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Cronaca

Rifiuti in Sicilia, Regione fissa la data per i termovalorizzatori a Palermo e Catania: “A novembre via al piano”

Approvazione del piano rifiuti entro novembre 2024 e prima pietra entro fine 2025. Ecco la tabella di marcia

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Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha segnato una data cruciale nel suo calendario, quella del novembre di questo 2024.

E’ fra due mesi che il governatore prevede di dare l’approvazione definitiva al piano rifiuti, avviando così il lungo processo che porterà, tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, all’apertura dei cantieri per la costruzione dei termovalorizzatori di Palermo e Catania.

I nuovi poteri commissariali che Roma sta per attribuirgli permetteranno a Schifani di accelerare alcuni passaggi tecnici e amministrativi, ma non di assegnare gli appalti senza gara. Saranno quindi necessarie due gare: la prima, prevista per l’estate 2025, riguarderà l’assegnazione dell’incarico di progettazione degli impianti, mentre la seconda sarà dedicata alla costruzione e gestione. Schifani ha spiegato che non si farà ricorso al project financing per evitare costi eccessivi per Comuni e cittadini, optando invece per un appalto di costruzione e gestione.

I due impianti sorgeranno a Bellolampo, a Palermo, e nell’area industriale di Catania. La Regione, come riporta gds.it, ha già stanziato 800 milioni di euro dai fondi del Fsc, il che implica la necessità di effettuare gare pubbliche, anche a livello europeo.

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Il capitolato d’appalto sarà completato entro la prima metà del 2025, mentre la gara per la costruzione e gestione sarà pubblicata entro la fine dell’anno. Schifani prevede che la posa della prima pietra avverrà entro due anni dall’approvazione del piano rifiuti.

Secondo il presidente, con questi atti si attiverà un processo irreversibile: “Possiamo dire che siamo finalmente partiti e che la realizzazione dei termovalorizzatori ora è certa”, ha dichiarato.

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Cronaca

Via alla grande festa: Bronte, inaugurata la 33esima Sagra del pistacchio

“E’ la festa di chi coltiva il pistacchio tutto l’anno, di chi lo lavora e di una cittadina che dal pistacchio trae linfa vitale”: parla il sindaco

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Al ritmo delle marce della Banda San Biagio e delle danze delle majorette è stata inaugurata la XXXIII edizione della Sagra del pistacchio verde di Bronte dop. A tagliare il nastro inaugurale il sindaco, Pino Firrarello, assieme all’assessore agli Eventi, dott.ssa Angelica Prestianni, alla Giunta municipale, al presidente del Consiglio comunale, dott. Aldo Catania, ed a diversi consiglierei comunali.

“E’ la festa di chi coltiva il pistacchio tutto l’anno, – ha affermato il sindaco – di chi lo lavora e di una cittadina che dal pistacchio trae linfa vitale. E anche la festa per i tanti turisti che ci verranno a trovare e che qui troveranno il migliore pistacchio al mondo”.

“Comincia la grande festa – ha aggiunto il presidente Catania –. Un grazie a tutti coloro che hanno lavorato per questo grande appuntamento”. Ed a coordinare l’equipe della sagra è stata l’assessore Angelica Prestianni: “Sono 75 gli stand della Sagra – ha affermato – e di questi ben 8, in piazza Spedalieri, espongono esclusivamente pistacchio dop. Vale la pena percorrere tutto il Corso Umberto, affollato di stand che offrono comunque pistacchio di Bronte, per assaggiare il pistacchio certificato dal Consorzio di tutela”.

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Ma la sagra del pistacchio è ormai sinonimo di valorizzazione del territorio e di ospitalità.
“Un grazie – ha aggiunto l’on Castiglione – va ai produttori ed al Consorzio di tutela. Hanno lavorato per dare maggiore qualità al frutto e distinguerlo. Al G7, attraverso il Consorzio di tutela abbiamo visto il pistacchio di Bronte sempre più apprezzato dai mercati nazionali ed internazionali. Oggi – ha concluso – possiamo dire che le scelte politiche adottate hanno premiato”.

Numerose le autorità presenti. Fra queste l’on. Giuseppe Castiglione e l’on. Salvo Tomarchio. Con loro i sindaci di Cesarò e Maniace, Katia Ceraldi e Franco Parasiliti. Presente il segretario provinciale della Uil, Enza Meli, il direttore generale dell’Asp di Enna, Mario Zappia, il commissario del Parco dei Nebrodi, Giovanni Cavallaro, il capo dell’Ispettorato delle Foreste di Catania, Filippo Buscemi ed i comandanti delle Forze dell’Ordine che operano nel territorio. (com)

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Cronaca

Crisi idrica, Faraone all’attacco: “Emergenza prevedibile, governo Schifani incapace”

Sit-in di protesta del deputato di Italia Viva davanti Palazzo d’Orleans: “L’emergenza idrica era prevedibile, Schifani ha agito troppo tardi”

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“Ci sono 2 milioni di cittadini siciliani che stanno vivendo disagi enormi a causa della siccità. In alcuni quartieri di Caltanissetta vi sono persone che, da 110 giorni, sono senza acqua, e stessa cosa sta accadendo anche nell’agrigentino. Palermo, dalla prossima settimana, comincerà le turnazioni”.

Così Davide Faraone, deputato alla Camera di Italia Viva, durante un sit-in organizzato davanti Palazzo d’Orleans a Palermo, per denunciare la crisi idrica che sta colpendo la Sicilia.

