Dramma a Cremona questa mattina poco prima delle 8 una studentessa di 15 anni è stata investita e uccisa da un autobus carico di studenti. L’impatto è stato devastante e, secondo i soccorritori del 118, la giovane sarebbe morta sul colpo.

L’incidente è avvenuto nei pressi di un semaforo pedonale. Il conducente del mezzo, un uomo di 55 anni, non è riuscito a evitare l’impatto e ora è sotto choc. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco, i sanitari del 118 e le forze dell’ordine.

La polizia locale sta cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accadut, mentre il mezzo è stato posto sotto sequestro per consentire gli accertamenti tecnici.

Alcuni studenti presenti sul pullman hanno raccontato di aver sentito un rumore forte, un botto sordo che ha scosso tutti i passeggeri. Il tragico incidente lascia sgoment l’intera città di Cremona.

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Dramma a Sesto San Giovanni, nell’hinterland milanese: una ragazza di 16 anni ha partorito in casa e il neonato è stato ritrovato senza vita in un secchio sul balcone, avvolto in un asciugamano.

La scoperta è avvenuta ieri, giovedì 30 gennaio, dopo che le urla della giovane hanno allarmato i vicini, spingendoli a chiamare i soccorsi.

Gli operatori del 118 e i carabinieri, arrivati nell’appartamento hanno seguito le indicazioni della ragazza, rinvenendo il corpo del neonato sul balcone. La giovane, italiana di origini straniere, si trovava in casa con la madre al momento del parto.

Le circostanze dell’accaduto restano da chiarire. La Procura di Monza ha aperto un fascicolo d’indagine e disposto un’autopsia per accertare se si sia trattato di un aborto spontaneo o se il bambino fosse nato vivo e sia poi deceduto successivamente. I carabinieri hanno informato il pm di turno, Michele Trianni, che coordina le indagini.

Un nodo cruciale è il ruolo della madre della ragazza, che sarà ascoltata dagli inquirenti. Era a conoscenza della gravidanza? La famiglia ha cercato di nascondere tutto? L’autopsia sarà decisiva per determinare le responsabilità.

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Jannik Sinner, fresco vincitore degli Australian Open 2025 (LEGGI), si trova ora al centro di una polemica sollevata dalla stampa tedesca. Il quotidiano Bild ha insinuato dubbi sulla sua straordinaria performance in finale contro Alexander Zverev, lasciando intendere possibili “irregolarità legate al doping”.

Parole che hanno subito suscitato un’ondata di indignazione tra appassionati e addetti ai lavori. Diversi esperti del settore hanno definito le accuse infondate e irrispettose, sottolineando che Sinner non è mai stato coinvolto in controversie legate a sostanze proibite.

La Federazione italiana di tennis ha ribadito  che i controlli antidoping sono rigorosi e frequenti. Anche Zverev, pur amareggiato dalla sconfitta, ha dichiarato di non avere alcun dubbio sulla correttezza del collega.

Sinner, da parte sua, ha preferito non alimentare la polemica. Intervistato dopo il torneo, si è limitato a dire: “Io penso solo a giocare e migliorarmi”, spegnendo sul nascere ogni insinuazione.

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Occhio, anche in Europa: Coca-Cola Europacific Partners ha annunciato il ritiro su larga scala di diversi prodotti in vari Paesi del Vecchio continente, tra cui Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Regno Unito.

Il provvedimento è stato adottato a causa della presenza eccessiva di clorato in alcune bevande, un composto chimico che può risultare dannoso per la salute.

Il richiamo riguarda lattine e bottiglie di vetro a rendere di marchi noti come Coca-Cola, Sprite, Fanta, Fuze Tea, Minute Maid, Nalu, Royal Bliss e Tropico, distribuiti dalla fine di novembre. I prodotti coinvolti possono essere identificati attraverso il codice di produzione compreso tra “328 Ge” e “338 Ge”.

L’azienda ha dichiarato di non avere una stima precisa del numero di articoli coinvolti, ma di essere certa che si tratti di una quantità significativa. La maggior parte delle bevande è già stata rimossa dagli scaffali, e il ritiro proseguirà fino a eliminare ogni possibile rischio per i consumatori.

Coca-Cola ha esortato i clienti a non consumare i prodotti interessati e ha garantito la possibilità di restituirli ai punti vendita per ottenere un rimborso. L’azienda si è scusata per l’inconveniente, sottolineando anche l’impegno nella risoluzione immediata del problema e nella tutela della sicurezza alimentare.

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