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News e Focus

Violenza sessuale di gruppo su una dodicenne: indagati in tre, il nuovo caso a Lecce

La ragazzina sarà ascoltata dai carabinieri in modalità protetta: sulle sue braccia riscontrate escoriazioni

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Ancora una presunta violenza sessuale di gruppo che sarebbe stata commessa da tre minori nei confronti di una 12enne.

La procura per i minorenni di Lecce ha aperto le indagini e, come ricostruito dal Corriere del Mezzogiorno, venerdì sera la giovanissima vittima sarebbe stata attirata con l’inganno in un luogo buio e appartato, in provincia di Lecce, e poi violentata. A darle l’appuntamento sarebbe stato un 16enne che la ragazzina conosceva. I tre le hanno anche rubato il portafoglio.

La 12enne, una volta arrivata nel luogo appartato, ha trovato ad attenderla anche altri due amici del 16enne che conosceva, entrambi poco più piccoli di lui, che sarebbero stati gli autori materiali delle violenze.

L’adolescente che avrebbe attirato la 12enne con l’inganno per poi farla abusare da altri due amici, restando a guardare, sarebbe stato espulso per comportamenti violenti da alcuni istituti scolastici superiori della zona.

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Aveva chiesto denaro alla vittima che si era invaghita di lui Inoltre avrebbe approfittato del fatto che la 12enne si era invaghita di lui per farsi dare del denaro. Sul suo cellulare e su quello degli amici, che sono stati sequestrati, saranno effettuati accertamenti anche per capire se ci sia stata premeditazione.

La ragazzina sarà ascoltata dai carabinieri in modalità protetta. Sulle sue braccia sono state riscontrate delle escoriazioni dovute probabilmente ai suoi tentativi di divincolarsi dalla presa degli aggressori. Una reazione che poi le ha permesso di fuggire. Una volta raggiunta casa, si è confidata prima con una cuginetta e poi con suo padre quando questi è rientrato.

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Cronaca

L’Emilia Romagna e il dramma maltempo: giovane vittima, oltre 3mila persone evacuate

L’ultima è stata una ondata di precipitazioni senza precedenti per l’Emilia-Romagna e in particolare la Città metropolitana di Bologna. Nel solo pomeriggio di due giorni fa sono caduti fino a 175 millimetri di pioggia, sul capoluogo, sulla prima collina e in comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena o Casalecchio di Reno. La media […]

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L’ultima è stata una ondata di precipitazioni senza precedenti per l’Emilia-Romagna e in particolare la Città metropolitana di Bologna. Nel solo pomeriggio di due giorni fa sono caduti fino a 175 millimetri di pioggia, sul capoluogo, sulla prima collina e in comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena o Casalecchio di Reno.

La media storica dell’intero mese di ottobre è di poco superiore ai 70 millimetri. La presidente facente funzione Irene Priolo è in collegamento da ieri con i Centri Coordinamenti Soccorsi, attivati da tutte le Prefetture, così come sono state mobilitate tutto il sistema di Protezione Civile. In mattinata, è stato convocato anche il Comitato operativo della Protezione Civile nazionale alla presenza del capo dipartimento, Fabio Ciciliano. A Botteghino di Zocca, nel comune di Pianoro (Bo), è deceduta una persona: si tratta di un ventenne che era in auto al momento della tracimazione del torrente Zena.

La quantità straordinaria di pioggia ha causato l’inondazione di numerose zone di Bologna, con le vie della città allagate e le reti fognarie e di scolo nell’impossibilità di assorbire l’acqua. Inoltre, sono fuoriusciti i torrenti Navile e Ravone.

Anche numerosi comuni del territorio, a sinistra e destra del Reno, e sono interessati da tracimazioni. Nelle prime ore della mattina, le acque dell’Idice sono uscite a monte del tratto arginato in prossimità del ponte di via Rabuina, nel comune di Budrio. Altri allagamenti si sono verificati ad Anzola, Castel Guelfo, Imola, Malalbergo e Baricella, sempre nel bolognese. Criticità pesanti anche nell’imolese, legate al Sillaro.

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Nella giornata di ieri in Emilia-Romagna si contavano 8 fiumi sopra il livello 3, la soglia rossa di massima allerta. In totale sono ben 15 i corsi d’acqua che durante l’evento hanno superato la soglia di allarme. Si sono registrate piene ai massimi storici su Samoggia, Idice, Sillaro e Senio.

Alcuni fiumi hanno fatto registrare livelli superiori a quelli del maggio 2023, come l’Idice a Castenaso e il Samoggia a Forcelli. Sotto stretta osservazione il deflusso alla confluenza con il Reno, dove la piena è prevista in crescita nel tratto vallivo.

Nel modenese e nel reggiano, piene con livelli al colmo prossimi alla soglia 3 si stanno propagando anche nei tratti vallivi di Parma, Enza e Secchia, rallentati alla foce dal transito della piena in Po.

Una particolare criticità si registra a Cadelbosco di Sotto, nel reggiano, dove si è avuta una rottura del Canale Tassone: sono in corso le operazioni per assistere i cittadini coinvolti. Piene prossime o inferiori alle soglie 2 sono in corso sul Santerno, Lamone e Montone. Dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati in tutte le province dell’Emilia-Romagna più di 600 interventi, 165 solo nel bolognese, a opera dei Vigili del fuoco. Molti altri sono in corso o in attesa di essere presi in carico.

