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Sicilia

Superbonus, per Cna Sicilia “a rischio la tenuta delle imprese”

“Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri assesta un durissimo colpo al sistema di incentivazione per la riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare privato”. Cna Sicilia non ci sta e si pone fortemente critica nei confronti del Governo Nazionale dopo la decisione, a sorpresa, di vietare, sul terreno dei bonus edilizi, la cessione […]

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“Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri assesta un durissimo colpo al sistema di incentivazione per la riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare privato”.

Cna Sicilia non ci sta e si pone fortemente critica nei confronti del Governo Nazionale dopo la decisione, a sorpresa, di vietare, sul terreno dei bonus edilizi, la cessione del credito e lo sconto in fattura, oltre che la possibilità da parte degli enti locali di acquistare i crediti fiscali incagliati.

“Siamo di fronte ad una sorta di ghigliottina calata, improvvisamente, sulla testa di imprese, lavoratori, professionisti e famiglie – affermano i vertici regionali della Confederazione – le conseguenze sembrano non essere chiare solo per chi siede a Palazzo Chigi. Si rischia un pesante choc per l’economia siciliana con danni irrimediabili per l’intera filiera legata al settore dell’edilizia, compresi i progettisti, senza tralasciare i committenti. La Cna, a tutti i livelli, è pronta a mobilitarsi contro una politica miope che di fatto interrompe anche il percorso virtuoso avviato, sia in termini di crescita del Pil che in termini di obiettivo legato alla transizione ecologica ma anche alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare – sottolineano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – non esiteremo a fare sentire la nostra voce, in rappresentanza di una vasta platea di piccole imprese artigiane, le quali, con serietà e sacrificio, hanno investito garantendo livelli occupazionali senza precedenti in forza di una legge dello Stato che oggi, incomprensibilmente, diventa carta straccia”.

“Basti pensare che con la nostra piattaforma “Riqualifichiamo l’Italia Cappotto Mio” – aggiungono – in Sicilia abbiamo fin qui realizzato circa 450 cantieri con 8mila posti di lavoro e oltre 400 studi tecnici coinvolti. Questi sono numeri veri che hanno alimentato economia reale e legale. Poi c’è il metodo utilizzato che non è assolutamente accettabile – rilevano Battiato e Giglione – il decreto è stato approvato ignorando qualsiasi confronto con il sistema delle imprese che da tempo sollecitano un Tavolo per superare la fase di profonda incertezza intorno ai meccanismi dei bonus generata dalle continue modifiche normative. Rispetto a questo quadro drammatico e da incubo – concludono – in tutte le province avvieremo momenti di interlocuzione con i parlamentari del luogo per far comprendere loro l’errore grave che sta commettendo il governo nell’eliminare, in un solo colpo, la cessione dei crediti e lo sconto in fattura”.

E la prima azione concreta di contestazione al decreto è partita da Agrigento, dove ieri pomeriggio era in corso una iniziativa del partito della Premier Meloni. Una delegazione della Cna ha incontrato il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, a cui sono stati manifestati le forti preoccupazioni che stanno vivendo le imprese in queste ore. (ITALPRESS).

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Cronaca

Truffa e reati fiscali, confisca da 12 milioni di euro: professionista agiva fra Messina e Palermo

Il Tribunale di Messina emette due decreti di confisca contro un noto professionista e un pregiudicato detenuto

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Il Tribunale di Messina, Gruppo Misure di Prevenzione, ha emesso due decreti di confisca per un valore complessivo superiore a 12 milioni di euro, colpendo due individui coinvolti in diverse attività illecite.

Nel primo caso, la Dia, Direzione Investigativa Antimafia, ha confiscato beni appartenenti a un noto professionista dell’area Nebroidea, accusato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio.

Secondo le indagini, l’uomo avrebbe ottenuto ingenti contributi pubblici, tra cui incentivi per le attività produttive nelle aree depresse, realizzando un significativo arricchimento personale.

