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Cronaca

Tragico scontro auto-tir sulla Catania-Ragusa: Pietro muore a 23 anni

Un giovane di Lentini perde la vita in uno scontro con un camion, chiusa la Ragusana

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Un ragazzo di 23 anni, originario di Lentini, è deceduto in seguito ad un drammatico incidente stradale che si è verificato sulla strada Catania-Ragusa, conosciuta come “Ragusana”. Pietro Costanzo, viaggiava a bordo di una Golf quando, per ragioni ancora da determinare, si è schiantato contro un camion.

L’impatto è stato fatale per il giovane, che è spirato poco dopo l’incidente. Il tir coinvolto nello scontro ha preso fuoco, rendendo ancora più critica la situazione. La polizia stradale di Carlentini conduce le indagini per chiarire la dinamica dell’incidente.

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Dopo lo scontro, la “Ragusana” è stata chiusa al traffico in entrambe le direzioni, causando notevoli disagi alla circolazione.

Nella giornata di ieri, un drammatico incidente si era verificato sull’autostrada A18, nel tratto Messina-Catania, all’interno della galleria S. Alessio. Carmelo Iannino, un uomo di 58 anni (LEGGI) originario di Furci Siculo, ha perso la vita, mentre un’altra persona è rimasta ferita.

LEGGI ANCHE: Camion in avaria, scontro a catena sulla Catania-Messina: morto 58enne

L’incidente, avvenuto in direzione Messina, è stato innescato dal guasto di un camion in transito. Il mezzo si è fermato bruscamente, creando una situazione di pericolo per le vetture che seguivano. Le auto sopraggiunte non hanno potuto evitare l’impatto, causando un tamponamento a catena.

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Cronaca

Recuperato nei fondali del trapanese un altro rostro della Battaglia delle Egadi

Il mare scenario della Battaglia delle Egadi continua a restituire tesori archeologici. La campagna di ricerche di agosto ha, infatti, consentito di recuperare un rostro in bronzo che si trovava su un fondale a circa 80 metri. E’ quanto si legge in una nota della Regione Siciliana.Il reperto è stato recuperato dai subacquei altofondalisti della […]

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Il mare scenario della Battaglia delle Egadi continua a restituire tesori archeologici. La campagna di ricerche di agosto ha, infatti, consentito di recuperare un rostro in bronzo che si trovava su un fondale a circa 80 metri. E’ quanto si legge in una nota della Regione Siciliana.
Il reperto è stato recuperato dai subacquei altofondalisti della “Society for documentation of submerged sites” con l’ausilio della nave oceanografica da ricerca “Hercules” che negli anni ha permesso, grazie alle sofisticate strumentazioni presenti a bordo, l’individuazione e il recupero di numerosi reperti riguardanti l’importante evento storico del III secolo a.C..

Il rostro è stato trasferito nel laboratorio di primo intervento nell’ex Stabilimento Florio di Favignana ed è già al vaglio degli archeologi della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Le sue caratteristiche sono simili a quelle degli altri già recuperati nelle precedenti campagne di ricerca: nella parte anteriore una decorazione a rilievo che raffigura un elmo del tipo Montefortino con tre piume nella parte superiore, mentre le numerose concrezioni marine non consentono ancora di verificare la presenza di iscrizioni.

Le attività di ricerca nel tratto di mare tra Levanzo e Favignana sono condotte da circa 20 anni da un team formato dalla Soprintendenza del Mare, dalla statunitense Rpm Nautical Foundation e dalla Society for documentation of submerged sites.

“I fondali delle Egadi – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato – sono sempre una fonte preziosa di informazioni per aggiungere ulteriori conoscenze sulla battaglia navale tra la flotta romana e quella cartaginese. L’intuizione di Sebastiano Tusa continua ancora oggi a ricevere conferme sempre più puntuali, avvalorando gli studi dell’archeologo che avevano consentito l’individuazione del teatro della battaglia che sancì il dominio dei Romani sul Mediterraneo”.

Con quest’ultimo rostro, salgono a 27 quelli ritrovati a partire dai primi anni Duemila. Micidiali armi di distruzione che, applicati sulla prua delle navi da guerra, consentivano lo speronamento delle imbarcazioni nemiche e il conseguente affondamento. Negli ultimi 20 anni sono stati individuati anche 30 elmi del tipo Montefortino, appartenuti ai soldati romani, due spade, alcune monete e un considerevole numero di anfore. La battaglia delle Egadi, combattuta a nord-ovest dell’isola di Levanzo nel 241 avanti Cristo, segnò la fine alla prima guerra punica.

