Cronaca
Spaccio a Trapani, smantellato “bunker della droga”: scattano tre arresti
L’operazione dei carabinieri nel quartiere Fontanelle: arresti, sequestro di droga e abitazione fortificata
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Un vero e proprio fortino della droga è stato smantellato dai carabinieri della compagnia di Trapani nel quartiere Fontanelle, in via Rodolico.
Nell’operazione, che ha coinvolto 50 militari dell’Arma con il supporto dei vigili del fuoco, sono stati arrestati un 61enne e due minorenni di 16 e 17 anni.
Gli investigatori hanno individuato un appartamento al piano terra, occupato abusivamente e trasformato in un “supermercato della droga” attivo 24 ore su 24. La casa, protetta da grate in ferro, porte blindate e un sistema di videosorveglianza, era organizzata per consentire la vendita delle dosi attraverso feritoie, rendendo l’accesso estremamente difficile.
All’interno del locale, oltre ai due ragazzi di turno a presidiare l’attività, si trovavano un pitbull adulto e un cucciolo in addestramento. Durante la perquisizione, i militari hanno rinvenuto hashish pronto per la vendita, strumenti per la produzione e il confezionamento di crack, 6 mila euro in contanti e un registro manoscritto delle vendite.
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Non mancavano elementi curiosi: in un immobile adiacente sono stati trovati fuochi d’artificio, probabilmente usati per segnalare la disponibilità dello stupefacente.
L’abitazione fortificata è stata liberata e sequestrata. Per il 61enne è stato disposto il regime degli arresti domiciliari, mentre i due minorenni sono stati collocati rispettivamente in una comunità e sottoposti all’obbligo di permanenza in casa.
Durante l’operazione, inoltre, sono state denunciate altre tre persone dello stesso quartiere per detenzione ai fini di spaccio. In un’altra abitazione sono stati sequestrati 300 grammi di hashish, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento.
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Cronaca
Emergenza acqua, sindaci occupano diga Ancipa: per Schifani “è una guerra fra poveri”
La protesta dei comuni che dipendono dalla diga: Troina, Nicosia, Sperlinga, Gagliano Castelferrato e Cerami
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La protesta per l’emergenza acqua in Sicilia continua. E i sindaci dei comuni dell’ennese che dipendono esclusivamente dall’Ancipa – Troina, Nicosia, Sperlinga, Gagliano Castelferrato e Cerami- hanno deciso di occupare, da questa mattina, la diga.
Protestano contro la decisione assunta ieri sera della cabina di regia sull’emergenza idrica che ha deciso di ripristinare l’erogazione alle condotte di Caltanissetta e San Cataldo interrotta dal 15 novembre scorso in seguito alla notevole riduzione dell’invaso a causa della siccità.
Insieme ai sindaci ci sono decine di cittadini, tutta la giunta di Troina, con in testa il deputato regionale Fabio Venezia, e tante associazioni per la difesa dei territori.
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Sulla questione anche il commento del presidente della Regione, Schifani: “Voglio esprimere solidarietà a quella parte di popolo siciliano che in questo momento sta vivendo estreme difficoltà nell’approvvigionamento idrico. Stiamo vivendo un momento di crisi idrica, e gli eventi atmosferici non ci aiutano. – aggiunge – Ce la stiamo mettendo tutta e faremo in modo che per la prossima estate i dissalatori mobili possano essere in funzione, in aggiunta ai nuovi pozzi che stiamo individuando, per evitare che la crisi idrica possa essere sempre più drammatica”.
“C’è una guerra tra poveri, Comuni che si fanno guerra per avere più o meno acqua, cercheremo di garantire tutti con il massimo della responsabilità”, ha aggiunto.
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Cronaca
Travolto da un’auto mentre attraversa la strada: a 16 anni in gravi condizioni a Pachino
La dinamica dell’incidente è attualmente sotto indagine: il giovane è stato trasportato in elisoccorso a Catania
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Un gravissimo incidente colpisce la comunità di Pachino, nel Siracusano. Un ragazzo di 16 anni è stato investito da un’auto mentre stava attraversando la strada. Ed adesso è gravemente ferito.