Le persone evacuate sono oltre 3mila, dato complessivo che a inizio mattinata riguardava sia il capoluogo che comuni della provincia (fra cui Budrio, Castelmaggiore, Molinella, Lavino, Medicina, Castel San Pietro). Le utenze che nella notte hanno subito blackout elettrici sono state circa 15mila, ma grazie al lavoro di queste ore questa mattina risultavano disalimentate circa 4mila utenze, la maggioranza nella provincia di Bologna.

Non si registrano particolari criticità nel ravennate, in attesa del passaggio dei colmi nei corsi d’acqua. Sono 350 i volontari di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna al lavoro da ieri, ai quali si aggiungono quelli delle 180 colonne mobili regionali da Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria e Provincia autonoma di Trento, oltre a ulteriori 120 persone dalle associazioni nazionali. (foto agenzia fotogramma-italpress)

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Aggressore straniero ucciso dagli agenti, Salvini: “Non ci mancherà: ringrazio i poliziotti”

“Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie agli agenti per aver fatto il loro dovere”

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“Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere”.

Si tratta di quanto scritto attraverso i social dal leader della Lega, Matteo Salvini: il vicepremier ha commentato con queste frasi la morte di un uomo straniero, che è stato ucciso davanti alla stazione a Verona da parte di un agente.

La vittima si era scagliata con un coltello contro alcuni poliziotti. Le dichiarazioni di Salvini hanno provocato una lunga serie di reazioni sui social.

Secondo quanto si è appreso, in un primo tempo l’uomo ha aggredito gli agenti della polizia locale intervenuti per i rilievi di un incidente automobilistico. In seguito si è diretto verso la stazione ferroviaria dove, in preda ad uno stato di alterazione (probabilmente dovuto all’assunzione di sostanza alcoliche o stupefacenti) ha preso a calci la biglietteria danneggiandola, in seguito alcune auto parcheggiate ed anche la vetrina di una tabacchiera.

Due ore più tardi, intorno alle 7 di questa mattina, l’uomo è tornato davanti alla stazione dove una pattuglia della polizia di Stato ha cercato di fermarlo per procedere alla sua identificazione. Ha reagito con violenza ed ha aggredito i poliziotti brandendo un coltello. Uno degli agenti ha sparato alcuni colpi a scopo intimidatorio e poi ha colpito l’aggressore, che è rimasto ucciso.

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Maltempo, due fratelli travolti da alluvione: ritrovato il corpo di 20enne nel Bolognese

Solo uno dei due giovani è riuscito a mettersi in salvo, il fratello è stato trovato senza vita

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A Pianoro, nel Bolognese, due fratelli sono stati travolti da un’ondata di piena mentre si trovavano a bordo della loro auto in via Caurinzano. Uno dei due è riuscito a salvarsi, ma non ha potuto fare nulla per soccorrere il fratello, un ventenne, disperso nel violento flusso d’acqua.

Il corpo del giovane è stato individuato qualche ora dopo dall’elicottero dei vigili del fuoco. Le operazioni di recupero sono attualmente in corso, mentre la cittadina è sconvolta dalla tragedia.

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Il fratello sopravvissuto ha assistito impotente alla scena, incapace di aiutare mentre l’acqua si portava via l’auto.

La piena improvvisa ha colto i due giovani di sorpresa, trasformando un normale spostamento in una drammatica lotta per la vita. Le autorità stanno proseguendo le indagini per capire l’esatta dinamica dell’incidente, mentre continuano i lavori per mettere in sicurezza l’area colpita dall’alluvione.

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“Turni massacranti e stress”: Napoli, Asl condannata a risarcimento da 100mila euro

Condizioni di lavoro estenuanti e mancato rispetto dei riposi: aperta la strada a nuovi ricorsi

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La Corte d’Appello di Napoli ha condannato una ASL campana a risarcire un medico ospedaliero con 100mila euro per i danni causati da turni di lavoro prolungati e l’assenza dei riposi minimi previsti dalle normative europee.

Il medico, in servizio dal 2008 nel reparto di ortopedia e traumatologia dell’ASL Napoli 3 Sud, ha dovuto sopportare carichi di lavoro insostenibili a causa di una cronica carenza di personale.

Gli avvocati del medico, Egidio Lizza e Giovanni Romano, hanno sottolineato che la pressione esercitata dalla dirigenza lo costringeva a turni superiori a quelli consentiti, sia diurni che notturni, senza possibilità di sottrarsi senza lasciare scoperto il reparto.

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Per quindici anni, infatti, il professionista non ha potuto beneficiare delle 11 ore consecutive di riposo giornaliero né ha visto rispettato il limite di otto ore per i turni notturni.

La situazione, nonostante il pagamento degli straordinari, ha avuto pesanti conseguenze sulla sua salute fisica e mentale, portando la Corte a riconoscere un risarcimento per stress e usura psicofisica. I legali hanno ricordato che l’articolo 36 della Costituzione tutela il diritto al rispetto dell’orario di lavoro, e che la mancanza di riposo non può essere giustificata dalla carenza di personale.

Il caso si inserisce in un contesto di lunga durata, legato anche alla tardiva applicazione in Italia delle direttive europee, che solo dal 2015 hanno incluso anche i medici tra i lavoratori tutelati dalle norme sui riposi.

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