Indossando un accappatoio e con i bidoni dell’acqua in mano, Faraone ha espresso la sua preoccupazione: “Sono qui, in segno di protesta, perché la crisi idrica in Sicilia non è solo dovuta alla mancanza di piogge, ma principalmente all’incapacità di chi governa questa regione“.

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Secondo il deputato, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha attivato interventi solo dopo lo scoppio dell’emergenza, invece di prevenire la crisi già da febbraio.

Faraone ha poi sottolineato come la situazione stia peggiorando, con molti comuni siciliani costretti già a fare turnazioni. “Fra qualche ora cinque comuni siciliani, Troina, Cerami, Nicosia, Sperlinga e Gagliano, che fino ad ora hanno fatto una turnazione ogni sei giorni, saranno completamente senza acqua e potranno essere riforniti solo con le autobotti. Se non pioverà fino a novembre o se pioverà poco, la situazione non farà che peggiorare”.

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Cronaca

Italia nella morsa del maltempo: ma al Sud ci sarà un altro “ritorno” dell’estate

Previsioni meteo, aggiornamenti e condizioni critiche in alcune regioni: il punto della situazione

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L’Italia è alle prese con un’intensa ondata di maltempo che non accenna a diminuire. Piogge e temporali imperversano, con nevicate tornate sull’arco alpino orientale a partire dai 1.600 metri di quota.

La situazione è particolarmente critica in Emilia Romagna, dove il Lamone ha nuovamente rotto un argine a Bagnacavallo, nella frazione di Traversara, costringendo gli abitanti a rimanere evacuati.

Al Sud, le forti piogge hanno continuato a interessare il Salento, accompagnate da venti di Scirocco che raggiungono gli 80 km/h a Gallipoli. Al Nord, deboli piogge persistono, con una situazione instabile in Friuli Venezia Giulia fino a sera, accompagnata da nevicate sulle Alpi centro-orientali.

Per le prossime ore le previsioni indicano rovesci sparsi in Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna. Al Centro è attesa un’aumentata instabilità sul versante adriatico, con rovesci soprattutto nelle Marche e Umbria, mentre il versante tirrenico vedrà maggiori schiarite. Al Sud si prevede residua instabilità su Salento, Calabria ed est Sicilia, con venti di Maestrale sulle isole maggiori.

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Per ciò che riguarda il fine settimana, 3bmeteo prevede un graduale miglioramento al Nord, con prevalenza di sole per oggi, sabato 5 ottobre, e temperature in rialzo. Nuvolosità irregolare al Centro e tempo instabile al Sud, con ulteriori piogge previste per domenica 6 ottobre sul basso Tirreno.

Nella prossima settimana, una nuova intensa perturbazione raggiungerà l’Italia, portando piogge e rovesci, localmente di forte intensità, su gran parte del Centro-Nord. Mercoledì 9 ottobre la perturbazione dovrebbe poi scivolare verso Sud, coinvolgendo anche il medio-basso versante tirrenico e, localmente, il medio-basso Adriatico. 

Il suo passaggio lascerà aperta la porta a ulteriori perturbazioni atlantiche che, tra giovedì 10 ottobre e nel prossimo weekend, interesseranno principalmente il Nord Italia e l’alto versante tirrenico. Al Centro-Sud, invece, potrebbe verificarsi un ritorno a condizioni estive, con più sole e temperature massime che potrebbero superare i 30 gradi sulle isole maggiori e nelle regioni meridionali.

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Cronaca

Bayesian, il “triangolo nero” e le testimonianze che alimentano il mistero sul naufragio

Il capitano della Sir Robert Baden Powell fornisce una testimonianza che potrebbe smentire l’errore umano: i dettagli

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Nuove testimonianze e immagini alimentano il mistero attorno al naufragio del Bayesian, il maxi yacht che lo scorso agosto è stato inghiottito dalle acque del Mediterraneo al largo della Sicilia.

Sette persone sono morte nel tragico evento, tra cui il magnate britannico Mike Lynch, sua figlia, un avvocato, un amico businessman e il cuoco di bordo. Il capitano Karsten Börner della Sir Robert Baden Powell, l’imbarcazione che si trovava nelle vicinanze del veliero affondato, ha raccontato all’emittente britannica ITV che “quella notte il portellone del Bayesian era chiuso“.

LEGGI ANCHE: Bayesian, spunta una foto: “I portelloni erano chiusi”

Questa testimonianza, sostenuta da una fotografia scattata pochi minuti prima del naufragio, sembrerebbe smentire l’ipotesi di un errore umano, secondo cui un portellone aperto avrebbe causato l’incidente.

Börner ha anche descritto di aver visto un fulmine colpire la zona della barca, seguito da una sorta di “grande triangolo nero“, dopo il quale lo yacht scomparve dalle sue rilevazioni radar.

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Secondo vari media britannici, tra cui il Times, la testimonianza di Börner rappresenta una smentita dell’ipotesi avanzata dal costruttore italiano del Bayesian, che attribuiva il naufragio a una negligenza dell’equipaggio.

Le congetture sulla tragedia si sono moltiplicate, mentre si attende il recupero dell’imbarcazione e dei dispositivi contenenti potenziali segreti d’affari di Lynch, mai separatosi da essi. L’episodio potrebbe inoltre portare a una battaglia legale tra il costruttore e la società armatrice per il risarcimento dei danni, responsabilità che coinvolgerebbe la vedova del magnate.

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