L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri e ha richiesto l’intervento immediato dei sanitari del 118. Il giovane è stato poi trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è attualmente ricoverato in condizioni critiche.
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Sul luogo del drammatico impatto sono intervenute le autorità locali e i sanitari. Gli agenti della polizia municipale hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dei fatti ed accertare eventuali responsabilità.
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Cronaca
“Giustizia per Gibby”: cagnolino morto di fame in garage, a Catania condannato proprietario
Scatta condanna a sei mesi di reclusione, pena sospesa, nei confronti di un 31enne proprietario di un Bull Terrier inglese di un anno
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Il Tribunale di Catania, con il giudice Davide Tedeschi, ha emesso una condanna a sei mesi di reclusione, pena sospesa, nei confronti di un 31enne proprietario di Gibby, un Bull Terrier inglese di un anno.
Il cane era morto in seguito a gravi maltrattamenti: rinchiuso in un garage al buio, senza cibo né acqua, circondato da escrementi, aveva sviluppato anemia conclamata e un grave stato di disidratazione.
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Gibby era stato liberato dai carabinieri il 5 aprile scorso durante un blitz nel quartiere Librino e affidato a un veterinario. Tuttavia, dopo giorni di agonia, non ce l’aveva fatta.
La vicenda è stata seguita da quattro associazioni animaliste – Le Aristogatte, Lida, Teg4Friends e L’Altra Zampa – che si erano costituite parte civile nel processo.
Gli avvocati Margherita Mannino, Floriana Pisani, Vito Patti e Tania Cipolla hanno ottenuto, oltre alla condanna penale, un risarcimento di circa 12.000 euro per i danni arrecati.
I presidenti delle associazioni – Vera Russo, Bianca Biriaco, Alessandro Tringale ed Emanuela Tosto – si sono detti soddisfatti del risultato, definendolo “un segnale forte per sensibilizzare la collettività“. Hanno ribadito l’importanza di combattere il disvalore etico e legale del maltrattamento animale, fenomeno ancora troppo diffuso e spesso sottovalutato.
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Cronaca
Era la “banda dell’escavatore”: rapina e furti, arrestati 5 rapinatori nel Siracusano
Colpi in pochi minuti con mezzi rubati e tecniche esplosive: così agiva la gang che è stata smantellata dalla polizia
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Cinque uomini di Lentini e Francofonte, in provincia di Siracusa, sono stati arrestati con l’accusa di rapina a mano armata e furti seriali ai danni di attività commerciali, gioiellerie, istituti di credito e uffici postali.
Gli indagati facevano parte della cosiddetta “banda dell’escavatore”, smantellata nell’ambito dell’operazione “New Holland”. Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Lentini e dalla squadra mobile, e coordinate dalla Procura di Siracusa, hanno portato all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Siracusa.
La tecnica usata era sempre la stessa: con escavatori e autocarri rubati, il gruppo sfondava gli ingressi di banche e negozi, creando un varco per accedere rapidamente ai locali e rubare casseforti.
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La banda si avvaleva di esperti conduttori di escavatori, capaci di completare un colpo in pochi minuti. La base operativa della gang si trovava nelle campagne di contrada Cannellazza, a Carlentini, una posizione strategica che garantiva rapido accesso al Calatino e alla provincia nord di Siracusa. Da lì venivano pianificati i colpi, con sopralluoghi preliminari, e nascosti i mezzi rubati.
Durante i blitz, gli agenti, supportati dall’elicottero del Reparto volo di Palermo, hanno rinvenuto escavatori e camion sottratti ad aziende locali, oltre a parte del bottino.
Tra le tecniche usate dalla banda c’era anche quella della “marmotta”: un ordigno esplosivo che, inserito nei bancomat, ne provocava la detonazione, consentendo il furto del denaro che era all’interno.
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