Torture nel carcere di Trapani e arresti, gli agenti non parlano: in 11 ai domiciliari

Abusi nel reparto di isolamento: 11 arresti e 46 indagati. La Procura: "Pur essendo a conoscenza di quanto accadeva, molti non denunciavano"

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Undici agenti di polizia penitenziaria del carcere Pietro Cerulli di Trapani restano ai domiciliari. È quanto deciso dal gip Giancarlo Caruso dopo il blitz condotto dagli investigatori del Nic (Nucleo investigativo centrale) mercoledì scorso.

L’operazione ha portato alla luce una serie di abusi e torture inflitte ai detenuti del reparto Blu, la sezione di isolamento del penitenziario.

Gli arrestati sono accusati di gravi violazioni dei diritti umani: dieci di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio, mentre uno solo ha deciso di collaborare.

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La prossima settimana, lunedì e martedì, saranno ascoltati i 14 agenti per cui è stata disposta la sospensione dal servizio. In totale, gli indagati nell’inchiesta sono 46.

Il quadro che emerge è angosciante, aggravato dalle parole del procuratore della Repubblica di Trapani, Gabriele Paci. “Non tutti gli agenti erano violenti – ha dichiarato – ma alcuni, pur essendo a conoscenza di quanto accadeva, non hanno denunciato, violando il loro dovere”.

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L’indagine ha sollevato interrogativi non solo sulla condotta degli arrestati ma anche sul clima di omertà che pervadeva il reparto, dove il silenzio di molti ha contribuito a continuare con gli abusi su persone che erano già private della loro libertà.

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