omicidio.

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