Tra i beni confiscati figurano 9 imprese operanti in settori come l’assistenza fiscale e immobiliare, 7 appartamenti, un fabbricato, 17 terreni tra Messina e Palermo, e vari conti bancari, per un valore totale di circa 12 milioni di euro.

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Il secondo decreto di confisca, eseguito dai Carabinieri, ha riguardato un pregiudicato messinese attualmente detenuto, soggetto anche alla misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. La confisca ha interessato sei abitazioni, un terreno agricolo e cinque veicoli, per un valore stimato di circa 350mila euro.

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Cronaca

Lite a Catania finisce in sparatoria: ferito un 53enne a Librino

L’uomo colpito alla gamba, non è in pericolo di vita. Indagini in corso per chiarire la dinamica

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Un uomo di 53 anni è stato ferito a una gamba da un colpo di arma da fuoco dopo ua lite scoppiata per motivi personali nel rione di Librino, a Catania.

La sparatoria si è verificata al culmine di un alterco. Dopo l’accaduto, il 53enne è stato trasportato all’ospedale Garibaldi centro, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Fortunatamente, le sue condizioni non destano preoccupazioni e l’uomo non è in pericolo di vita.

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La squadra mobile della Questura di Catania ha avviato un’indagine per chiarire i dettagli dell’episodio e individuare i responsabili della sparatoria. Si stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i moventi dietro la lite, cercando di fare luce su quanto accaduto nel popolare quartiere catanese. (foto archivio)

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Cronaca

“Violenza sessuale su due colleghi”: arrestato dipendente alberghiero a Taormina

Un 38enne di Giardini Naxos è finito ai domiciliari: l’indagine è partita dalla denuncia delle vittime

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I Carabinieri della compagnia di Taormina hanno arrestato un dipendente di 38 anni di una struttura alberghiera di Giardini Naxos, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di due suoi giovani colleghi.

L’uomo, attualmente residente in Calabria per motivi di lavoro, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip di Messina su richiesta della locale Procura.

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Le indagini erano state avviate circa un anno fa, a seguito della denuncia presentata dalle vittime, che avevano raccontato ai militari gli abusi subiti dal collega. Grazie alle testimonianze raccolte e agli elementi probatori, la Procura ha ritenuto necessario richiedere la misura cautelare per tutelare le vittime e prevenire ulteriori episodi.

L’arresto è stato eseguito in Calabria, dove il 38enne si era trasferito per un nuovo impiego. Le accuse mosse contro di lui comprendono reiterate condotte di violenza sessuale, che hanno aggravato la sua posizione legale.

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Cronaca

Blitz antimafia nel Trapanese: fra i 10 arresti anche l’ex senatore Papania e membri del clan di Alcamo

Dieci arresti per mafia, estorsione e scambio elettorale. Tra i fermati anche l’ex senatore del Pd: i dettagli

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La polizia di Stato di Trapani, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di 10 persone residenti in provincia di Trapani.

Le accuse spaziano dall’associazione mafiosa allo scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e spaccio di stupefacenti aggravati dal metodo mafioso, fino al traffico di influenze, violazione di segreto d’ufficio e detenzione illegale di armi.

Tra gli arrestati figura l’ex senatore del Pd Antonino Papania (foto), fondatore del movimento politico Via, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.

Insieme a lui, è finito in manette anche l’ex vice sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, considerato il tramite tra Papania e il clan mafioso di Alcamo. Nell’ordinanza firmata dal presidente dell’ufficio Gip, Alfredo Montalto, si fa riferimento anche ad altre otto persone affiliate al clan, tra cui il reggente Francesco Coppola.

Le indagini, iniziate nel maggio 2021 dalla Squadra mobile di Trapani in collaborazione con quella di Palermo e il Servizio Centrale Operativo, hanno permesso di svelare i legami tra la politica locale e la mafia. Giosuè Di Gregorio, ritenuto uno dei principali collaboratori di Coppola, si sarebbe occupato dei rapporti con l’intermediario politico.

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