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Cronaca

Naufragio a Porticello: recuperato anche il corpo di Hannah Lynch

La figlia diciottenne del magnate britannico è stata l’ultima vittima recuperata dal veliero affondato lunedì scorso

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Il corpo di Hannah Lynch, figlia diciottenne del magnate britannico Mike Lynch, è stato ritrovato e recuperato dai sommozzatori dei Vigili del fuoco all’interno dello scafo del veliero affondato al largo di Porticello.

La giovane era l’ultima delle sette vittime che mancava all’appello. Sei di esse sono state trovate all’interno del relitto, mentre una è stata recuperata nei fondali.

La motovedetta della guardia costiera, impegnata nelle operazioni di ricerca, ha collaborato con i sommozzatori che hanno individuato il corpo di Hannah a circa 50 metri di profondità. Come le altre vittime, la ragazza è rimasta intrappolata all’interno di una delle cabine del veliero.

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Gli speleo sub sono rimasti al lavoro per estrarre il corpo di Hannah Lynch dal relitto e portarlo a riva. Con il recupero della giovane, si conclude la tragica ricerca delle vittime del naufragio.

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Cronaca

Lei non lo ama, lui tenta di strangolarla: scatta l’arresto a Messina

L’uomo ha cercato di strangolare una ragazza e di gettarla dal terrazzo di casa sua. Accusato anche di violenze contro i familiari

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Un uomo è stato arrestato dalla polizia a Messina con l’accusa di tentato omicidio. L’episodio risale allo scorso mese di luglio, quando l’uomo avrebbe costretto una ragazza, durante uno spettacolo in piazza Duomo, a seguirlo a casa sua.

Una volta nell’appartamento, ha cercato di strangolarla e di spingerla sul davanzale del terrazzo, minacciandola di morte. Secondo gli investigatori, l’uomo nutriva una “morbosa” attrazione per la vittima, che non era ricambiata.

La situazione è degenerata fino a sfociare nell’aggressione.

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L’indagato non si è limitato a questo atto di violenza. È anche accusato di aver aggredito il padre anziano e il fratello, picchiandoli con calci e pugni e tentando di strangolarli. Le forze dell’ordine hanno raccolto prove sufficienti per procedere con l’arresto, mettendo fine a una serie di violenze domestiche e aggressioni. (foto archivio)

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Cronaca

La società di tecnologie Gps fallita e il “buco” da tre milioni: le indagini a Palermo

Indagato l’amministratore di una società tecnologica per distrazione di fondi e falsificazione di bilancio. Scoperti crediti IVA inesistenti

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A Palermo, i finanzieri del Comando Provinciale hanno notificato una misura cautelare di divieto di esercizio di attività d’impresa per 12 mesi a un imprenditore accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e societaria.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, è il risultato di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica.

Le indagini, condotte dalla sezione di Polizia Giudiziaria – Guardia di Finanza, si sono concentrate sul dissesto di una società attiva nei servizi GPS e nel commercio all’ingrosso di attrezzature scientifiche e strumentazione topografica, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo nel 2021.

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È emerso che l’amministratore avrebbe distratto il patrimonio aziendale mentre l’impresa accumulava pesanti debiti e perdite, con un passivo in sede fallimentare superiore a 3 milioni di euro.

Già dal 2011, nei bilanci della società, erano presenti voci contabili fittizie, utilizzate per mascherare la crisi finanziaria dell’azienda. In particolare, l’amministratore avrebbe prelevato circa 400 mila euro dalle casse aziendali durante anni in cui l’azienda era già in grave difficoltà economica. Tra gli asset della società fallita figurava un marchio appartenente in realtà a un’altra società, sempre gestita dallo stesso amministratore.

Inoltre, sono stati iscritti a bilancio crediti tributari per Iva pari a circa 345 mila euro, risultati poi inesistenti. Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno smascherato queste irregolarità, portando all’adozione della misura interdittiva nei confronti dell’imprenditore, mentre proseguono le indagini per far luce su ulteriori responsabilità.

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